Scarto il regalo con violenza, non me ne importa niente di mantenere integra la carta!
Tiro fuori il vestito di carnevale e lo guardo con attenzione: sì, è proprio quello che volevo! La tunica arancione di Goku direttamente da Dragon Ball, con tanto di bastone che si allunga!
Abbraccio mamma e corro nella mia stanza per vedere come mi sta addosso.
«Poi dimmi se va bene perché altrimenti dovremo portarlo a cambiare!» mi dice, prima che io chiuda la porta e getti il vestito sopra al letto.
Mi spoglio velocemente e lascio cadere a terra gli indumenti. Sfilo via la tunica dalla plastica e l'indosso. Fa prurito dietro la schiena e intorno al collo, stringe un pochetto nei fianchi ma comunque sembra starmi bene addosso, nonostante la mia grossa e molle pancia. Provo a mettermi anche la parrucca, ma per colpa dei folti capelli ricci non entra. Penso che dovrò sfoltirli un poco se vorrò indossarla. Prendo il bastone e inizio a colpire l'aria, poi il letto e l'armadio alle mie spalle. Salto e mi muovo con agilità, immagino un esercito di nemici che mi circonda e mi avvento su di loro sconfiggendoli col mio bastone. Mi rimane da affrontare soltanto il loro capo, alto dieci metri e con la pelle spessa come l'acciaio. Provo a colpirlo col bastone ma non gli faccio niente, non mi rimane che fare una cosa...
Alzo le braccia al cielo e invoco l'aiuto di tutti gli abitanti della terra, gli chiedo di darmi un pizzico della loro energia vitale per creare una sfera energetica con cui sconfiggere il gigante cattivo. Nel frattempo lui si avvicina a me. Devo fare in fretta o sarà tutto perduto!
In molti mi stanno aiutando, ma metà della popolazione non ancora risponde al mio richiamo. Non capiscono che se non sconfiggerò questa orribile creatura il mondo intero finirà!
Forse ho un ultimo asso nella manica, devo soltanto...
«Allora, come ti sta il vestito? Posso entrare a vederti?» mi interrompe mia madre, bussando alla porta. Sbruffo e rimando a dopo la lotta contro il mostro.
«Sì mamma, puoi entrare» le dico e la maniglia della porta si gira. Lei entra e sorride, gli occhi le lacrimano.
«Che ne dici se andiamo giù in paese e ci facciamo tagliare un po' quei ricci?»
«Non so, ci sono legato» le rispondo, toccandomi i capelli con gelosia.
«La parrucca ti entra con tutta quella foresta in testa?»
«No, ma...»
«E come farai a vincere il premio di "miglior costume della scuola" alla festa di carnevale se non metti la parrucca? Dai su, gli diamo giusto una spuntatina, sono anni che non li tagliamo.»
La mamma ha ragione, devo prepararmi per la festa! Voglio vincere quel premio o almeno fare bella figura! E se per riuscirci dovrò rinunciare ai miei bei ricci, beh, sarà un sacrificio che mi tocca compiere.
*
Sono in macchina con mio padre, mi sta accompagnando alla festa di carnevale a scuola. L'altro giorno mamma si è presa gioco di me e mi ha mentito! Siamo andati a tagliare i capelli ma lei ha detto al barbiere di farmeli corti per "far respirare un po' la testa". Io non ho saputo ribellarmi e contraddirla e sono rimasto impotente mentre vedevo i miei amati riccioli cadere a terra e ammucchiarsi intorno a me. Perché non riesco mai a impormi e reagire? Perché non sono mai capace a dire di no, a urlarlo al mondo e non essere impotente? Io non voglio più sentirmi così, non voglio.
Così ora mi tocca portare questo dannato taglio a spazzola che mi rende la faccia ancor più rotonda e paffuta. Indosso già il costume di Goku e tengo legato il bastone allungabile intorno alla cintura blu. Mio padre non parla, neanche mi guarda. Non mi ha detto niente del vestito e non so se gli piaccia o meno. Ma non è una novità, lui è fatto così e io devo farmene una ragione.
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La rabbia dei deboli
General Fiction"Il grembo materno" è una raccolta di racconti che snocciola i traumi e gli incubi d'un anima persa, che - attraverso l'autoterapia e l'accettazione del sé - intende ritrovarsi. Si tratta della mia prima pubblicazione, ed è acquistabile sul sito de...