Il 10 Marzo 2020 - L'inizio della fine
Quando mi hanno detto che avrei dovuto lavorare da casa per un tempo indefinito, mi trovavo in ufficio. La email generale del direttore operativo della mia azienda non è passata inosservata quella mattina, nonostante lui si trovasse seduto nella fila di fronte alla mia. D'altronde le email con le direttive generali di M non passavano mai inosservate.
E giusto per non farci mancare nulla anche J , il responsabile della funzione Compliance, quella mattina ha rincarato la dose sugli effetti del COVID-19 e sulle probabilità effettive che da lì a poco saremmo stati contagiati tutti somehow.
Odioso.
Adesso si era dato pure alla virologia oltre che alla statistica, pensavo dentro la mia testa mentre lo immaginavo travestirsi da scimmietta e sbattersi i piatti sulla testa. Chissà se quello sarebbe stato un ottimo metodo per cavare qualche neurone dal cervello.
Dall'altro canto S , il mio capo, è stato molto chiaro quando aveva spiegato al mio team la situazione attuale. Aveva paura che venissimo contagiati nei trasporti pubblici di Londra. Così, era definitivo.
Avrei dovuto prendermi tutto l'occorrente per la tecnologia funzionale e portarlo a casa. - Dovete lavorare come se foste in ufficio - aveva detto S raccomandandosi di non dimenticarci nulla.
Ho, quindi, cominciato a raccogliere tutto il necessario: mouse, tastiera, connettori, cavi, stampante, cartucce, fogli di carta, penne, scotch, graffe e spillatrici. Qualsiasi cosa mi potesse servire per qualsiasi evenienza. Ho svuotato persino i miei cassetti, pieni di contratti e carte da far firmare, nell'eventualità che non mi sfuggisse nulla durante la mia permanenza a casa.
Che ansia!
Quando mi sono incamminata verso Bank, la mia tanto odiata stazione della metro che mi ha sempre riportato verso casa, mi sono resa conto che quella sarebbe stata l'ultima volta che mi facevo trasportare da quel piccolo veicolo dalle tappezzerie azzurre e gialle. Oscene, commentavo dentro la mia testa.
Questo angusto treno, ovvero la famosa DLR (Docklands Light Railway), che altro non è che un pullulare di germi, mi ha da sempre conferito un senso di soffocamento. Non è di certo l'unica linea della metro che mi ha sempre dato questa sensazione. Tutte uguali con la stesse caratteristiche con quegli spazi sempre troppo ridotti e soprattutto, la fatica nel raggiungerle, grazie alle tre rampe di scale mobili e non. Nonostante ciò, mi sono detta che potevo evitare di lamentarmi dato che la DLR fa semplicemente un tratto sottoterra, ma poi continuava il suo percorso al di sopra della città.
Londra non è poi che questo in fondo. Il nero e il bianco. Ogni nota negativa ha anche la sua positiva. Londra è varia, ci trovavi tutto e niente. Ti sembra che niente sia fuori posto, quando poi ti accorgi che ci sono altre mille di cose che lo sono. Non esiste evento, ristorante, pub, locale che non tu non riesca a trovare su Timeout, eppure la gente se ne lamenta costantemente perché chiassosa e caotica.
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Diario di una quarantena
General FictionIn un periodo nebuloso come questo, dove le incertezze comandano a pieno regime e il caos sembra decidere per noi, i racconti sarcastici contenuti nel diario di una ragazza qualunque vengono descritti nero su bianco. Le verità nascoste, e forse anch...