17. Impassibile (più o meno)

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Ero una di quelle ragazze che quando si impegnava in una relazione ci dava l'anima, che faceva di tutto per far sentire il suo compagno amato e importante e che se veniva lasciata, illusa o nel mio caso tradita ne usciva distrutta.

Ecco come mi sentivo in questo momento, distrutta.

Non parlavo con nessuno, ero chiusa in camera da giorni ormai e il massimo che facevo era andare di sotto a mangiare e andare in bagno.

Con i ragazzi scambiavo si e no due parole e rispondevo sempre a monosillabi.

Era come se fossi m0rta, solo che il mio cuore continuava a battere e il mio corpo a muoversi.

Mi alzai dal letto svogliatamente e andai in bagno, mi guardai allo specchio: grandi occhiaie contornavano i miei occhi, i capelli erano legati in un concio mal ridotto e le labbra erano disidratate.

Avevo un aspetto orribile, ma infondo esso rispecchiava quello che provavo dentro: la distruzione.

Poco mi importava di quello che pensava la gente.

Scesi al piano terra ed entrai in cucina.

Come se avessi una calamita addosso attirai gli sguardi di tutti i presenti.

"avanti ragazzi è passata una settimana ormai, levatevi quegli sguardi compassionevoli dalla faccia e ignoratemi" sbottai e afferrai dal frigo una bottiglia di latte per poi versare il contenuto in una tazza.

La cosa che mi dava più fastidio era la compassione, odiavo le persone che facevano così, come se potessero sapere quello che stavo provando.

Tutti distolsero lo sguardo, tutti tranne Madison che si avvicinò e prendendomi per un braccio mi trascinò fuori dalla cucina.

Ciao ciao colazione.

"non puoi andare avanti così" mi disse.

"così come?" chiesi con tono neutro.

In quest'ultima settimana ero riuscita a controllare tutte le mie emozioni, arrivando a non farne trasparire neanche una.

Ero diventata impassibile e nessuno poteva cambiare niente.

"ti stai distruggendo da sola, quando dopo tutto questo dovresti uscirne più forte" disse con un tono improvvisamente dolce "la Katie che ho conosciuto, adesso non sembrerebbe uno zombie, adesso starebbe qui a scambiare qualche battuta e a ridere con i ragazzi" continuò il suo discorso.

"la Katie che hai conosciuto non c'è più" dissi impassibile e feci per andarmene ma mi afferrò di nuovo il polso.

"ci manchi Katie, manchi a tutti" disse triste.

Spostai lo sguardo verso la cucina e notai tutti gli occhi puntati si di me, ma uno in particolare attirò la mia attenzione.

Anthony era appoggiato all'isola in mezzo alla cucina e mi guardava con un mezzo sorriso, ma dagli occhi trapelava tristezza.

Qualcosa dentro di me si mosse, la barriera che avevo costruito intorno al cuore e che mi permetteva di non far trapelare emozioni stava cedendo.

Senzq un particolare motivo una lacrima sfuggì al mio controllo e con un gesto veloce della mano l'asciugai.

Spezzai il contatto visivo con Anthony e poggiai lo sguardo su Madison che mi sorrise.

Feci un piccolo accenno di sorriso e annuì debolmente.

Lasciò andare il polso e finalmente mi allontanai da quella strana situazione.

Mentre salivo le scale sentii dei mormorii provenire dalla cucina, ma li ignorai e mi diressi verso la mia camera.

Mi buttai a peso morto sul letto e affondai la faccia nel cuscino, rendendolo poco dopo umido per colpa delle lacrime.

Tutto l'autocontrollo che avevo avuto fino a quel momento se ne andò a quel paese.

Il rumore della maniglia della porta che si piegava mi fece alzare la testa di scatto dal cuscino e mi girai dalla parte opposta quando realizzai che qualcuno stava entrando nella mia stanza e stava interrompendo un momento così intimo.

"evita di interpretare la parte della ragazza impassibile che non regge con me, so che stavi piangendo" riconobbi la voce di Anthony.

Sorrisi involontariamente alla sua affermazione, ma non mi girai ancora.

"sono tutti preoccupati per te, anche se ti conoscono da poco si sono affezionati" sentii il letto piegarsi alla mia destra.

"non voglio la loro compassione"

"non è compassione" disse solamente.

Scrollai le spalle.

"mi manchi Anderson" affermò all'improvviso e io mi girai così velocemente che quasi mi si spezzò l'osso del collo.

Le dimostrazioni d'affetto di Anthony erano davvero rare per questo spalancai leggermente la bocca.

"ho bisogno della mia migliore amica e non di una stupida e finta ragazza impassibile" disse sorridendo.

"mi sei mancato anche tu" dissi abbracciandolo e inspirando il suo profumo che mi era mancato.

Qualcuno bussò e io ed Anthony ci girammo.

Una chioma bionda e due occhi azzurri spuntarono da dietro la porta.

"sei riuscita a farla ragionare?" chiese Mads al ragazzo di fianco a me che annuì.

La ragazza entrò completamente dentro la camera e saltellando si avvicinò a noi "bene allora possiamo attuare la fase 2 del piano"

"che piano?" chiesi passando lo sguardo da Anthony a Madison.

Quest'ultima sembrò pensarci su "adesso che me lo fai notare non ho dato un nome al piano" disse impacciata e io risi di nuovo dopo tanto tempo.

Ci pensò ancora un po' su finché non esclamò "piano riportiamo indietro la vecchia Katie!" esultò e ridemmo tutti e tre.

Mi faranno uscire pazza questi ragazzi.

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Capitolo di passaggio!
Love u❤️

𝓼𝓰𝓾𝓪𝓻𝓭𝓲 𝓭𝓲𝓼𝓽𝓪𝓷𝓽𝓲 𝟐 | Payton Moormeier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora