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"Il programma era solo shopping! Non anche il parrucchiere!" Urlai chiudendo la porta dell'appartamento con poca delicatezza mentre guardavo le due ragazze con i capelli di un colore diverso dall'ultima volta. Quel pomeriggio infatti era iniziato con un giro dentro e fuori dai negozi per cercare qualcosa per l'uscita di quella sera, facendo felice Marianna.

"Due ore! Vi avevo chiesto due ore mentre voi finivate in quel negozio mentre io facevo la spesa! E come vi ritrovo!? Una viola e una rossa!" Lasciai cadere le borse a terra con gli occhi sgranati.

"Mati...- Irene mi si avvicinò allungandomi la carta di credito -penso sia bloccata" disse, la ormai rossa, mentre faceva un sorrisino nel tentativo di addolcirmi. Presi la carta facendo un respiro profondo e strinsi l'altra mano a pugno.

"Okay. Bene. Voi andate a lavarvi e a prepararvi che siamo in ritardo. Io vado a cercare di fare un bonifico sulla prepagata" dissi quasi sibilando mentre mi incamminavo verso le stanze.

"E la prossima volta almeno domandatemi se voglio anche io farmi qualche colore!" Sbattei la porta della camera mentre sentii le altre sospira di sollievo. Dopotutto non ero così arrabbiata con loro, solo sconvolta. Mi sedetti al computer e velocemente feci un bonifico urgente dal mio conto alla prepagata; preferivo fare così, almeno se mi avessero preso il portafoglio avrebbero preso solo i soldi presenti nella carta. Dopo essermi accertata di avere almeno i soldi per quella sera misi tutto nella borsa e andai a vedere cosa le due pazze avevano comprato. Dalle borse che portava Irene tirai fuori una scatola da scarpe contenente dei sandali con la zeppa su tutta la suola ridendo; bel tentativo di alzarti Irene. Dentro la seconda scatola c'erano un paio di tacchi alti, troppo.

"Hai già in mente di portarti via le sneaker Mari?" parlai piano mentre prendevo le due paia di scarpe e mettevo quelle di ognuna nella rispettiva camera. Portai le due borse rimanenti in cucina per tagliare i cartellini dei vestiti che avevano preso. In quel momento mi sembrava di essere tornata a quando ancora tutte eravamo al liceo e i giri di shopping erano frequenti, anche solo per stare assieme.

Da quando ci eravamo separate da Sara le cose erano rimaste simili, ma si usciva assieme quasi sempre solo se si aveva bisogno davvero di qualcosa. In quel periodo dentro tutte noi ci fu un effetto domino dopo la sua partenza. Era crollato tutto dentro di noi. Passare dal vedersi sempre al non vedersi. Quei tre anni di distanza avevano quasi totalmente spazzato via quelli trascorsi assieme. Ed ora? In qualche ora passata assieme semplicemente a parlare tutto si era ricostruito. Eravamo di nuovo tutte assieme. Tutte assieme con tredici intrusi. Quei ragazzi erano delle persone fantastiche per quel che ne sapevo. Già dal fatto che avevano aiutato la piccola Irene potevano essere considerati buoni. Però ero invidiosa di loro. Non per quello che erano, ma per quello che avevano: la nostra amica. Il mio egoismo in quel momento era a livelli immaginabili, ma loro erano tutti quello che avevo e che avrei avuto per tutto il corso della mia vita. Quei tredici ragazzi erano riusciti a rompere l'equilibrio del nostro piccolo mondo in un secondo.

"Non se la meritano..." pensai ad alta voce senza rendermene conto.

"Chi non merita cosa?" girai velocemente su me stessa e sorrisi alle due che erano appena uscite dalla doccia

"Nulla, state tranquille" misi giù la forbice "dato che avete fatto tagliate voi i cartellini, io mi faccio la doccia" spostai le borse verso le ragazze mentre uscivo dalla cucina. Passai per la mia stanza prendendo un cambio che avrei messo fino al momento di uscire e poi andai nel bagno dell'appartamento. Cercai di fare tutto nel minor tempo possibile per non lasciare le due da sole con una forbice assieme a loro ed evitare un disastro. Una volta risciacquata i capelli uscii velocemente dalla doccia e, vestita, le raggiunsi.

"Mentre sistemo la spesa voi andate a prepararvi, poi vi raggiungo" aspettai che se ne andassero d'ala cucina per poi sistemare il cibo dentro gli scaffali della piccola cucina. Una volta finito andai verso il corridoio ritrovandomi le due.

"Wow, da quando siete così veloci?" Sorrisi e guardai bene i vestiti che indossavano. Marianna si mise subito ad indicare alternatamente i sandali argentati e la cintura tra i passanti dei jeans neri, cercando di farmi notare che aveva abbinato entrambi mentre Irene passava le mai sulle paillettes della maglietta che cambiavano colore

"Waaa... sono luminosa... questa maglietta mi fa più tette, vero?" La piccola ci guardò speranzosa mentre la viola scuoteva la testa.

"Mi dispiace..." si avvicinò per poi accarezzarle la testa con un'espressione triste in viso, ridendo sotto ai baffi.

"Non uccidetevi, vado a cambiarmi" raggiunsi in fretta la camera e decisi di stare comoda: jeans chiari con un solo strappo sul ginocchio e una maglia bianca. Quella sera non era un'occasione per bere e fare festa, solo per stare assieme ancora.
Una volta indossate le scarpe presi il telefono leggendo il messaggio di Sara, inviato una decina di minuti prima

<siamo partiti, siamo in auto quindi ci mettiamo poco>

Eravamo in ritardo. Poco ma sicuro. Corsi dalle ragazze afferrando le chiavi e andai alla porta.

"Veloci, penso siano già arrivati" Chiusi a chiave l'appartamento scendendo le scale, sapendo che l'ascensore ci avrebbe messo troppo.

"Sono emozionantissima!" Rise Marianna seguendomi con due giacche in mano che riconobbi come quella sua e quella di Irene

"E per me? La giacca?" Aprii il portone principale facendole passare.

"Eh la tua valigia era ancora fatta. Non so dove le hai messe"

"Va bene. Tanto non sarà nulla di impegnativo questa serata. Solo una cena e poi a casa" annuii cercando più che è altro di convincere me stessa per non picchiarmi mentalmente per essermi dimenticata quel pezzo di stoffa che mi avrebbe impedito di congelarmi.

"Mati, fa caldo. Dovresti tranquillizzarti" parlò Irene mettendosi vicino a me sul marciapiede.

"Hai ragione... voi vedete qualcosa?" Mi alzai sulle punte cercando di scorgere un'auto che potesse essere quella della nostra amica.

"Uhm... là! Quella grigia!" Mari indicò una berlina poco distante che aveva appena fatto i fanali. Una volta avvicinate guardammo le due figure all'interno bardate di mascherina e occhiali da sole.

"Forza, salite" Sara abbasso il finestrino mentre il ragazzo di fianco a lei sbloccava le porte e quando fummo tutte dentro partí.

-I can't love you- SVTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora