Tu saresti la mia Lady,

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«"I can be your family."

“You wouldn’t be my family. You’d be m’lady.”»

Game of Thrones – Episode 3x05: Kissed by Fire

Goodnight, M’Lady.

L’espressione impensierita di Rory sfumò leggermente per lasciare il posto a un lieve sorriso, quando sentì bussare alla porta. Tre colpi leggeri e uno più deciso potevano significare solo una cosa, da quando aveva inventato per la sua migliore amica quella bussata in codice un po’ stupida: Prim era lì fuori che l’aspettava.

Si sforzò di mettere da parte per un istante la paura e la tensione che l’avevano tormentato per tutto il pomeriggio, al pensiero dell’indomani. Prim chiese permesso prima di entrare con il suo solito sorriso timido; in quel momento Rory riuscì a sostituire per un istante il nervosismo con la familiare stretta allo stomaco che avvertiva ogni volta che lei lo passava a trovarlo di sua spontanea iniziativa.

“So che è tardi” mormorò la ragazzina, guardandosi attorno alla ricerca degli altri fratelli Hawthorne. “Posy e Vick staranno già dormendo.”

I due piccoli di casa Hawthorne erano entrambi a letto con una brutta influenza e avevano trascorso gli ultimi due giorni a sonnecchiare, troppo deboli anche solo per fare una capatina in cucina.

Rory minimizzò, facendo spallucce: suo fratello non era ancora tornato dal Forno e quella sera non aveva affatto voglia di restare solo. Inoltre, era evidente che anche Prim fosse spaventata a morte: gli stava sorridendo, ma le guance arrossate e gli occhi un po’ lucidi  gli fecero pensare che avesse pianto da poco. Il bisogno di farla sorridere lo pungolò con insistenza, come accadeva sempre, quando la vedeva turbata per qualcosa.

“Non c’è problema, mia lady” replicò con un sorrisetto, improvvisando un inchino.

Prim si mise a ridere.

“Lady?” ripeté poi, rivolgendogli un’occhiata divertita. Rory esibì un'espressione compiaciuta, prima di stringersi nelle spalle: gli stava sorridendoUno a zero per il Re Rosso[1], palla al centro.

“Suona meglio di signorina” spiegò, facendole cenno di sedersi. “E poi ha quattro lettere[2]. E ti si addice” aggiunse, sforzandosi di mostrarsi rilassato mentre lo diceva. La guardò per un istante, avvertendo il solito fastidioso calore all’altezza delle guance: Prim non aveva di certo l’aspetto da nobildonna, con quel volto magro, segnato dalla tensione per l’indomani, e la camicetta spiegazzata, la cui coda sporgeva dalla gonna che metteva per andare a scuola. Eppure ai suoi occhi lo era eccome, una lady. Specialmente quando arrossiva, sorridendogli timidamente, come stava facendo in quel momento.

“A me non sembra che mi si addica…” mormorò la ragazzina, scoccando un’occhiata impacciata allo specchio appeso alle spalle di Rory: uno dei pochi oggetti d’arredamento presenti nella stanza. “…Si vede che sono ancora una bambina.”

Il suo sguardo tornò a spegnersi e l’amico si morse il labbro, intuendone all’istante il motivo: avevano entrambi dodici anni, ormai, e il giorno dopo si sarebbe tenuta la loro prima Mietitura. Forse esteriormente sembravano ancora due bambini, ma dal giorno successivo, per Capitol City, non lo sarebbero più stati. Erano ragazzi, possibili futuri tributi. Pezzi sacrificabili, come le pedine della scacchiera con cui lui e suo padre giocavano interrottamente per delle ore, quando Joel Hawthorne era ancora vivo. La stessa scacchiera con cui adesso giocava assieme a Prim. Ma dall’indomani non avrebbero potuto più avere come unica preoccupazione quella di scegliere se muovere un pedone piuttosto che portare avanti l’alfiere. La mietitura, per i dodicenni, era come un rito di passaggio: il giorno prima eri un bambino, quello dopo un adulto. Non esistevano le vie di mezzo.

[Hunger Games] Buonanotte, mia Lady.Where stories live. Discover now