Capitolo 18

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  Capitolo 18

Quella sera il cielo aveva delle sfumature viola e grigie. Ad intermittenza l'arancione entrava in questi due colori, trasformando ciò che chiamano tramonto, nella cosa più bella che abbia mai visto.

Vivendo in città era difficile vedere boschi, ma in lontananza riuscivo a scorgere del verde.

Ero seduto sul tetto di casa mia, le gambe a penzoloni, le braccia a tenermi fermo per non cadere, gli occhi rivolti verso il cielo. "Vi ho visti." 

Quella frase continuava a girarmi nella testa come una trottola: Rick mi aveva visto baciare Sammy... o meglio, Sammy baciare me, ma non gliene avevo fatta una colpa. Era confuso, arrabbiato e ferito. Potevo capirlo, eppure mi sentivo come se avessi tradito Rick consegnandolo alla federazione. Dopo quelle impassibili parole, il nonno aveva preso la navicella ed era scomparso nel cielo.

Erano passate ormai due ore da quando era partito e io non sapevo cosa fare: la paura di lui che mi abbandonava ancora e ancora mi sfiorava la mente. Il sole ormai era tramontato, dovevo farmi forza ed entrare dentro casa, aspettare il ritorno di Rick, eppure non riuscivo a muovermi da lì, come se fossi stato il faro che guidava il nonno dentro casa. Stavo congelando, ma ciò non mi interessa neanche un po'. L'estate sembrava scomparsa del tutto, ma io no...

***

Erano passate quattro ore da quando Rick era scomparso. Avevo detto a mamma di non preoccuparsi, avevo detto che era andato a prendere delle sostanze in un'altra dimensione. Una cosa era certa: quella che aveva sofferto di più la mancanza di Rick, era mamma.

Decisi di farmi forza ed entrare dentro casa. Erano le dieci di sera e mamma era già nel letto. Stava leggendo un libro, perciò decisi di non disturbarla.

Mi diressi in salotto. Spensi le luci e accesi la televisione per far passare più in fretta il tempo. Stavo ancora tremando per il freddo perciò presi la coperta che si trovava sulla poltrona e me la misi intorno al corpo.

Aveva lo stesso odore di Rick ...

Quel pensiero mi fece risvegliare, decisi di prendere il telefono e scrivere a Sammy. Tirai fuori l'oggetto dalla tasca e iniziai a scrivere un messaggio aiutandomi con la voce. "Ciao Sam, mi dispiace averti disturbato a quest'ora ma devo parlarti di una cosa. Si... potrebbe andare. Devo solo trovare il modo di spiegare la situazione. Inizio con il dire che non devi sentirti in colpa. Capisco il tuo gesto e non ti sto minimamente accusando di niente. Mi sembrava solo giusto dirti che Rick ci ha visti. È uscito da casa da molte ore, credo per sbollire un po'. Tu non preoccuparti, io sto bene, spero anche tu. Buonanotte Sam. xx"

Rilessi il messaggio per due volte e poi decisi di inviarlo. Aspettai solamente la risposta.

Il programma che stavo guardando era abbastanza interessante, riusciva a tenermi distratto da Rick per minuti interi, e questo era un buon segno.

Poi all'improvviso, come se niente fosse, mi addormentati sul divano, avvolto dalla coperta calda.

***

p.o.v Rick

Erano ore che non tornavo a casa. Dopo aver visto la faccia sconvolta di Morty, presi la navicella e me ne andai in un altro pianeta, quello che tanto piaceva a Morty, quello dove passai i miei lunghi anni senza la mia famiglia. Atterrai di fronte alla seconda casa e poi vi entrai. Tutto era come sempre; il legno scuro dava alla casa un aspetto tetro e qualche trappola qui e la aveva tenuto  lontani gli stronzi che volevano entrare nella mia dimora. Non ero un tipo da 'divano tutto il giorno', però quella sera ero davvero... stanco. Appena appoggiai il culo sul morbido, l'immagine di Sam e Morty mi arrivò in mente come una promemoria.

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