Ariel scese per prima. Dopo aver chiuso lo sportello, si tenne dal tettuccio della macchina, camminando in punta di piedi fino a raggiungere la parte posteriore. L'acciottolato sotto i tendini le ricordò il dolore di quei momenti passati nei sotterranei del Lithium.
Gocce trasparenti scendevano timide sul suo corpo, mescolandosi con quelle che stavano solcando le sue guance. Proseguì a passo lento e trascinato, fino a quando non arrivò a toccare il cancello grigio con una mano.
Filadelfia...
Poggiò la fronte sul materiale freddo e attese il cigolio che ne precedeva l'apertura.
Ogni lacrima, una cascata di rimorsi.
Aperta la via d'ingresso, il cortile di cemento appariva di un grigio scuro a causa della pioggia.
Singhiozzava e, guardandosi intorno, si sentì schiacciata da un peso troppo grande da poter sopportare. Tutto in quel luogo sembrava rimproverarla; tranne quella figura che si dirigeva a passo spedito verso di lei.
Simon le corse incontro e, nella stretta del suo abbraccio, Ariel sentì venir meno tutte le forze. Si abbandonò a quelle braccia.
«Guardami Ariel... » le mani le stringevano il viso, fissando gli occhi nocciola in quelli arrossati di lei. «Non è colpa tua.»
Lo sguardo di Ariel barcamenava in cerca di una risposta sensata a quell'affermazione, perché in cuor suo si era convinta di essere stata lei - il Leone di Dio -la causa di tutto.
Simon le baciò la fronte, come a sigillare quel pensiero nella sua mente, stringendola di più a sé.
Ariel si guardò intorno e le sembrò che gli unici presenti nel Centro fossero loro. Niente volontari, né macchine parcheggiate come al solito. Oltre la porta d'ingresso alla sala mensa, Lucia, come pietrificata, attendeva con Heliu, impassibile.
Ariel non poteva sapere della visione che Lucia aveva avuto un mese prima, e non conosceva nemmeno il motivo per cui erano entrambi fermi lì, senza alcun cenno di bentornato.
Gli occhi di Heliu fissavano torvi l'essere che ancora non si era deciso di scendere dal veicolo in sosta. Entrambi sentivano montare il risentimento, l'astio e l'odio verso chi aveva provocato la perdita del loro amato fratello.
Heliu rivide nei ricordi il volto di un Joshua quindicenne che entrava nel Centro di Smirne accompagnato da Simon. Quel Centro-in cui i volontari di una delle Sette Chiese si dedicavano a giovani tossicodipendenti e alcolizzati per aiutarli a superare la dipendenza-li aveva visti crescere insieme.
Così simili nelle debolezze, così uniti nella lotta contro quella Setta che - nonostante gli specialisti di Smirne- aveva la capacità di far tornare nelle ombre quei giovani strappati alla morte.
Joshua gli parlava sempre di Simon, di quanto fosse importante per lui, di quando l'aveva salvato. Grazie a lui, al suo incoraggiamento, era riuscito a vincere "il mostro" che i Lucifer propinavano ai ragazzini che si avvicinavano al Pub Lithium: una pastiglia violacea; un mix, di droghe che i ragazzi bevevano inconsapevolmente al bancone del bar. Quello che accadeva successivamente quasi nessuno viveva tanto a lungo per raccontarlo.Quella Setta aveva anche sedotto la madre di Heliu, che lo lasciò solo e abbandonato a un oscuro avvenire, se non fosse stato per la mano di Simon.
Insieme a Joshua aveva corso, scherzato, litigato e amato in quel cortile diventato così buio, così vuoto, senza di lui.
Non posso amare chi ha ucciso mio fratello.
Lucia stringeva i pugni ai fianchi, nascondendo le mani dentro la stoffa del maglioncino di ciniglia. Si accorse con timore di stare recalcitrando alle parole che Simon le aveva rivolto, subito dopo aver appreso di quella visione che le aveva mostrato con tremenda chiarezza quel che, di lì a poco, sarebbe successo.
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The Name of Jesus Christ
ParanormalLa cittadina di Filadelfia sembra un borgo tranquillo, in cui la gente comune passa la giornata senza occuparsi degli strani avvenimenti che accadono da diverso tempo. Tuttavia, Simon si ritrova - suo malgrado - a combattere per la salvezza delle an...