18. NO allo sfruttamento maschile

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"mi puoi ripetere esattamente cosa vorresti fare?" chiesi per quella che forse era la terza volta.

"riportarti a nuovo" disse Madison con tono ovvio.

"e allora mi spieghi perché mi stai turturando?" non stavo esagerando, Mads tra trucco, vestiti e cianfrusaglie varie mi stava veramente torturando.

"se bella vuoi apparire un poco devi soffrire" rispose con una scrollata di spalle.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai rumorosamente di proposito.

Guardai malinconica i miei vestiti buttati sul letto, quanto avrei voluto rindossare quella maglia e quei pantaloni estremamente enormi, ma Mads mi aveva costretto a indossare un top e dei pantaloni strappati.

Per quanto riguarda il trucco, fortunatamente non esagerò, mi mise solo un filo di mascara e un rossetto rosso che si intonava con il top.

Il risultato finale non mi dispiacque tanto, anzi era piuttosto carino.

"scendi quando sei pronta" disse sorridendomi e avviandosi verso la porta.

Le bloccai un polso e quando si girò le sorrisi "grazie" dissi sincera.

"non ho fatto nulla" si screditò lei.

La avvolsi in un abbraccio che non tardò a ricambiare e sperai magari che questa era la volta buona che avevo trovato un'amica.

Lasciò la stanza e io la seguii poco dopo.

Mentre scendevo le scale per arrivare al secondo piano pensai che era il momento di andare avanti, mi ero pianta addosso per troppo tempo: era ora di riprendere la mia vita in mano.

Feci il mio ingresso in salotto e vi trovai quasi tutti.

Calò il silenzio, nessuno spiccava parola e sembrava non ne avessero intenzione.

Un telefono squillò, riconobbi la mia suoneria e sentii la mia tasca posteriore vibrare.

Tirai fuori l'oggetto elettronico, ormai una vera dipendenza per i giovani, e vidi il nome di chi mi stava chiamando.

Fissai lo schermo a lungo, il tempo sembrò essersi fermato e il sangue mi si gelò nelle vene.

"chi è?" chiese Anthony preoccupato risvegliandomi dal mio stato di trance.

Alzai gli occhi e stranamente trovai tutti a fissarmi con uno sguardo curioso e timoroso.

"Payton" mi faceva ancora male dire quel nome, ma come avevo detto prima dovevo andare avanti.

Spensi il telefono e lo rimisi nella tasca "allora? Non salutate la vecchia Katie?" sorrisi e allargai le braccia.

"era ora!" esultò Bryce alzando le braccia in aria e venendomi ad abbracciare.

Risi quando mi sollevò da terra e subito mi sentii più leggera e spensierata, mi era mancato essere così.

"gli altri?" chiesi dopo aver festeggiato con il resto del gruppo il mio 'ritorno'.

"Quinton, Josh, Nessa, Griffin e Kio sono in giro per LA mentre Tayler dovrebbe arrivare a momenti" rispose Jaden.

Con un tempismo sovrumano il campanello suonò avvisando l'arrivo di qualcuno.

Saltellando scesi all'ultimo piano ed andai ad aprire la porta.

Come pensato, mi ritrovai Tayler davanti che mi sovrastava con la sua altezza, coprendomi tutta la visuale alle sue spalle.

"ragazzina finalmente sei uscita dal tuo covo" mise una mano tra i miei capelli e li scompigliò.

Gli rifilai un'occhiataccia che subito venne sostituita da una di pura curiosità non appena sentii due voci differenti dietro al ragazzo.

"sono voluti venire anche loro" finalmente Tayler decise di spostarsi, rivelando due ragazzi.

Chase e Tony sorrisero e mi vennero a salutare.

"mi dispiace non avervi avvisato che non sarei tornata alla Hype House" mi scusai subito e mi sentii tristemente in colpa.

"tranquilla abbiamo saputo quello che è successo, ci dispiace tanto" disse Tony e Chase annuii per poi abbracciarmi di nuovo.

"sto bene, davvero" dissi e risi quando capii che Chase non si sarebbe staccato dall'abbraccio.

"cosa stai facendo?" dissi quando sentii la sua stretta farsi più forte.

"la cozza" disse provocandomi una risata "e tu sei il mio scoglio" disse con tono poco seducente.

Scoppiai a ridere nuovamente e dopo qualche altra battuta Chase si decise a lasciarmi andare.

Entrarono in casa, mentre Tayler rimase sulla soglia della porta.

"non entri?" chiesi confusa.

"non si saluta?" ribatté lui con tono arrogante.

Lo affiancai sotto il suo sguardo perplesso e gli lasciai una gomitata sul fianco.

Si piegò in due dal dolore e quando la sua guancia fu alla mia altezza ci lasciai un bacio.

"ciao Tyler" dissi soddisfatta e mi incamminai verso il salotto.

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"io dico NO allo sfruttamento maschile" se ne uscì ad un certo punto Chase.

"concordo" disse Jaden "io e i ragazzi stiamo camminando da ore con 5 buste in mano a testa, mentre voi non avete niente" si lamentò.

Io e Madison eravamo riuscite a convincere i ragazzi a fare un giro per i negozi di Melrose Avenue, uno dei luoghi più adatti per fare shopping a Los Angeles.

La situazione era più o meno questa: io e Madison che entravano in ogni negozio e i ragazzi che ci seguivano con i nostri acquisti, lamentandosi in continuazione.

Più cose scoprivo di questa città più me ne innamoravo.

Mi bloccai improvvisamente quando notai un vestito in una vetrina dei tanti negozi che popolavano questa strada.

Arrivava appena la sopra le ginocchia e aveva una fantasia floreale, semplice proprio come piaceva a me.

"oh no" disse Tayler non appena capí dove era puntato il mio sguardo.

"oh sì" dissi e lo afferrai per un braccio, trascinandolo verso il mio futuro acquisto "ragazzi voi continuate, noi vi raggiungiamo tra poco" esclamai prima di entrare nel negozio.

Mi avvicinai alla commessa, le sorrisi e le chiesi se mi poteva portare la taglia del vestito.

Mi diressi subito in camerino e provai il capo.

Aprii la tenda e andai da Tayler che stava osservando, con un certo interesse, l'intimo femminile.

Ah, gli uomini.

"Tayler" lo richiamai "che te ne pare?" chiesi facendo un giro su me stessa.

Rimase dei secondi immobile, senza proferire parola.

"Tayler? Ci sei?" mossi una mano davanti alla sua faccia.

"carino" disse una volta che si riprese.

"bene, lo prenderò come un 'stai benissimo, lo devi prendere assolutamente'" dissi e me ne tornai in camerino sotto le sue risate.

Pagai il vestito e con la busta in mano uscii da quel magnifico negozio.

Camminammo lungo il marciapiede alla ricerca dei nostri amici quando improvvisamente un uomo mi finì quasi addosso e mi fece cadere la busta con dentro il mio nuovo acquisto.

"mi scusi, mi ero distratto un attimo" disse impacciata una voce maschile fin troppo familiare.

L'uomo si alzò per porgermi la busta e quando lo vidi in faccia mi immobilizzai sul posto, volevo indietreggiare, scappare da tutto, ma i miei piedi erano come attaccati al suolo.

"papà?"

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E adesso?
Love u❤️

𝓼𝓰𝓾𝓪𝓻𝓭𝓲 𝓭𝓲𝓼𝓽𝓪𝓷𝓽𝓲 𝟐 | Payton Moormeier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora