IL PRIMO PIANTO APRE I POLMONI

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Chi può dire di sentirsi veramente soddisfatto?
Farsi una bella famiglia ti rende soddisfatto? Sicuramente si.
Chi non la vorrebbe? Io.
Farmi una famiglia mi imporrebbe situazioni che renderebbero più complicato il mio processo di realizzazione. Chi si fa una famiglia ed è felice dovrebbe alzarsi alla mattina e sorridere perché sa di essersi realizzato. E non sto dicendo che chi non abbia una famiglia sia fallito, non vorrei che passasse questo messaggio. Ognuno si realizza a modo suo, ecco perché tutto è relativo.
Io ho 19 anni e non posso dire di sapere quello che mi riserverà il futuro, voglio costruirmelo passando anche da questo scritto. Diventare qualcuno o diventare qualcosa? 
Non voglio un mio cartonato, niente foto stampata sulle prime pagine di riviste settimanali a 1,50€ con inserto di “cotto e mangiato”, pff che brutta fine sarebbe, ma in fondo nessuno mi ha mai chiesto nulla.
Per sapere ciò che si vuole essere bisogna prima sapere chi siamo.
Aldo Palazzeschi poeta del ‘900 probabilmente fece il mio stesso ragionamento quando scrisse quel capolavoro che mi colpì così tanto.
Chi sono?
Son forse un poeta? No certo.
Non scrive che una parola, ben strana la penna dell’ anima mia:                                                            “follia”.
Son forse un pittore? Neanche.
Non ha che un colore la tavolozza dell’anima mia: “malinconia”.
Un musico allora? Nemmeno.
Non c'è che una nota nella tastiera dell'anima mia: “nostalgia”.
Sono dunque... che cosa?
Io metto una lente davanti al mio cuore per farlo vedere alla gente.
Chi sono?
Il saltimbanco dell’ anima mia.
- Aldo Palazzeschi –

Io ho deciso di scrivere per mettermi esattamente come sopra citato una lente davanti al mio cuore per farlo leggere alla gente, dal contenuto bello o brutto che sia, questi fogli sono la mia lente, dicono che la bellezza di una persona sia al suo interno… vedremo.                                4-1-16   00.21
Penso che sia difficile aprire ed apprezzare realmente qualcuno, insomma io adesso mi sento spoglio poiché in diciannove anni mi sono creato un immagine da riflettere sulle persone, sono ironico e aperto ma allo stesso tempo introverso e timido insomma una contraddizione, ma solo per non far capire realmente cosa provo o percepisco. È un meccanismo di difesa, dopotutto i mostri, quelli veri, quelli che si nascondo meglio , quelli che non stanno dentro l’armadio siamo noi, possiamo uccidere fisicamente ma soprattutto psicologicamente quest'ultima probabilmente anche più crudele, di conseguenza meno informazioni abbiamo sul prossimo, meno informazioni hanno su di me più mi sento protetto, salvaguardato proprio come una specie in estinzione  o per lo meno mi piace sperarlo. Tornando a Palazzeschi e al mio “momento” vi sto dando una giustificazione per giudicanti , di farti una vostra idea sulla mia persona. Buon lavoro.
Quali sono le domande che veramente contano?
- Qual è il senso della vita?
- Da chi veniamo?
- Siamo soli nell’ universo?
Non credo… le domande che più mi attanagliano e mi mandano in paranoia sono le più banali, la più classica ad esempio è “troverò qualcosa nel frigo?”. Tutto qui.
Ora alzi la mano chi non se la pone almeno una volta al giorno. Apri il frigo e speri di trovarci qualcosa… come sempre. Alla fine non c’è nemmeno da porsi il problema di quale sia il reale senso della vita.
Ognuno vive la propria sperando di darle un senso, ma non è necessario, Come diceva? Ah si, tanto non ne uscirai vivo. Perciò “carpe diem”, prendi quello che viene e cerca di spremerti fino all’ultimo per goderti ogni attimo…non ti curare di ciò che ti circonda, hai sonno? Dormi.
Ti rompono le palle perché non combini nulla? Girati dall'altra parte e continua a dormire. Non hai fame? Non mangiare.                 Tutto opinabile eh.
La tua vita la indossi tu, vestiti come credi.
Vuoi rischiare? Rischia, se c’è la possibilità di perdere è ancora più eccitante, ma ricorda, senza recar danno a nessuno. Perché dovrei alzarmi alle 7.00 e inveire contro la sveglia per omologarmi con altri miliardi di automi?
Perché sei vittima del consumismo, della globalizzazione, del senso civico. Sei un bravo cittadino se butti la spazzatura nella differenziata. Ebbene sì. Carta nel bidone bianco mi raccomando non sbagliare, ah e se sbagli colore multa ovviamente.
Chi da la multa spesso è lo stesso che dice che l’educazione non passa dalle punizioni. Bella ipocrisia.
Ipocrisia.
Ipocrisia.
Ipocrisia!
Era meglio non scriverlo. L'ho scritto, mi sento una zitella che ai filossi del quartiere ha da dire su tutto e tutti.
Io sono un ipocrita.
Ah, beh anche tu lo sei.
Automi ipocriti. Con noi stessi il più delle volte.
Io sono un ipocrita perché domattina sarò incazzato con la sveglia e non farò nulla di diverso da ciò che ho fatto stamattina, bravo Mattia.
La vera contraddizione è pensare che lo facciamo per poi sperare che magari in futuro cambieremo le nostre abitudini, non cambieranno perché paradossalmente ci abitueremo alla quotidianità e saremo talmente frustrati da giustificarci con frasi del tipo “lo fanno tutti”, se non peggio “alla fine non era tanto male”, siamo la specie che meglio si adatta alle condizioni esterne.
Un pazzo uscirebbe dal coro, usare la tua testa, ti guarderanno con invidia, l’invidia altrui ti distruggerà e se non sarai quel pesciolino rosso che non si fa prendere dal retino comandato dalla bimba capricciosa beh avrai vinto. Ma il mondo non è così brutto come scrivo, anzi oggi c'è una splendida giornata. Ali sporche.
5-5-16
Ricomincio a scrivere dopo circa dieci mesi di pausa dovuti a… nulla, non avevo semplicemente voglia. O forse la biro scarica, si perché scrivo ancora a biro, sono figlio della “brutta” pre tema scolastico da consegnare in “bella”.
MI sembra quasi che io abbia qualcosa di interessante da scrivere, non penso sia realmente così, quanti figli siamo al mondo? Tredici miliardi mi suggerisce la regia e quindi cosa vuoi che abbia di così colto, interessante o impegnato da dire in più rispetto a qualcun altro mio fratello? Nada.
Vivo situazioni che già vengono raccontate dai telegiornali, dai finti preti moralisti e dai rapper… niente di nuovo, posso darti uno spaccato di quotidianità visto dai miei occhi bruni, coetanei imparanoiati dai soldi e allo stesso tempo imbambolati dai soldi che vengono loro mostrati o sbeffeggiati da terzi, però i miei amici mi sorridono
I miei amici mi sorridono.
Scendi in strada e vedrai il fattorino che non sa come arrivare a fine mese, voltati e noterai entrare in quel posto che ti sembra losco lo scommettitore che cerca di risollevarsi e svoltare giocandosi tutto, ha più coraggio di chi si arrende alla mia età.
Ma i miei amici mi sorridono.
È sempre troppo facile arrendersi, “alla fine non era tanto male”, vorrei che anche i miei amici capissero.  Stare su una panchina o a letto tutta la mattina su instagram non ci farà cambiare nulla, ma nonostante tutto mi sorridono. 

Dio c'è.

Io credo in Dio.


Non ho mai avuto una educazione tradizionale e consona ad un cristiano cattolico, sono battezzato e tutto ma i sacerdoti, le autorità cristiane in genere non mi hanno mai condizionato, se credo è perché voglio sperare. Ì preti fanno il loro lavoro, rispettabilissimo. Alla fine che differenza c’è tra loro e un impiegato?
Posso giudicare un prete esattamente come un impiegato. Adoro chi moralizza dalla propria idilliaca posizione sociale, poi però dimmi cosa nascondi. È questa la nostra forza, non cambieranno noi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 22, 2020 ⏰

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