La Terza Prova

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La Sala Grande era gremita di studenti euforici la mattina del 24 giugno.
Al tavolo dei Grifondoro sedeva l'inseparabile Trio, anche se ultimamente qualcuno si era un po' allontanato. Harry Potter fissava un punto di fronte a sè, alla ricerca della chioma bionda ed impeccabile di Draco Malfoy. Nessuna traccia.
Avrebbe tanto voluto vederlo quella mattina, avrebbe voluto che gli augurasse buona fortuna, che lo stringesse ancora una volta prima di immergersi nel Labirinto stregato, ma lui non c'era.

La professoressa McGranitt attirò la sua attenzione: - Signor Potter, terminata la colazione raggiungerà i suoi compagni, gli altri tre Campioni, nella sala accanto. So bene che la Prova avrà inizio stasera, ma avrete modo di concentrarvi e prepararvi al meglio.- e se ne andò, dritta e fiera, nonostante sul volto un lampo di preoccupazione si palesò.

Harry finì la sua colazione, non che avesse mangiato molto quella mattina, due fette di pane tostato e un bicchiere di succo di zucca. Salutò i due amici e si fece strada verso l'uscita, salutando gli altri compagni Grifondoro che gli auguravano buona fortuna. Rispondeva a quegli auguri in maniera distratta, dispensando sorrisi qua e là e ringraziando tutti. Quando finalmente fu fuori dalla Sala Grande si abbandonò con la schiena contro la parete sulla sinistra della sala, dalla parte opposta della saletta in cui sarebbe dovuto andare. Respirò profondamente, allentandosi la cravatta e passandosi una mano tra i capelli già scompigliati. Posò la testa contro il muro, fissando il soffitto e chiudendo gli occhi dopo un attimo, il cuore batteva all'impazzata, non era assolutamente pronto ad affrontare quella prova.
Quando il cuore riprese il suo ritmo naturale, Harry respirò più profondamente, poi sentì un fruscio che lo costrinse ad aprire gli occhi.
Dinanzi a sè volteggiava un grazioso uccellino di carta, un origami. Lo afferrò delicatamente e un sorriso fece capolino sulle sue labbra. Conosceva una sola persona in grado di fare origami così deliziosi: Draco Malfoy.
Aprì il foglio di carta, distruggendo l'uccellino e lesse: Amortentia.
Era diventato il loro nuovo modo di comunicare, si mandavano dei messaggi con scritto un incantesimo, una pozione o una pianta per stabilire l'aula del loro prossimo incontro. Talvolta capitava di leggervi il nome di alcune costellazioni, allora l'incontro si sarebbe tenuto nella Torre di Astronomia. In questo modo non sarebbero mai stati scoperti.
Harry si diresse a passo svelto nell'aula di Pozioni. Aveva dimenticato che il professor Piton era impegnato nell'organizzazione delle prove, specialmente l'ultima, data la particolare difficoltà. Silente gli aveva chiesto di preparare delle pozioni curative per precauzione.
Raggiunse l'aula e trovò la porta socchiusa, entrò lentamente, come se avesse paura di trovarci dentro qualcun altro, ma poi lo vide.
La testa bionda volgeva lo sguardo al pavimento, le spalle larghe, ma leggermente incurvate in avanti, e le gambe penzoloni. Lo stava aspettando seduto su un banco della prima fila con lo sguardo immerso verso il Lago Nero.
Harry chiuse la porta alle sue spalle e si avviò verso il compagno, che parlò prima che venisse raggiunto: - Buongiorno Campione-
Il Grifondoro non rispose nemmeno, si accomodò silenziosamente accanto all'altro. Notò che della divisa indossava solo i pantaloni, la camicia bianca e la cravatta verde e argento. Lo sguardo era spento e gli occhi cupi. Il grigio delle iridi non era più rilucente, ma spaventosamente spento. Era più pallido del solito, se possibile, con grandi occhiaie nere sotto agli occhi.
- Come stai?- chiese Harry d'un tratto.
Draco si voltò verso il compagno e abbozzò un sorriso, sfiorandogli il viso col dorso della mano. - Dovrei chiederlo io a te-
- Io sto bene- mentì Harry, - Ma tu non hai un bell'aspetto...-
- Sono comunque più bello di te- ghignò.
- Draco...- il tono della sua voce era grave e Malfoy capì che non avrebbe potuto mentire.
- Sono preoccupato. Ho paura. Harry, la gente muore in questo Torneo, lo sai? E io non posso... Non posso...-
- Cosa non puoi?-
- Non posso perderti.- le parole uscirono da sole, senza bisogno di sforzarsi, senza il tempo di attribuire loro quello specifico significato, come se avesse parlato il suo cuore senza aver prima consultato il cervello.
- E non succederà. Anche io ho paura, ma ce l'ho fatta due volte, ce la farò anche ora.-
Draco annuì, ma la preoccupazione che aveva appena abbandonato il suo volto tornò immediatamente ad occuparlo. Harry fece per parlare, ma fu zittito da un dito premuto sulle labbra. - Shh- sussurrò Draco. Il tono era preoccupato, ma Harry colse comunque un pizzico di eccitazione.
- Davvero vuoi farlo qui- chiese Harry divertito. Pensò che da quando lo aveva incontrato pochi attimi prima non si erano scambiati neppure un bacio.
- Shh. Sta arrivando qualcuno! Hai il Mantello di tuo padre?- chiese in un sussurro. Il Grifondoro annuì e in fretta entrambi scesero dal banco e sparirono, rimanendo immobili sotto al Mantello, i corpi appiccicati l'uno contro l'altro. La mente di Harry vagava senza sosta su quel corpo, desiderandolo, una voglia immensa di farlo suo lo invase, ma Malfoy era intento a scrutare la figura che stava entrando di soppiatto.
Pensò si trattasse di uno studente, ma poi riconobbe la stazza e il portamento claudicante a cui si aggiunsero il grosso bastone ausiliario e l'occhio vitreo e guizzante.
- Moody?!- chiese Harry in un sussurro sconvolto.
Draco per tutta risposta gli diede una gomitata per zittirlo, divorato dalla curiosità di scoprire cosa stesse trafugando Malocchio Moody. Dopo dieci minuti buoni a rubare ingredienti e materiale scolastico l'insegnante lasciò l'aula. Malfoy si divincolò immediatamente dal Mantello e corse verso le mensole e gli armadietti davanti ai quali aveva trafficato Moody poco prima.
- Draco è tutto ok?- chiese Harry.
- No che non lo è! Formicaleoni, Erba Fondente, Pelle di Girilacco... Harry, non mi piace per niente. Questi ingredienti...- poi un pensiero lo invase: Moody sarebbe stato il responsabile della prova del Labirinto, spettava a lui renderlo una vera e propria sfida. - Harry, ti prego, fa attenzione nel Labirinto! Sta sicuramente fabbricando la Pozione Polisucco, anche se...  Non so come potrebbe usarla...- si fece pensieroso.
- Draco, è un professore. Sul serio dubiti di un professore?-
- Dubiterei di chiunque quando ci sei di mezzo tu. Ti dico che questa faccenda puzza. E comunque quel Moody non mi è mai piaciuto! Mi ha lanciato un ragno gigante in faccia!-
Harry rise di gusto al ricordo di quel momento, anche se la lezione era finita tragicamente per più di uno studente: Hermione in lacrime, Neville sconvolto e Draco indignato per la figuraccia appena fatta.
Tornò serio: - Farò attenzione, sta' tranquillo-
- Potrebbe finire peggio dell'ultima volta. Ti prego...-
Si accorse solo in quel momento della mano che lo tratteneva per il polso, quella mano candida tremava visibilmente ed Harry la afferrò con dolcezza, si avvicinò al compagno e gli posò un dolce, casto bacio sulle labbra. L'altro rispose al bacio, premendo le labbra in maniera più decisa, a percepirne la consistenza e il calore, senza andare oltre, poi si staccò.
- Mi chiedevo quando lo avresti fatto- disse duro Malfoy.
- Cosa?- Harry era visibilmente confuso.
- Baciarmi, stupido-
- Potevi farlo anche tu eh-
- Non sono io quello che sta andando a buttarsi in una missione suicida-
- Draco, piantala. Non mi aiuti-
- D'accordo... Credo che tu debba andare- e con un gesto indicò la porta. Harry annuì, poi si gettò al collo del compagno, stringendolo come se fosse l'ultimo abbraccio. Sentì il calore dell'altro spandersi per tutto il suo corpo quando l'abbraccio fu ricambiato. Non aveva mai ricevuto un abbraccio del genere, sapeva che quell'abbraccio celava un sentimento fortissimo che nessuno dei due era in grado di esprimere a parole.
Il biondo gli prese il volto tra le mani e fissò gli occhi smeraldini dinanzi a sè. - Non farti ammazzare-
Harry sorrise dolcemente e con solo lo sguardo riuscì a comunicare all'altro che avrebbe fatto attenzione. - Draco, se sopravvivo...- un sospiro carico di tensione, - Se sopravvivo farai una cosa per me?-
- Come? Cosa vuoi che faccia?- lo sguardo lasciava trapelare il dubbio.
- Non è il momento di parlarne, ma è una cosa a cui penso da tanto, da quando stiamo insieme, e vorrei... Meriterò qualcosa se sopravviverò, no?-
- No.- disse secco. - Meriterai qualcosa se vincerai- poi lo baciò, questa volta più intensamente, pronto a voler sfociare in uno dei loro infiniti baci da lasciarli senza fiato, ma il Serpeverde si distaccò piano: - Vinci, Harry, e avrai ciò che vuoi-
- Spero di essere fortunato-
- Non ne avrai bisogno- si tolse la cravatta verde e argento, la arrotolò lentamente e la porse ad Harry, - Tienila tu, almeno sarò con te-
Harry la strinse nella mano e la ripose in tasca accuratamente, intenzionato a tenere per sempre con sè quella semplice cravatta.
- Ci vediamo stasera-
Draco annuì e lo lasciò andare.

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