THE FIRST ACT OF COURAGE
Il passo pesante del giovane Auror risuonava per le scale del complesso di appartamenti, leggermente decadente e abitato dalla gente più povera del quartiere.
Cercava, sulle targhette delle porte, un preciso nome appartenente ad un giovane mago, sperando - in tutta onestà - di non trovarlo dentro casa. Non era un portatore di buone novelle e doveva ammettere che avrebbe preferito non essere lui a compiere quel lavoro. Ma era un novellino al Ministero, e non poteva certo rischiare il posto rifiutando i semplici incarichi iniziali.
Non appena vide la targa "R. J. Lupin" su una porta malmessa si fermò e sospirò, cercando di evitare la paura che lo stava assalendo.
Così mise su una maschera di rigidità e fermezza e bussò alla porta.
Aprì un uomo alto, dalla pelle molto chiara, i capelli biondi e un bel volto, nonostante fosse sfigurato da alcune cicatrici. Aveva l'aria molto stanca, nonostante la giovane età, profonde occhiaie circondavano i suoi occhi. Sembrava gentile.
«Salve, posso esserle utile?» chiese educatamente.
«Buongiorno, è lei il signor Remus John Lupin?»
«Sì, sono io.»
«Sono Benjamin Bourne,» si presentò, per poi estrarre un tesserino fornitogli dal Ministero «nuova recluta del Dipartimento Auror del Ministero della Magia.»
Remus scrutò il tesserino con attenzione, accertandosi che quel ragazzo poco più grande di lui dicesse la verità.
«C'è qualche problema?» domandò, sperando che il suo lavoro decisamente poco legale e sottopagato non gli avesse creato disguidi.
«Lei è stato inserito nella lista dei contatti di Sirius Orion Black, detenuto ad Azkaban. Conferma di conoscerlo?»
Un tuffo al cuore, profondo, forte, un dolore sordo, una rabbia incontrollata e bestiale. Non voleva sentire quel nome: il nome dell'uomo che lo aveva tradito, che gli aveva portato via tutto ciò che negli anni si era costruito. Il Traditore.
«Sì, sì...» rispose con un filo di voce, nonostante tutto. Gli mancava, Sirius, come l'aria. Ma quando questo sentimento si insinuava nel suo animo lui faceva prevalere quella rabbia irrazionale che gli ricordava che quell'uomo non era affatto ciò che lui aveva creduto per tutti quegli anni.
Eppure, da quando la tragedia era accaduta, le sue Lune piene erano terribili, dolorose da morire.
«Ci dispiace comunicarle che il signor Black si è tolto la vita questa notte.»
L'anima di Remus rise, rise forte perché ciò che quel giovane Auror gli stava dicendo non era affatto vero. Sirius era troppo affamato di vita, non sarebbe mai stato capace di compiere un atto simile, piuttosto sarebbe stato capace di fuggire da Azkaban senza alcun aiuto.
«No, non è vero.» vacillò, tentando di non mostrare il suo dolore. Perché se fosse stato reale Remus avrebbe sofferto per la morte di un criminale. Sirius, che sarebbe dovuto morire lui al posto di James e Lily quella notte di quattro mesi prima.
«Ci dispiace, signor Lupin.» Benjamin ammise a se stesso che per Sirius Black non gli dispiaceva affatto, piuttosto aveva causato ancora più dolore a quel povero ragazzo di fronte a lui, che doveva aver tenuto molto a quello sporco omicida traditore.
«Mi scusi, non mi sento bene...» Remus vide tutto girare e pian piano nella sua testa si formò l'immagine di Sirius morto dentro ad una cella di quella prigione infernale. Si fece sempre più vivida, fino a che non riuscì a vedere i suoi enormi occhi grigi spalancati e privi di vita.
Fu un attimo, un solo istante prima che crollasse e sentisse due forti braccia sorreggerlo.Fortunatamente Remus non era svenuto, aveva giusto avuto qualche secondo di debolezza, dovuto anche al fatto che la notte prima c'era stata la Luna Piena ed era ancora in fase di ripresa. Il trauma di quell'accaduto l'aveva spossato del tutto.
«Come è successo?» domandò Remus all'Auror, che l'aveva gentilmente soccorso, fatto sedere al tavolo della piccola sala da pranzo e portato un bicchiere d'acqua.
«Ancora non lo sappiamo, hanno portato il corpo al San Mungo e stanno studiando la sua condizione.»
«Io vorrei vederlo.» lo disse tutto d'un colpo, munendosi di tutto il coraggio che aveva «Lo so che è un assassino, che ha tradito i nostri migliori amici, ma vorrei vederlo.»
«Ero venuto qui appunto per questo, abbiamo bisogno di una persona che ne riconosca ufficialmente il corpo e, se desidera, concedere una piccola funzione funebre-»
«No!» Remus quasi urlò, stringendo i pugni e conficcandosi le unghia nei palmi, fino a farsi male. «Per me può marcire in una fossa comune quel bastardo-» a quel punto si accorse di aver perso le staffe e si portò una mano alla bocca, scusandosi mortificato: «Le chiedo scusa, non so cosa mi sia accaduto, sono stato volgare e maleducato.»
«Nessun problema, signor Lupin, è comprensibile.»
«Comunque no, mi dispiace.» Remus abbassò lo sguardo «Io non intendo organizzare nessun funerale.»
«Lo comprendo, diamo sempre la possibilità alla famiglia di riavere il corpo del defunto, specie con dei ragazzi giovani.»
Remus annuì, cercando di apparire disinteressato. In realtà avrebbe dato qualsiasi cosa per poter riabbracciare l'ultimo straccio della vita felice che aveva avuto ai tempi dei Malandrini. Ma quel dannato straccio li aveva traditi tutti, fin dall'inizio.
Così, non appena si riprese un poco, seguì l'Auror in silenzio, dovunque egli lo stesse portando.
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The first act of courage.
Fanfiction• {Pericolosamente angst ~ What if? ~ Era dei Malandrini ~ 4127 parole} "Forse è Grifondoro la vostra via, culla dei coraggiosi di cuore: audacia, fegato, cavalleria fan di quel luogo uno splendore." così recitava il Cappello Parlante e, come ben sa...