eighteen

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Arrivati a casa andai subito a spogliarmi e a farmi una doccia.

Non badando neanche alla presenza di mio padre, che ci fosse o meno.

Rimasi un ora sotto la doccia. Non lo facevo mai ma quel giorno avevo molto su cui pensare.

Finita la doccia corsi in camera con l’asciugamano alla vita. Mi misi il pigiama che non era altro che una semplice tuta nera che mi stava grande e scesi le scale per raggiungere la cucina.

Mi accorsi subito dell’indesiderata figura di mio padre seduto al tavolo con un piatto davanti.

Lo sorpassai per andare dritto da mia madre che stava bisticciando con i fornelli.

La aiutai ad accenderli, mi ringraziò con un sorriso e riprese a cucinare.

Non parlavamo molto quando c’era mio padre, facevamo sempre attenzione a non tirare su argomenti sul quale sarebbe potuta iniziare una discussione.

Mi avvicinai al posa frutta e presi una mela per uccidere un po’ la fame.

<< Hai visto? Tuo figlio neanche mi saluta>> sentii mio padre alle spalle.
Stava usando un tono disprezzante.

Feci un respiro profondo cercando di non farmi notare.La pioggia iniziava a battere alle finestre.

<< Ciao papà>> dissi girandomi e addentando la mela.
Lui fece un ghigno. Mi pietrificai. Cazzo non di nuovo.

<< Sei proprio uno strafottente del cazzo>> disse buttando il cucchiaio che teneva in mano nel piatto pieno di minestra.

Fui felice che in quel momento mia sorella fosse in camera. Non volevo che assistesse a quello che sarebbe successo di lì a poco.

<< Secondo te da chi cazzo sono arrivati i soldi per farti andare a Venezia con la tua scuola eh? >> disse alzando il tono e guardandomi feroce negli occhi.

Io sostenni il suo sguardo. Mia madre continuava a cucinare con le spalle rivolte verso mio padre e me. Le ero grato, speravo solo non si intromettesse. Non volevo si facesse male.

<< Non mi saluti neanche? Non hai un minimo di riconoscimento nei miei confronti? Sei solo un piccolo bastardo! E pensi anche di essere dalla parte della ragione>> continuò.

Finii di mangiare la mela.

<< Ti devo lodare solo perché hai messo un po’ di spermatozoi dentro al corpo di mia madre? Non sei niente per me! Non hai mai fatto niente a parte rovinare tutto e spendere qualche soldo per me! Appena sarò grande abbastanza da comprarmi una casa io mene andrò da qui! >> quasi urlai ma me ne pentii subito.

Lui si alzò di scatto, prese il piatto che gli stava davanti e me lo lanciò addosso.
Fui abbastanza veloce da schivarlo accovacciandomi per terra.

La ceramica si frantumò sopra la mia testa cadento in piccoli pezzi vicino al mio corpo. Ebbi solo il tempo di vedere i piedi di mio padre venire verso di me.
Mi prese da i capelli e mi sbattè per terra.

La testa sbattè contro al pavimento e rimasi stordito per qualche secondo.
La sentivo pulsare.
Mi portai una mano sulla fronte per poi guardarla. Era sporca di sangue. Le lacrime di dolore mi offuscarono la vista.

Sentii la presa di mio padre sul mio braccio mentre mi tirava su e mi buttava fuori dalla cucina.

<< Sei solo un viziato del cazzo. Tu sta sera non ceni e scordati di toccare cibo anche domani >> finì tornando al tavolo.

Io ero ancora sdraiato per terra. La testa mi girava. Mi sedetti.

Alzai lo sguardo su mia madre che sostava sulla soglia della cucina.
<< Mamma>> sussurrai.
Voleva davvero lasciare suo figlio con un uomo del genere?

Lasciati Accarezzare // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora