Capitolo N°1

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Sembrava una giornata come le altre passata sui libri di scuola in compagnia di quei pochi ma amici leali della quale mi fidavo ciecamente eppure tutta quella quotidianità non avrei mai pensato potesse sgretolarsi così tanto velocemente. Tutto quello che ero riuscita a costruire fin dalla mia nascita venirselo portato via così improvvisamente mi fa stare male. Era un pomeriggio come tutti gli altri trascorsi a studiare. Il giorno dopo avrei avuto la verifica di economia sulla quale mi ero preparata molto meglio delle altre volte anche perché quel voto sarebbe stato l'unico a poter rialzare la media di quella materia (perché si non sopporto economia). Qualche giorno prima mi ero fatta aiutare anche dalla mia migliore amica che si era impegnata così tanto per far entrare almeno qualcosa in testa di quella maledetta materia che nonostante tutto lo stress sono riuscita ad apprendere qualcosa. Ero completamente immersa nei miei pensieri quando un suono assordante squarciò quel bellissimo silenzio che si era creato in quella sala. Era come se fosse stato tutto predetto, sembrava che mio padre stesse aspettando quella telefonata da tutta una vita tanto che per la prima volta riuscì a staccarsi da quella maledetta scrivania per rispondere così al telefono e far tacere quella suoneria così fastidiosa che ormai suonava già da qualche minuto. È stato come se l'intero mondo si fosse fermato nello stesso istante che la cornetta fu alzata. Sentii così poco di quella telefonata eppure era come se tutto questo fosse da sempre stato escogitato. Quella telefonata durò solo qualche minuto, abbastanza da poter annunciare quelle poche parole che resero felici e emozionati i miei genitori. Io non potevo fare altro che origliare e cercare di capire il perché di tutte queste emozioni positive dovute a una semplice telefonata. Il tutto mi fece distrarre completamente dal mio studio che in quel momento era l'ultimo di tutti i miei pensieri. Finalmente sentii i miei avvicinarsi alla stanza nella quale mi ritrovavo e non potevo fare altro che fingere di essere immersa nello studio per evitare domande o discussioni sul perché avessi origliato conversazioni della quale non dovrebbero importarmi. Almeno questo lo pensavo fino a quando mio padre non disse queste esatte parole che mi fecero rabbrividire: Hyemi ci trasferiremo a Busan!
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Non sapevo come dovevo prendere quella notizia così assurda, così improvvisa. Mi sentivo sola come se tutto mi stesse abbandonando e che io non avessi la forza di rimanere attaccata realmente al presente e nessuno di queste cose se non solo ai ricordi passati. Ero furiosa e furibonda di questa notizia che per i miei genitori veniva presa alla leggera non pensando a quanto potesse realmente toccarmi. Pensavano soltanto ai loro di benefici mentre io dovevo essere quella che doveva solo subire e adattarsi alle loro di scelte senza neanche interpellarmi al riguardo. Nonostante sentissi la rabbia ribollire in tutto il mio corpo lasciai continuare il discorso iniziato da mio padre.
Hyeong : "... ce ne andremo domani mattina entro un'ora o due dovremmo arrivare a Busan. Per il trasloco ci aiuteranno le agenzie dateci direttamente dal mio nuovo posto di lavoro. La paga sarà più alta di quella che abbiamo ora e lì ci sono molte più scuole prestigiose di quante ce ne siano qui. Farà bene a tutti ricominciare da zero".
Ero offesa dal pensiero di mio padre e alquanto delusa da mia madre che non fece altro che sorridere e approvare tutto quello che uscisse dalla bocca di mio padre.
Hyemi: "Come puoi sapere se farà bene anche a me questo nuovo cambiamento? Che ne sarà della scuola, dei miei amici e della mia vita?".

Dissi con tono severo ai miei genitori che si limitarono solo a una risata sarcastica:
Hyeong "Non hai niente da perdere qui e comunque anche a Busan potrai farti nuovi amici se per te questo è un problema".
Rispose con tono abbastanza menefreghista mio padre sempre con l'approvazione di mia madre che era di fianco a lui.
Hyemi :"Questa è una vostra decisione non mia, siete bravi a parlare quando qualcosa riguarda voi ma continuate a fare sempre e comunque quello che volete senza pensare alle conseguenze che spettano agli altri".
Conclusi con tono freddo e abbastanza irritato. Per evitare di continuare quella tremenda discussione presi i miei libri e mi diressi in camera mia chiudendo la porta alle mie spalle sbattendola facendo risuonare l'impatto nella modesta casa che abitavamo. Dalla mia camera riuscivo a sentire i sospiri irritati dei miei genitori che ignoravo ascoltandomi della buona musica a tutto volume del mio MP3. Ero distrutta, quella notizia mi ha stravolta del tutto eppure non potevo fare altro che seguire i miei genitori malgrado le mie opposizioni. I miei passarono il resto della serata a preparare la casa per il trasloco sapendo che i camion dell'agenzia sarebbero arrivati mattino presto e che avrebbero aiutato con gli ultimi imballaggi. Feci lo stesso in camera mia nonostante la situazione mi facesse stare male. Questo mio presente sarebbe presto diventato a far parte di un passato nostalgico.

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