Erano passati mesi dall'ultima volta che si erano visti, eppure Kirishima non smetteva un attimo di pensare a quella testa calda.
Si chiedeva cosa stesse facendo, come stava, e tutte le altre classiche domande.
Sperava di rivederlo presto, ma in quegli ultimi mesi la sua vita si era complicata, non trovando spesso nemmeno le parole per scrivergli.
Guardava il calendario con un leggero broncio.
Il compleanno si stava avvicinando e lui non sapeva se all'altro potesse esser gradito un regalo, vista la situazione.
Sospirò e si gettò supino sul letto.
Sperava che con tutto il tempo passato insieme, rimanessero sempre "Bro&Bro", ma forse la sua vita complicata aveva oscurato anche il buono rimasto.
D'altronde non poteva nemmeno che l'altro mettesse da parte il suo orgoglio e la sua vita per rincorrerlo, aveva ben altri obiettivi da raggiungere.
Sospirò per l'ennesima volta ed osservò il telefono.
E se avesse atteso la mezzanotte?
Con la stanchezza accumulata era da escludere che riuscisse a star sveglio e poi i medicinali che stava prendendo, lo portavano in uno stato comatoso.
"Che razza di situazione."
Arrendersi non era nei suoi programmi.
Perché mai avrebbe dovuto?
Ma soprattutto, perché si stava ponendo tutti questi problemi?
Gli bastava un sorriso e Tac! Ognuno a pendere dalle sue labbra.
Ma nessuno vedeva cosa c'era oltre al sorriso.
L'unico era stato il biondo.
L'unico che non si fermava alle apparenze, nonostante ostentava indifferenza per chiunque.
Gli aveva sempre riservato parole dure, spesso non capiva cosa cercava di comunicargli, ci provava, si sforzava, ma tutto quello che era diventato il suo mondo, lo portava ad avere solo una visione negativa.
Annuiva con un "Ho capito", ma i dubbi non sparivano.
Non capiva il motivo di tutto questo.
Più ci pensava e più non ne veniva a capo.
Perché poi?
Una volta terminate le scuole medie, era stato semplice stringere "nuove" amicizie, ma finito anche il liceo, sulla punta delle dita ne contava solo quattro.
Aiutava gli altri, cercava di risollevare il morale di chiunque, però, dietro a quel sorriso, piano piano si sgretolava, pezzo dopo pezzo.
Nessuno se ne accorgeva, ritrovandosi ora in uno stato di solitudine.
Era rimasto infantile.
Sperava che cambiando vita, cercando di contagiare chiunque con la solarità, potesse in qualche modo trovare il suo posto nel mondo.
Invece ora si trovava sul letto, lasciando che i pensieri negativi invadessero la mente senza lasciargli tempo di ragionare o scacciarli.
Continuava a guardare lo schermo con il suo sfondo attivo.
Una semplice foto poteva diventare importante?
Per lui ogni cosa collegata all'altro lo era, ma spesso i suoi atteggiamenti diventavano fastidiosi, perché cercava di intromettersi nella sua vita e pretendendo uno spazio non suo.
Era quasi mezzanotte e si addormentò, fallendo nel suo intento.
La mattina era in uno stato d'ansia.
Bastava un semplice "Auguri, Bro!"?
Forse il biondo voleva solo questo, eppure lui decise che era il caso di scrivergli altro, sperando che questo non infrangesse totalmente il vaso crepato.
"Ehi, auguri Bro!
Come te la passi?
Nonostante non ci sentiamo più molto, volevo solo dirti che qualunque cosa accada, io sarò sempre qui. Se avrai bisogno di insultare qualcuno perché sei nervoso, scrivimi. Idem se vorrai raccontarmi qualche vittoria. Non è un periodo semplice, forse per entrambi, ma farò in modo che tutto questo tempo passato lontani, si azzeri quando finalmente potrò rivederti. Spero che con tutto quello che è successo in questi mesi, nulla sia cambiato, anche se sono sicuro che mi ritroverò imbarazzato per il primo tempo. Mi fa strano, sai? Io che mi imbarazzo. Ma forse sei una delle poche persone veramente importanti per me, che, mentre i mesi passano, non ha mai abbandonato il posto nella mia testa e nel mio cuore.
Fai il bravo e non far saltare in aria nessuno: non ne vale la pena.
Vivi come più ti piace e non guardare in faccia a nessuno: la felicità verrà senza che tu te ne accorga e quando la otterrai, sarai più che il numero uno.
Ti voglio bene, Bro."
Rilesse più volte il messaggio, lo riscrisse, lo cancellò, abbandonò l'idea.
Aveva acquistato due biglietti per il treno, con partenza da lì a due settimane.
Era emozionato dal rivederlo dopo tutto quel tempo, ma sapeva che sarebbe stato impacciato per le prime ore.
Realizzare di averli nuovamente in carne ed ossa davanti, non era una cosa immediata.
Soprappensiero inviò quel maledetto messaggio, sperando di non aver creato alcun danno.
Sperò di fargli scappare un sorriso, oltre che un'imprecazione.
Ti voglio bene.
Glielo aveva scritto seriamente?
Dannazione!
Un disastro.
Un completo disastro.
Ora l'ansia della risposta lo stava divorando.
Magari nemmeno avrebbe risposto, ma non si sarebbe stupito, visto l'elemento.
Ridacchiò e riprese la sua giornata, sorridendo.