Capitolo 5

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Apro gli occhi all'improvviso con la stessa angoscia che mi serra lo stomaco e la gola da due settimane ormai. Osservo il soffitto piatto, mentre cerco ci rallentare le mie pulsazioni, inspirando ed espirando.

Inspira ed espira.

Dopo giorni rinchiusa e torturata in quel posto infernale che Lui chiama Limbo, sono quasi impazzita. Mi ha messo in questa stanza di privazione delle percezioni sensoriali, senza gravità, dove né suoni né rumori sono avvertibili, nemmeno il respiro che emetti.
Un misto di tecnologia e magia.
Il problema è che il mio essere Nullo non interpretava il tutto come una minaccia diretta e quindi la trappola aveva effetto anche su di me. Mano a mano però, il mio corpo si è reso conto della situazione di pericolo ed è andato ad annullare gli effetti magici. Questo mi ha permesso di non perdere del tutto il contatto con la realtà e di conseguenza non sono uscita di senno.
La furia del mago umano che pensava di piegarmi al suo volere, di rompermi e distruggermi psicologicamente, quando ha visto che non era impazzita, è stato il momento più bello dal mio rapimento. Una grande soddisfazione.
Da allora ha però iniziato a testare metodi meno raffinati e di ogni tipo per cercare di capire cosa io sia. Di certo da me non ha avuto alcuna informazione e vederlo cercare freneticamente tra libri e tomi antichi mi dà soddisfazione.
La mia gioia finisce qui, dato che più di una volta mi ha quasi uccisa. Ha però capito anche lui ormai, che non sono immune alle armi, ma solo alla magia. Le ferite che ho sul corpo lo testimoniano.

Chiudo gli occhi e li riapro. Ora la mia vista è più stabile, non più sfocata.
Mi hanno spostata di nuovo nel laboratorio del pazzo, quindi oggi si inventerà qualcos'altro di doloroso e pericoloso per testare le mie capacità di Nullo?

Il laboratorio è piuttosto grande, rettangolare e ogni elemento al suo interno è bianco o trasparente, quindi sembra di stare nell'aldilà, in un posto etereo, privo di sostanza come se fosse frutto di sogni o dell'immaginazione. Faccio fatica a trovare qualcosa che abbia un colore diverso, a parte il mago stesso che indossa sempre una veste nera con il cappuccio e non mi ha mai mostrato il suo volto. Dalla voce sono sicura che sia un uomo anche se non è imponente di statura.

Mi ritrovo, ovviamente, nella solita gabbia al centro della stanza. Ho già imparato a mie spese che le sbarre sono elettrificate.
Mi sollevo, sono seduta esattamente al centro ed essendo semi nuda, l'acciaio ghiacciato sui piedi mi procura dei brividi che faccio fatica a controllare. Non so più quando è stata l'ultima volta in cui non ho provato dolore o freddo.
So che sono passate circa due settimane perché me lo ha detto il mio simpatico rapitore. Ovviamente non mi fido di quello che mi dice: potrebbero essere passati anche mesi, ma non ho alcun modo per verificarlo. Quindi per ora spero che siano solo due settimane e che prima o poi Simon mi ritroverà. L'idea di lui, e sicuramente anche Carl, che mi stanno cercando, mantiene viva la speranza che questo incubo finirà.

Sento i passi leggeri del piccolo uomo sadico che entra nel laboratorio. Le porte automatiche fanno un woosh quasi a assordante nel silenzio assoluto del locale.

Mentre cammina con passo svelto, dice: "Ben svegliata Makhaira! Dormito bene?" Poi procede e appoggia la sua cartella di lavoro con un tonfo sulla scrivania, facendo cadere una penna a terra.

Il suono mi fa quasi saltare, sembra un'esplosione. I miei sensi sono iper sensibili ma non so se è una reazione alla privazione sensoriale subita o se la mia trasformazione in Nullo sta avanzando e quindi udito e olfatto stanno diventando più acuti. Impossibile dirlo.

Lui raccoglie la penna e la riappoggia con delicatezza come a prendermi in giro, poi si gira leggermente per guardarmi diritto negli occhi: "Ancora il voto del silenzio? Lo sai che prima o poi parlerai, cederai perché nessun umano è in grado di sopportare troppo a lungo, a prescindere da cosa tu sia!" Il tono è cambiato ora, nervoso. Sento anche un fondo di panico.

Allora scoppio a ridere, di gusto, quasi alle lacrime. Lui si gira tutto rigido e dritto come  un fuso stringendo i pugni: "Che cazzo ridi, eh? Cosa c'è da ridere!!"

Non faccio in tempo a rispondergli che una scarica elettrica mi fa inarcare il corpo come se una mano gigante mi stesse stritolando. Il respiro si blocca, strabuzzo gli occhi e il dolore attraversa ogni cellula del mio corpo.
Poi finalmente perdo i sensi.

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora