Autrice: Elena Ferrante
Pagine: 451
Casa Editrice: Edizione e/o
Trama: Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e "rinascite". Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l'altro allo scontro con i potenti fratelli Solara).
Recensione: Ho trovato "Storia della Bambina Perduta" il miglior libro della quadrilogia assieme al primo.
Nel complesso penso sia il libro piu' bello che abbia mai letto.
Bello per la scrittura che arriva al cuore, nella quale -come dice Elena Greco- non si sente l'artificio della scrittura ma pare lingua parlata.
Bello perchè per una volta l'amore non viene idealizzato ma viene raccontato in tutti i suoi limiti e mediocrità, mentre l'amicizia vera, nonostante sia piena di tagliole che occorre schivare, sopravvive nell'individualità e nella libertà di chi la vive molto piu' di quanto si possa immaginare. E lascia in noi segni indelebili, ci influenza tutta la vita.
Bello perchè la Ferrante ci lascia vivere assieme a due personaggi a mio avviso (entrambi) straordinari, Elena e Lila, i cui caratteri, le cui paure, le capacità di cogliere le opportunità che la vita offre loro, sono profondamente diverse. Per questo motivo le protagoniste prenderanno strade completamente diverse pur essendo nate e cresciute nello stesso miserabile rione, pur condividendo inizialmente lo stesso sogno.
Bello perchè ci racconta un mondo di contraddizioni il cui centro non poteva che essere Napoli, un mondo di orrore e di bellezza, di continua distruzione e di rinascita, di violenza e delicatezza. Ci racconta il mondo di chi ama la vita (Elena) e di chi invece vuole cancellarsi (Lila), facendoci stupire di quanto questi opposti possano essere intimamente legati e di quanto essi si influenzino reciprocamente.
Bello l'epilogo, a mio avviso molto positivo, che richiama l'infanza ed i sogni come la cosa piu' preziosa che si è avuta, e quel desiderio, talvolta persino incosciente, di "diventare" ("diventare" è uno dei maggiori temi del libro) che nella vita di una donna non si esaurisce mai.
Copertina: