12 ottobre 1492
Le urla di terrore e disperazione si mescolavano con il pianto delle donne e il sussurro delle preghiere, mentre i conquistadores massacravano senza pietà. Spari e colpi di spada squarciavano l'aria, nel frattempo il fuoco divorava le capanne e la vita stessa del villaggio. L'odore di sangue impregnava l'aria, un fetore metallico e putrido che si insinuava nelle narici di una povera ragazzina che stringeva tra le sue braccia la sua sorellina tremante di terrore in un nascondiglio poco sicuro. I loro genitori erano fuori a lottare contro quegli uomini crudeli, e la piccola sentiva il cuore stringersi di terrore e impotenza.
Il suono dei loro passi pesanti e minacciosi si avvicinava sempre di più, e la ragazzina poteva sentire il suo respiro affannoso mescolarsi alle urla disperate che si alzavano da ogni angolo del villaggio. Ogni colpo di spada, ogni grido di dolore, si insinuava nel suo cuore come un pugnale, mentre l'odore di sangue e morte si faceva sempre più opprimente, avvolgendo ogni pensiero in un abbraccio di terrore e disperazione.
Mentre stringeva la sorellina con forza, sentiva le lacrime scorrere silenziose sulle sue guance pallide, pregando con tutto il cuore che i loro genitori tornassero sani e salvi. Osservava ciò che accadeva fuori con gli occhi pieni di paura da una piccola fessura tra le pietre, vedeva bene i volti dei nemici, e quando uno fu sul punto di sparare a un bambino,lei chiuse gli occhi.
Dopo seguì un momento di silenzio cupo, la madre lanciò un urlo straziante che squarciò l'aria, e la ragazzina lasciò la sorellina al sicuro e corse verso di loro. La scena che si presentò davanti ai suoi occhi le fece gelare il sangue nelle vene. La madre giaceva a terra in un lago di sangue, il volto contorto dal dolore e gli occhi colmi di terrore. Il padre, accanto a lei, lottava per rimanere in piedi nonostante le ferite che lo avevano ridotto in ginocchio. Il suolo intorno a loro era macchiato di rosso, un mare di sangue che si espandeva come una maledizione, avvolgendo la madre in un abbraccio di morte imminente.
La ragazzina si gettò accanto alla madre, stringendole la mano con forza mentre le lacrime le offuscavano la vista. L'odore metallico del sangue le riempiva le narici sempre di più , soffocandola con la sua presenza opprimente. Sentiva il cuore spezzarsi di fronte a quella scena di terrore e disperazione, mentre la madre lottava per ogni respiro, cercando di trovare la forza di proteggere i suoi cari fino all'ultimo istante.
Il suono della battaglia si era ormai trasformato in un lontano ronzio, mentre la ragazzina si aggrappava disperatamente alla speranza che la madre potesse sopravvivere.
La piccola, con le mani tremanti, poggiò la mano sulla ferita della madre, cercando disperatamente di fermare il flusso di sangue. La madre, con gli occhi velati dal dolore, sorrise debolmente e con gesti affannosi prese una collana che portava al collo, con il simbolo di una fenice, e la mise delicatamente intorno al collo della figlia. Le sue ultime parole furono un sussurro spezzato dal dolore, ma colmo di amore e speranza:
«Sii forte, mia piccola fenice. Vola alto e non dimenticare mai chi sei. Il nostro amore sarà sempre con te, ovunque tu vada.»
La ragazzina sentì il cuore spezzarsi in mille pezzi mentre le lacrime le offuscavano la vista. Stringendo la mano della madre con tutta la forza che le rimaneva, sentì il calore del suo amore avvolgerla come un abbraccio.
Hellionor si chinò sul padre ferito, le lacrime rigavano il suo viso sporco di polvere. "Papà, no, non posso lasciarti qui!" singhiozzò, stringendo la mano di lui con forza. Il padre la guardò con occhi pieni di amore e dolore, e con un sospiro disse: "Devi andare, figlia mia. Prendi questo e va, scappa. Metti in salvo la tua vita e quella della tua sorellina. Ti voglio bene, ricordalo per sempre." Con un nodo alla gola, Hellionor prese il diario che suo padre le aveva consegnato e si alzò in piedi con gli occhi colmi di tristezza. "Ti prometto che non dimenticherò mai quello che mi avete insegnato tu e la mamma," sussurrò, prima di voltarsi e fuggire via con la sua piccola sorellina stretta tra le braccia.
Il capo del villaggio prima di lasciare le due sorelle, si inginocchiò di fronte alle due con lo suo sguardo traboccante di tristezza e preoccupazione. Le mani rugose e tremanti si muovevano con una delicatezza infinita per cancellare i simboli indigeni dai loro volti, il panno morbido che sfiora la loro pelle delicata. Le lacrime di Hellionor scorrevano silenziose lungo le guance, come fiumi di dolore e paura. Il capo del villaggio, con un nodo alla gola, asciugò con dolcezza quegli occhi che un tempo brillavano di speranza e gioia.
Nel frattempo, il figlio del capo, Amish, il miglior amico di infanzia di Hellionor, venne ucciso. Il capo, con il cuore spezzato, disse ad Hellionor di correre senza voltarsi indietro, di mettere in salvo se stessa e la sorellina. Ma un forte sparo squarciò l'aria e Hellionor, spinta dall'istinto, si girò con il cuore in gola e vide il capo del villaggio cadere a terra, il sguardo incontrò quello di Hellionor per un'ultima volta. Le lacrime si mescolavano al terrore mentre la ragazza era immobile, incapace di credere a ciò che i suoi occhi le stavano mostrando. Si chiedeva a quanto altro sangue e cattiveria avrebbe visto e a quante urla avrebbero ancora divorato le sue orecchie.Dopo aver visto quella morte orrenda, Hellionor iniziò a correre senza guardare indietro fino alla spiaggia, il suo cuore era in tumulto nel petto. Stringeva sempre di più tra le sue braccia la sorellina, proteggendola con ogni fibra del suo essere.
Mentre le due si allontanavano, il fragore della battaglia si faceva sempre più lontano, ma il terrore nel cuore di Hellionor non svaniva. "Non guardare, piccola. Copri gli occhi e stringimi forte," sussurrò alla sua sorellina, cercando di proteggerla dalla brutalità della guerra che infuriava intorno a loro. Mentre correva verso la spiaggia, poteva sentire il suono metallico delle spade che si scontravano, il grido di guerra dei guerrieri, e il cuore le batteva così forte che sembrava volesse uscire dal petto. "Stiamo arrivando, tutto andrà bene," mormorò a sua sorellina, cercando di infondere coraggio anche a se stessa.
Il suono delle onde in spiaggia si infrangevano sulla riva e si mescolava al respiro affannato della ragazza mentre cerca disperatamente un rifugio.
In spiaggia, tra il frastuono delle onde e il vento che scompigliava i capelli di Hellionor, la ragazzina incontrò un ragazzino. Con uno sguardo coraggioso, lui la chiamò, invitandola a salire su una nave rubata ai conquistadores che si stagliava maestosa sul mare. Hellionor, con il cuore pieno di speranza e determinazione, afferrò la mano della sorellina e seguì il ragazzino verso la nave rubata ai conquistadores. Il legno scricchiolava sotto i loro passi mentre salivano a bordo, il vento salmastro li accarezzava e il rumore delle vele gonfie riempì l'aria.
Hellionor si strinse alla sorellina mentre il ragazzino si avvicinò a loro, sorridendo con gentilezza.
"Il mio nome è Josh," disse con voce calma. Hellionor gli sorrise debolmente, riconoscente per l'aiuto inaspettato.
Mentre la nave si allontanava sempre di più dalla costa, Hellionor prense il diario del padre, unico ricordo fisico che avrà di lui. Con le mani che tremavano leggermente, aprì il diario e iniziò a leggere.---------------------------------------------------------
Spazio autrice
Cari lettori spero di non avervi annoiato e spero che come primo capitolo vi sia piaciuto.
Ho tantissime idee interessanti per la storia e piano piano le scoprirete.Fatemi sapere come vi è sembrato questo capitolo. A presto 😘
Curiosità
[Hellionor (Eleonora) deriva dal greco è significa "Cresciuta nella luce"]
Presto capirete perché questo nome.
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La leggenda della Portatrice Di Pace [IN CORSO]
Adventure⚠️Storia in corso e da revisionare⚠️ ~Aggiornamento ogni domenica~ Sinossi: Nel cuore pulsante del XV secolo, una giovane ragazza Maya vive nel suo villaggio, immersa in tradizioni antiche e bellezze naturali. Ma quando gli orrori della conquista la...