Capitolo 1

72 1 0
                                    

Capitolo 1
Le mie iridi incrociarono quelle dipinte nello specchio opaco di fronte a me. Abbozzai un sorriso incerto,poi sempre più ampio. Non riconoscevo quella ragazza di fronte,forse erano gli effetti dell'alcool che bruciava sotto la mia epidermide a rendermi tanto inebetita. Udì lo schiamazzare al di fuori e l'urlo di qualche ragazza che tentava di entrare,ma in vano ci riusciva a causa dello stato elevato di ubriachezza. Quella confusione mi annientava,tuttavia mi piaceva. E mi piaceva divertirmi,mi piaceva ammorbidire la bocca contro l'orlo di una bottiglia di vodka o di un altro strano cocktail tra le mie mani,mi piaceva giocare alla poco di buono e poi destarmi il giorno seguente con un pesante dolore al capo e lo stomaco in frantumi. Quella ragazza che continuava a fissarmi era attraente,gli occhi blu come due zaffiri cupi brillarono,vispi e maliziosi. La sua bocca carnosa,ma non troppo e ben delineata,accentuò un sorriso,rivestita di un colore rosso acceso che metteva in risalto il trucco delicato,appariscente del volto pallido e perfettamente ovale. I capelli,leggermente arruffati,scendevano in morbide ciocche nere corvine lungo le spalle.Portai una mano e tirai una ciuffo,arrotolandolo sul dito della mano destra.
-Diamine,Alessia,cosa stai facendo!- Era Marcy.Barcollava sui suoi dodici centimetri d'altezza. Mi riscossi solo quando la vidi appoggiarsi stufata contro il lavabo.
-Ti ammiri?-
-Sono solo intenta a fissarmi,cosa c'é di male?- biascicai,fulminandola con lo sguardo. Gli occhi castani della mia amica si spalancarono.
-Sei ubriaca fradicia- borbottò,trattenendo una risatina.
-Non so cosa ci sia di così divertente- scrollai le spalle e la superai,dirigendomi verso la porta d'uscita.
-Aspettami,Ale! Dove cazzo vai!- Mi voltai infastidita e le agguantai una mano,trascinandola con noncuranza dietro di me. Immerse nel torpore della musica,tornammo a sorridere. Erano questi gli eventi universitari,tra balli sfrenati e alcool a profusione. Dopo qualche minuto persi di vista Marcy e cercai con gli occhi le altre. Dove diavolo erano andate a finire? E perché mi avevano lasciata lì,in balia della folla crescente? Piagnucolai,facendomi spazio nella calca.
-Ti sei persa- Una voce troppo vicina all'orecchio mi fece sussultare. La mia vista si appannò e per un attimo credetti di non avere più le redini delle mie facoltà mentali. Che cazzo voleva quest'altro stronzo?
-Non sono affari che ti riguardano.- sputai,senza incontrare il suo sguardo,non sapevo neanche chi fosse. Nonostante il calore di quell'edificio,ne percepivo un altro più forte e bruciante dietro la mia schiena.
-Una ragazza che si aggira con gli occhi strabuzzati per il terrore possono non essere affari che mi riguardano,ma...- Con uno strattone,mi fece voltare. Sollevai il mento,trattenendo il respiro. Non sapevo se per l'angoscia o per la figura smagliante che mi si presentava davanti. Quel ragazzo doveva aver superato i trent'anni,aveva tutta l'aria dell'essere un tipo tranquillo,per bene,con quella camicia abbottonata fino al collo,aderente e a quadretti rosso e neri. Aderiva in maniera illegale al petto evidentemente muscoloso,scendendo e delineando una vita sottile. La penombra della discoteca non mi lasciava identificare il colore di quegli occhi che sapevo non smettevano di perforare le mie guance,la mia pelle e...qualcos'altro. Improvvisamente tutt'intorno mi parve un vociferare distante,ero probabilmente io in preda ai postumi dell'alcool,ma quello stato di ebbrezza mi induceva a pensare a cose proibite,a cose che si spingevano ben oltre la mia sana immaginazione. Sogghignai e ressi il suo sguardo sicuramente inquisitore.
-Ma non ho potuto fare a meno di osservarti.- Osservarmi? Cosa voleva quel maniaco da me? Era forse uno psicopatico alla disperata ricerca di una vittima da portarsi a letto o...cosa? Le serie horror che divoravo ogni giorno dovevano starmi annientando il cervello per giungere a pensare a tutto ciò.
-Sto cercando di trovare le mie amiche,ti consiglierei vivamente di lasciarmi in pace.- Gli rivolsi un sorriso apparentemente amorevole. L'altro fece schioccare la lingua.
-No,non vai da nessuna parte tu,bella signorina.- Il suo tono pareva adorabile,ma trasudava una malcelata minaccia.
-Figlio di puttana,ti consiglierei di smetterla,potrei mettermi ad urlare e....-
-E sentiamo chi ti udirebbe?- Adesso le luci rossastre dei lampiocini posizionati sui muri gettavano chiarore all'ambiente e il volto del mio "persecutore" fu ben in vista. Le sue iridi erano di ghiaccio,un ghiaccio magnetico,ma terrificante. Erano azzurri,o grigi,non seppi chiarirlo. I capelli scendevano in buffe ciocche scure sulla fronte e la barba delineava un volto marcato e piuttosto affascinante. Non mi accorsi di aver indietreggiato. Dovevo tirargli un calcio negli stinchi? Cosa dovevo fare? Il suo sopracciglio si inarcò in uno strano cipiglio e subito seppi cosa avrei potuto fare per levarmelo dalle palle. Improvvisai uno sguardo languido,di quelli che attirava spesso i ragazzi e sorrisi come una civetta. Lui restò impassibile. Il suo braccio si allungò invece senza esitazione,tirando il mio bacino verso il suo. Il calore precedente tornò a farsi sentire e quello sconosciuto non esitò ad accostare il suo viso al mio. Percepì dell'acqua di colonia e qualcos'altro di seducente e virile provenire dal suo corpo. Appariva troppo garbato per essere un pedofilo. Le persone che ci circondavano erano ignari di tutto e persino Marcy e le altre si erano dimenticate di me. Sbuffai.
-Il tuo alito sa di vodka,ne avrai bevuta parecchia.- Il suo commento mi fece ridacchiare nervosamente. Le sue mani grandi strinsero la mia vita e i suoi polpastrelli irradiarono calore in tutto il corpo.
-Che cosa intendevi con il fatto che non hai potuto fare a meno di osservarmi?- domandai scioccamente,alzando il viso per incontrare i suoi occhi di ghiaccio e bui. Si chinò su di me e la sua bocca sfiorò la mia. Gemetti e le forze di respingerlo svanirono. Dannata ubriachezza. La sua lingua si addentrò nella mia bocca ed io mi affrettai a ricambiare,giocando con la sua,dolce e soffice. Sembrava delicato,forse gli piacevo davvero.Quel bacio passionale terminò bruscamente. Lui si allontanò e la sua brezza profumata con lui. La sua espressione mutò,era priva di emozioni,sembrava fosse fatto di marmo.
-Perché quando scelgo una preda,non mi tiro più indietro.- Serrai le palpebre,colpita da quelle parole che rimbalzarono nella mia testa dolorante. Quando riaprì,lui era scomparso.
Chi cazzo era quel pazzo?

Oscura ossessioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora