capitolo 14 un cuore spezzato

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Clive camminava nervosamente per tutto lo scantinato, senza mai fermarsi. Le vene del collo erano gonfie e risaltavano dalla pelle in modo impressionante. Quando Betty fini' di parlare, svelando il  vero motivo della sua visita, Clive sbotto' dalla rabbia, mantenendo comunque un tono di voce basso per non svegliare nessuno - come Cazzo ti permetti di venire qui e chiedere a Mary di fare una cosa del genere? Secondo te lei dovrebbe mollare la sua vita che si è costruita qui con fatica, per partire alla volta del regno dei vampiri e cercare di uccidere il nuovo re e salvare la vita a tre succhiasangue imprigionati, rischiando la sua stessa vita?-

Betty lo fissò ma non cedette - si è proprio quello che le sto chiedendo-

Clive si gratto' nervosamente il dorso delle mani - te sei fuori di testa! Io non lascerò che Mary rischi la vita! Per non parlare poi della fatica che abbiamo fatto per convincere tutti che fosse morta-

Betty spostò lo sguardo verso il basso e disse a clive con voce sommessa - ecco temo che ora tutti sappiano che Mary è viva-

- COSA? ! Betty dimmi che non è vero, dimmi che non sei stata te a rivelare che Mary è viva!- la voce di clive trasudava rabbia

- dovevo trovare un modo per uscire dal regno, e l'unico modo era rivelare che Mary era ancora viva-

- vattene e non ti azzardare a tornare mai più-  disse clive in tono  asciutto

- non posso, io devo liberare tristan Zac e Wolf e l'unico modo è farmi aiutare da Mary,  lei è l'unica in grado di affrontare Rubio,  i suoi poteri opal più i poteri dei vampiri assopiti in lei riusciranno a distruggerlo-

Clive ormai era fuori di se- ti è mai passato per la mente che a Mary magari non potesse interessargli? Qui si è rifatta una vita con ME, e non penso che voglia mollare tutto per salvare tre esseri privi di anima-

Betty si sentì offesa - come ti permetti?Saremo anche privi di anima,  ma proviamo sentimenti anche noi! E poi mi domando una cosa, perché sto a discutere con te, è lei l'unica che può scegliere cosa sia giunto per lei-

Mary stava per rispondere,  ma venne preceduta da Clive - è ovvio che a lei non interessa! Io e lei stiamo insieme, non mi lascerebbe mai per partire in un'impresa suicida-

Mary socchiuse gli occhi, in preda a una strana sensazione che le nasceva da dentro il cuore. Una voce, la sua voce interiore, stava urlando a squarciagola la scelta giusta da fare.

Mary osservò la sua migliore amica negli occhi, erano colmi di tristezza, dolore, ma anche di speranza,aveva passato le pene dell'inferno per arrivare fino a lei e chiedere il suo aiuto. Poi si voltò verso Clive, era teso e in preda all'ansia, il suo respiro era accelerato e le vene rialzate sul collo non accennavano a sparire. In quell'istante capì una cosa,  lei non lo amava, anzi per la verità non l'aveva mai amato. Provava un bene immenso per lui, ci stava bene e a letto era bravissimo,  ma non lo amava.

A un certo punto Mary parlò - ok ci sto, facciamo questa follia e non pensiamoci piu-

Betty sorrise entusiasta e abbracciò l'amica.

Clive strinse i pugni, fino a che la circolazione nelle sue mani si fermò e fece diventare le sue nocche bianche - e di noi che ne sarà? -

Mary si staccò dolcemente dall'abbraccio dell'amica e si avvicinò a clive per poterlo guardare bene negli occhi - Clive ascolta..-

- zitta non voglio sentire niente. Tanto a te non ti importa nulla di me o di noi. La verità è che io sono stato solo ripiego, non mi hai mai amato veramente e non mi amerai mai. Vattene pure te, ma ricordati una cosa,  una volta che sarai uscita da questo villaggio non potrai più ritornarci-

Mary gli prese la mano con dolcezza, ma lui con un gesto brusco la sfilo' da quella di lei. Mary sospirò - mi dispiace clive,  ci ho provato ad amarti, ma il mio cuore non ci riesce. Per me sei importante,  ma non nel modo in cui vorresti te-

Clive si allontanò e si diresse verso le scale per risalire in casa, però prima di aprire si rivolse a Betty - è quasi l'alba, non puoi andartene. Resterai qui sotto fino a stasera poi partirai con Mary- poi continuò rivolgendosi a Mary - te invece, verrai in casa e farai finta di niente. Stasera ti aiuterò a scappare- detto questo sparì.

Le lacrime sul volto di Mary bruciavano, ma il suo cuore ora si sentiva finalmente liberato di un peso.

Betty asciugo'  delicatamente con una mano le lacrime di mary e le sorrise tristemente - Mary mi dispiace ti sto creando un mucchio di problemi-

Mary scosse la testa - no Betty,  in realtà questi problemi ne li sono procurati da sola, dovevo essere più sincera con clive.  Comunque ora stai qui Buona Buona e non fare rumore, ora io devo salire di sopra,  fra poco il capo del villaggio Foley si sveglierà e non voglio correre rischi che mi veda qua sotto. A dopo-

Mary non attese  risposta e salì le scale di corsa, chiudendosi la botola alle spalle e risistemando il tappeto nella stessa posizione in cui l'aveva trovato.

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Clive uscì di casa senza aver fatto colazione, non gli importava di dove lo stessero portando le sue gambe, l'unica cosa che contava era allontanarsi da lei.

Il suo cuore si era frantumato come un vetro,in tante piccole schegge, che si infilzavano nella carne, provocandogli un forte dolore.

Non aveva mai provato nulla di simile, anche se aveva avuto altre ragazze in passato, nessuna di queste gli aveva fatto provare tanta sofferenza.

Quando si rese conto di dove era arrivato si fermò di colpo, era sull'orlo di un dirupo. Preso da uno strano senso di spossatezza si sedette, lasciando che le gambe ciondolassero nel vuoto . chiuse gli occhi e si concentrò solo sul suo respiro e sui suoni della natura circostanti.

Le lacrime bagnarono il suo viso, e Clive le lasciò scorrere senza un minimo di ritegno e poi urlò.

Urlò come non aveva mai fatto in vita sua, urlò per il dolore che gli attanagliava il petto, urlò per non essere riuscito a conquistare Mary,  urlò per non averle dato ciò di cui aveva bisogno e urlò per se stesso e per la rabbia che aveva verso il mondo...

Quando la voce si incrino'e i suoi polmoni non ebbero più aria da far uscire smise di urlare, trovando un po di pace nel silenzio.

Mise una mano nella tasca e tirò fuori quello che stava cercando. Un panno di velluto nero comparve sulla sua mano, lo aprì ed estrasse il contenuto. Il braccialetto brillava alla luce del sole mattutino. Rimase a osservarlo per un paio di minuti, poi parlò all'oggetto inanimato - mi sa che il momento sia giunto per te. È ora di darti alla tua proprietaria. -

Sì alzò e con passo malfermo tornò indietro verso il suo villaggio.

Il sussurro dell'anima ( secondo libro della mezzosangue)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora