No happy ending

139 8 3
                                    

Conoscete la Londra ricca e sfarzosa? Quella che fa da sfondo ai film più belli della storia, quella dei video musicali più belli in assoluto? Bene, dimenticatela.
Siamo nel quartiere più malfamato di Londra, Soho.

Melanie, 17 anni, i suoi vestiti neri e le numerose sigarette che sfumacchiava ogni giorno, la dicevano lunga sul suo conto.
Aveva mollato la scuola ormai già da un anno, non usciva con gli amici, si rintanava nel suo appartamento, condiviso con una cugina di secondo grado, ed una coppia di trafficanti gay Harry e Louis, che non vedeva quasi mai se non per venire a nascondere la droga, che poi non trovavano più, visto che la rubava Melanie per poi venderla o per farsi.
Ma in qualche strano senso, la perdonavano, forse per compassione.
Le mattine di Melanie trascorrevano lente tra il cimitero ed una panchina al parco.
No, non era una qualche specie di gotica che amava i morti, lei ci andava per Niall, il suo migliore amico.
Affermava di poterlo vedere e sentire, le persone la reputavano matta, e lei lasciava scorrere tutte le dicerie sul suo conto come se nulla fosse.
Niall morì di cancro il 4 luglio del 2012.
Soli 18 anni, e Melanie non lo accettava. Avevano tanti progetti insieme, come andare in America e starci per qualche mese e poi in Italia per mangiare la miglior pizza del mondo.
Ricordava il giorno della morte di Niall, che un po' fu anche la sua di morte.
C'era un gran sole e lei era a casa di Niall a guardare un film e mangiare pop corn, si girò per chiudere le tende e quando si girò... Niall era freddo e non respirava più, il cuore non batteva e perse un battito anche quello di Melanie.

Il funerale invece fu la parte peggiore, quando era pronta a parlare, Niall, si vece "vivo" per quanto possa sembrare ironico, non lo era affatto.
Lo vide davanti a lei, più sano che mai, che rideva e le ripeteva "io sarò sempre qui, non ti ho abbandonata" svenne davanti a tutti e si ritrovò al risveglio, esiliata nella periferia di Londra.

-Niall è difficile, non capisci quanto odi tutto questo!- disse esasperata mentre camminava sul marciapiede bagnato dalla pioggia.
-mi credono pazza, ma tu sei qui io ti vedo- urlò e tutti si girarono a guardarla.
E poi Niall era sparito, nel nulla.
-ed hai ragione, ma tieni duro, devi vivere ancora al lungo!- disse con quel sorriso sghembo che Melanie adorava.
-Niall!- si lamentò guardandosi intorno.
-perfetto! Adesso sparisce anche- sbottò gettando il mozzicone di sigaretta a terra.

Aprì il portone mezzo scassato e salì a due le scale che potevano cedere con un soffio di vento in più, tanto che erano vecchie.
Entrò in casa ed i gemiti della cugina erano strazianti e schifosi, infilò le cuffiette dell'ipod e chiuse la porta della camera.
Dopo qualche ora, prima che il "ragazzo" della cugina potesse fargli qualche offerta da depravato qual era, scese di corsa.
Per strada s'imbatté in un gruppo di ragazzi poco affidabili, e come da manuale li seguì.
Tastatine, tiri di spinello e vodka.
Non del tutto innocente, ma tranquilla in qualche contorto e strano senso.
Troppo "tranquilla", così uno dei ragazzi, quello più grande.
Disse di chiamarsi Zayn.
Il ragazzo moro e muscoloso la prese e la sbatté contro il muro del vicolo illuminato solo da un lampione che ormai produceva solo luce fioca.
Le mise una mano al collo e con un gesto veloce le iniettò qualche sostanza che stordì la ragazza che non riusciva ad opporsi.
Poi la prese e la strattonò con violenza per terra, gli strappò i collant neri e si sbarazzò degli slip, tenendola con una mano per la gola con forte presa e con l'altra mano si sbottonò i jeans, sotto non portava intimo e la sua erezione era evidente.
Entrò in lei con violenza e senza pietà, iniziò a spingere con violenza e forza, la ragazza lacrimava senza emettere suoni, raggiunse l'orgasmo e disperse il seme su tutti i vestiti della ragazza, poi la lasciò sola a piangere ed a gelare dal freddo.

Il giorno dopo si risvegliò nel letto della sua stanza, ma sapeva per certo che non aveva sognato tutto quello e la conferma fu Niall.
-ti sei drogata ed ubriacata- l'accusò Niall
-mi hai salvata- disse iniziando a piangere.
-non farlo mai più- la rimproverò
-s...scusa- singhiozzò dalle lacrime.
-basta parlare con i morti! Scendi puttana!- Louis, un ventiduenne basso e dagli occhi blu, piercing sul labbro inferiore e tatuaggi ovunque.
-fammi almeno vestire!- urlò isterica.

Entrando allo sturbucks inciampò stupidamente nei suoi stessi piedi ed un ragazzo moro e dal volto pulito l'afferrò per non farla cadere.
-grazie- disse timida.
Il ragazzo sorrise e la guardò -Sono Liam- la sua voce era calda e felice, le dava sicurezza e quando i loro occhi s'incrociarono, da quello sguardo tutto cambiò.
Le giornate trascorrevano felici, finalmente si trasferì al centro, nell'appartamento di Liam.
E tutto sembrava andare per il meglio, ora c'erano tutti i colori, non solo il nero.
Sentiva di amare Liam e sapeva di essere amata.
Tutto era finalmente meglio.
Ma come ogni "favola" che si rispetti, c'era un intoppo.
Niall, da quel giorno non si faceva più vedere, non dava più un segno della sua presenza.
E questo faceva impazzire Melanie.
Così una notte mentre Liam era fuori per lavoro. Scrisse un bigliettino.

"Liam, ti amo e lo sai, ma sto impazzendo, ho bisogno del mio migliore amico, e se l'unico modo é la morte, io non ho paura.
Sempre tua.
Melanie"

-Niall! Ti riabbraccerò costi quel che costi- salì al dodicesimo piano del palazzo, l'ultimo, scavalcò il cornicione e si lanciò nel vuoto senza esitare.

Melanie.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora