Capitolo II.

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Era appena arrivato il mese di Agosto, e la sezione di Bologna si sarebbe dovuta collegare su Skype assieme ad A.S. per fissare i vari ruoli dei componenti.

Nonostante non avessi specifiche competenze il mio compito era quello di responsabile della sezione (forse proprio per questo motivo), e quindi se uno di noi avesse combinato una stronzata ne dovevo rispondere personalmente ad A.S.; siccome Matteo conosceva mezza Bologna e aveva una buona dialettica era diventato colui che avrebbe convinto un discreto numero di persone ad iscriversi all'U.F.I. .

C'era invece chi si sarebbe occupato della creazione del sito web e chi ci avrebbe "tenuto al sicuro da eventuali subumani punkabbestia*che ci avrebbero infastidito in futuro", secondo A.S..

Dopo la videochiamata mi sorsero i primi dubbi riguardo la credibilità del romano, anche se in quel periodo lo ritenessi un mezzo filantropo dalla parlantina efficace, mancava di tatto e sensibilità su certe cose.

Non ero contento che gli scappati di casa della riunione che si era tenuta quasi un mese prima sarebbero dovuti girare assieme a me,proprio perchè temevo che facessero cose poco gradevoli.

A Ferragosto ci era stato chiesto di scaricare l'app di Telegram, nella quale A.S. ci aveva inserito in un gruppo dove risiedeva ogni membro e iscritto dell'UFI da tutta la Penisola.

Un fatto che diede subito all'occhio era la chat, era una vera bolgia infernale, inoltre vi erano così tanti messaggi al minuto che mi vidi costretto a disattivare la suoneria; svariati membri mi sembravano analfabeti funzionali, alcuni provenienti dal Lazio che dicevano di essere satanisti,

altri dalla Puglia che si professavano "nazi-comunisti" o castronerie varie.

In quel social media A.S. si faceva chiamare "Cesare", e pretendeva che venisse usato quel nickname in qualsiasi occasione.

In quel gruppo giravano messaggi di ogni genere, ma a me interessava solamente che il ventenne romano mantenesse l'accordo che avevamo stipulato, quindi feci finta di nulla.

L'Estate stava dando spazio all'Autunno e i miei genitori finalmente erano tornati a casa dalle ferie.

Un pomeriggio decisi di uscire con qualche mio amico della vecchia scuola che frequentavo.

L'umidità che emettevano le strade asfaltate del centro di Bologna stava svanendo, lasciando il testimone ad un vento freddo, che in caso di negligenza personale poteva portare al raffreddore.

Arrivato col bus a Porta San Mamolo e scendendo per via d'Azeglio, incontrai i ragazzi.

Dopo aver preso della vodka da un Paki*ci sedemmo dietro ad un vicolo appartato e sotto a qualche nuvola di cannabis che stavamo allegramente fumando iniziai a raccontare dell'accordo preso col romano e di altre cose.

Uno dei miei amici, Vasilij, era particolarmente interessato della vicenda e approfittando di ciò gli chiesi se poteva entrare nel partito.

Contro le mie aspettative e il mio pessimismo cronico, accettò, ancora oggi non so perchè l'abbia fatto ma siccome era abbastanza alto e praticava thaibox, mi sarebbe tornato utile nel caso qualche strambo reietto del partito o qualcun altro mi avesse aggredito...

Vasilij,un ragazzo dalla doppia nazionalità italo-russa, era mio amico da un paio d'anni.

Nato a Bologna da madre russa e padre italiano, da piccolo passò molto tempo nell'Oblast* di Rostov,nel sud della Russia.

Ogni estate trascorreva le vacanze in quel posto, e ogni volta che tornava era malinconico, come se un pezzo di se rimanesse ancora là.

Aveva gli occhi bruni, una carnagione abbastanza scura per avere la cittadinanza russa e nonostante fosse magro come un grissino, non conoscevo nessuno che sapesse reggere l'alcool più di lui; A.S.,quando glielo presentai, era ben contento di averlo nella "squadra".

Il partito stava facendo bene e nel territorio italiano avevamo raggiunto la soglia dei 200 iscritti; nonostante quasi nessuno superasse l'età di 30 anni era un discreto risultato contando che il progetto era stato fondato solo un paio di mesi prima.

Il filantropo sprizzava di gioia tanto che mi accennò di essere già in contatto con qualche imprenditore padano, ma che dovevo aspettare perchè la trattativa era ancora agli inizi.

Il mio compito di responsabile stava proseguendo decentemente, ed ero anche contento che il romano stava in qualche modo mantenendo la sua parola, purtroppo il nostro informatico si ammalò di polmonite ma A.S. si applicò per farlo sostituire subito.

A detta di A.S. il sostituto doveva essere migliore del precedente, e sapeva occuparsi di Crowdfunding*e di programmazione di pagine web.

Come si era già inteso A.S. era un gran oratore, ma anche un gran manipolatore, non so se credesse a tutto quello che dicesse ma sapeva fare diventare vera una bugia; perciò un giorno io, Vasilij e Matteo arrivammo alla stazione di Casalecchio per andare ad incontrare lo sconosciuto e convinti di trovarci davanti il nuovo Aranzulla.

Si avvicinò a noi un ragazzetto di qualche anno più giovane, era il nostro informatico.Con una voce stridula pari a quella di Gollum, de "Il Signore degli Anelli", si presentò, si chiamava Marcello.Non so dove A.S. avesse preso quel geppo*di Marcello (che pareva a tutti gli effetti il sosia del mostriciattolo verde del famoso bestseller di Tolkien, se non che almeno non era stempiato e portava gli occhiali), fatto sta che iniziai lentamente a stufarmi del romano.

Marcello non era del tutto inetto, ma ci metteva troppo tempo nel fare le sue mansioni, il poveretto non aveva colpe e sembrava che non avesse nemmeno una vita sociale; tuttavia lo prendemmo in simpatia e lo battezzammo con l'appellativo di "Marcellino", dato il suo fisico gracile.

Verso Settembre A.S. mi contattò, mi disse che aveva trovato una fattispecie di accordo con un imprenditore di una azienda di alimentari non molto lontana da dove abitavo.

Nel caso avessi accettato avrei avuto un contratto annuale come magazziniere, inoltre avrei iniziato il mese di Ottobre e la paga non sarebbe stata male.

Successivamente,A.S. mi diede il contatto dell'imprenditore per stabilire un eventuale colloquio verso metà Settembre.

Era entusiasmante l'idea di poter trovare un lavoro, sarebbe stata come una rivincita per me, ovviamente non avevo ancora firmato, ma per una volta tanto ero fiducioso.

Nel frattempo l'U.F.I. era arrivata a 500 iscritti, di cui 55 solo a Bologna.



*Punkabbestia: Individuo quasi sempre presente in ogni angolo del centro di Bologna,spesso senza lavoro né casa, in aperto contrasto con le regole della società, e dall'abbigliamento eccentrico ispirato a quello dei punk inglesi degli anni '70.

*Paki: Nomignolo comune nello slang bolognese perchè i negozi di alimentari gestiti dai residenti pakistani sono sempre aperti 24h su 24.

*Crowdfunding: Pratica di micro-finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.

*Geppo:"Imbranato" nello slang bolognese.

*Oblast: L'equivalente della "Regione" nella Repubblica italiana.



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