•capitolo quinto•

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~Helais

-Okay, te lo dirò, andremo in..- disse Adam, ma in quel momento squillò il suo telefono - Scusa un attimo- continuò lui -Okay-  risposi un pò triste. Adam, dopo qualche minuto, chiuse la chiamata guardandomi con aria divertita  -Perchè quella faccia? Non sei felice che andremo in campeggio?-  -Davvero?! Andremo in campeggio!?- urlai in preda all'entusiasmo -NO! Non ci credo! Non ci sono mai andata!- continuai ridendo come una deficiente. Alla mia espressione, Adam, scoppiò a ridere cingendomi con una mano le spalle -Oh, sì, ci andremo, e verranno anche Janny e Matt- disse lui, poi con tono severo aggiunse -Ma devi vedere se ai tuoi sta bene che andremo soli..-   -Deve andargli bene!- risposi io ancora elettrizzata dalla notizia, e lui continuò a ridere. -Ti va di fare una passegiata finchè c'è luce?- mi chiese Adam     -Sicuro! Dove mi porti?- chiesi di nuovo io con impeto, mordendomi il labbro inferiore -E se ti dicessi che anche questa è una sorpresa?- rispose lui alzando un sopracciglio in tono di sfida. A quel punto non replicai nulla, girando gli occhi al cielo, mi feci trascinare in nella sua Volkswagen Golf, vecchia e decrepita. Salii e cercai di infilare la cintura di sicurezza, ma non entrava -Questa cosa non entra!- esclamai spazientita dai segreti di Adam e da quei aggeggi rotti. -Dà qua, faccio io- disse lui facendo entrare alla perfezione il gancio della cintura nella bocchetta.

 Erano già quaranta minuti che eravamo in viaggio -Ma mi stai portando nel Paese delle Meraviglie per caso?- chiesi io scocciata -Sii paziente Helais- rispose lui pacato -Hai detto "Una passegiata finchè c'è luce"- continuai io. -Inizia a scendere il sole,sai, non sta qui per te-. Lui non rispose, abbozzò, soltanto, un sorriso. A quel punto mi rassegnai; guardando fuori dal finestrino, vedevo gli alberi che se ne andavano dietro le mie spalle, e le case sparpagliate per le colline che non avevano più forma. Gli alberi avevano, alcuni, le foglie rosse e gialle, ed altri, ancora tutte verdi. Era bello vedere il ciclo della natura che cambiava. Il viaggio in macchina continuò per un'altra ora abbondante, e le mie gambe si erano intorpidite. Adam girò per una piccola strada sterrata che finiva all'inizio di un fitto boschetto illuminato dal poco sole rimasto. Fermò la macchina e venne ad aiutarmi a slacciare quella maledetta cintura di sicurezza. I miei piedi erano posati su un tappeto di foglie umide e arancioni. C'erano anche alcuni funghi,e gli alberi erano ricoperti di muschio bianco, sotto di essi si trovavano arbusti spinosi con bacche rosse. Era un bosco meraviglioso, si sentiva il profumo di erba umida e il cinguettio di alcuni uccellini, e in lontananza un il rumore di un ruscello.-Ti piace?- chiese lui con un tono di voce che si univa perfettamente al panorama. Ancora incantata da quel piccolo posticino risposi -Si..-    -Sono contento..- fiatò lui con un sussurro, come per non disturbare i miei pensieri. Mi prese per un polso e mi guidò per una stradina inoltrata nel verde. Inciampai un paio di volte alle radici degli alberi, ma Adam era pronto a riprendermi, sempre. Anche se mi aveva tenuto nascosto un sacco di cose gli volevo comunque bene, ma, adesso, mi andava di fare la bambina cocciuta e farmi coccolare un pò  -Mi fammo male le gambe, quando arriviamo?- chiesi piagnucolando. Lui si girò e, guardandomi con un mezzo sorriso sulla bocca -Non riesci proprio a fare la brava eh?- rispose lui sempre calmo, io sbuffai in segno di disapprovazione. Dopo un pò arrivammo in un campo verde grandissimo pieno di fiori viola e gialli, e l'ombra del pioppi alti tutt'intorno. C'era anche un piccolo ruscello, quello che avevo sentito all'inizio del bosco. Mi venne l'impulso di correre, e così feci, corsi a perdifiato tutt'intorno. Mi sentivo viva, l'aria umida mi entrava nei polmoni e mi inondava di brividi. Il mio cuore pompava sangue a sufficienza da permettermi di correre. Ridevo come una scema finquando non caddi senza fiato sui fiori, con un respiro pesante. Adam si venne ad allungare accanto a me dicendomi -Sapevo che eri matta, ma non fino a questo punto-    -Ma non sarò mai peggio di te- risposi senza fiato portandoli un dito contro. Lui inizò a ridere, poi mi prese dai fianchi tirandomi più vicino a lui -Sei bella quando sei rossa in faccia con il cuore che ti martella il petto- disse scherzando. Io nascosi la faccia sul suo petto e lui mi diede dei baci sui capelli sussurrando qualcosa che non riuscivo a sentire, ma che mi faceva venire i brividi. Restammo in quella posizione per un minuto che sembrava infinito. Il sole si faceva sempre più scuro, fino a scomparire del tutto dietro gli alberi.  -E' ora di andare- mi disse lui. Si alzó dal prato fiorito e mi tese la mano, io la rifiutai alzandomi da sola, e spazzando con le mai i pantaloni. -Possiamo andare- dissi. Mi iniziò a fissare con gli occhi socchiusi -Ha rifiutato il mio aiuto madame?- disse lui con le sopracciglia alzate -Perspiace monsieur- risposi io in tono di sfida -Come si permette?-  continuò lui.-Perchè, cosa vorreste farmi?- chiesi sfidandolo. -Sta oltrepassando il limite con la sua arroganza- disse lui con saccenteria stando al mio gioco. Gli iniziai a tirare dei pugni sul petto -Sporco prepotente, come si permette!-    continuai io. Mi prese i polsi facendomi  una faccia mista tra la sfida e il divertimento. Si abbassò si scatto, facendomi sussultare, mi prese dalle gambe buttandomi a peso sulle sue spalle a pancia in giù. Io inizia a ridere -Lasciami!-  dissi tirando dei pugni alla sua schiena, -Oh no, adesso deve subire la mia ira- rispose lui ridendo, e iniziò a correre, con me in braccio, per tutto il percorso fatto all'inizio  per arrivare al prato. Arrivati alla sua macchina mi fece scendere, e respirando a fatica mi disse -La prossima volta sarà peggio-   -Ma sei impazzito?- continuai io ridendo ancora contenta da quanto successo. Salimmo sulla sua auto per tornare a casa. Lungo il tragitto mi appisolai sul sedile dell'auto per la stanchezza e la felicità.

Sono forte come un lupoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora