Capitolo XVI

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Anche quella mattina Zayn si ritrova a svegliarsi di soprassalto alle prime luci dell'alba.
Il motivo?
Sempre lo stesso.
Credeva di aver fatto dei passi avanti, ma evidentemente non è così.
Se durante l'arco della giornata riesce a tenere la mente occupata e non pensarci, la notte....beh la notte è un'altra storia. In quell'occasione la mente sembra andare per conto suo. Finalmente libera di manifestare quello che l'angoscia, senza restrizioni.
E Zayn si ritrova ad odiare la notte.
La odia perché lascia libero sfogo ai suoi demoni e non lo fa dormire.
Si ritrova a domandarsi quando mai tornerà a dormire sogni tranquilli.
Prima di alzarsi, questa volta, non aspetta che il cuore rallenti i suoi battiti, scosta bruscamente le coperte dal suo corpo e si tira in piedi.
"Vaffanculo" sibila furioso contro se stesso.
Contro la sua mente che non lo lascia respirare.
Non sa quanto ha dormito in questi giorni.
Forse quattro ore a notte.
E sicuramente questo non gli fa bene.
È sempre incazzato, sempre scontroso con tutti. E i suoi amici cominciano ad insospettirsi.
Strano che Liam non sia ancora venuto a chiedergli spiegazioni. Lo vede strano ultimamente. Sempre con la testa sulle nuvole. In un altro mondo.
Ancora sconvolto e con questi pensieri in testa va in bagno per sciacquarsi la faccia e eliminare così le ultime tracce di sonno. Sente gli occhi pesanti. Vorrebbe provare a rimettersi a dormire ma sa che non chiuderebbe occhio.
Si passa le mani sul volto stanco e si sofferma a guardarsi allo specchio. La barba gli sta ricrescendo e lui in questo momento non ha voglia di radersi. È proprio l'ultimo dei suoi problemi. Quello che al momento lo preoccupa di più sono le occhiaie violacee. Quelle, al contrario del suo stato animo, non può nasconderle.
Oggi non gli va nemmeno di andare a correre. Tanto ormai ha capito, che in queste circostanze, nemmeno quello lo aiuta. Perciò decide che come prima cosa andrà in salone a prepararsi una bella tazza di caffè fumante e poi si dedicherà a dipingere. Ne sente la necessità. Gli prudono le mani al solo pensiero.
Forse l'arte lo aiuterà.
E di fatti qualche ora più tardi Zayn è ancora immerso nei colori nella sua stanza. Con le cuffie alle orecchie, ogni tanto sorseggia la sua tazza di caffè, ormai fredda, e fuma qualche sigaretta ammirando la sua creazione prendere vita sulla parete della sua camera da letto.
Zayn adora il fatto che Liam non gli abbia imposto alcun limite. È libero di fare quello che vuole della sua stanza. E di fatti questa è piena delle sue creazioni. Disegni appesi in ogni dove. Pareti dipinte secondo i suoi stati d'animo. E quando si stufa di una determinata creazione, ridipinge tutto di bianco e poi ricomincia.
L'arte è l'unica cosa che gli permette di dare libero sfogo ai suoi sentimenti. L'unica cosa che lo rende veramente libero.
È così concentrato nel suo lavoro che non si accorge della figura di Liam che lo osserva in silenzio, in un angolo della stanza. Gli è sempre piaciuto osservarlo nel suo elemento, intento a creare qualcosa di bello, qualcosa di suo. Ha sempre pensato che il suo amico avesse un grande talento.
Sorride nell'osservarlo e poi decide di palesare la sua presenza. Gli si avvicina e gli poggia una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.
Zayn si gira di scatto, colto di sorpresa e lo guarda con gli occhi spalancati.
"Liam" sussurra una volta calmo, levandosi le cuffie e poggiandole sul comodino.
Il suo migliore amico lo scruta attentamente e sospira affranto. In questi giorni è stato così preso da se stesso da non accorgersi del suo malessere. Ovviamente si è accorto che qualcosa non andava: lo sentiva alzarsi alle prime luci dell'alba e uscire furtivo di casa. Ma non aveva mai avuto tempo di parlarci. Lui era sempre impegnato con l'università e il moro stava fuori quasi tutto il giorno. Tornava quando lui era già a letto.
"Che ne dici di aprire la finestra? C'è puzza di sigarette e vernice qui dentro" gli dice come prima cosa, regalandogli anche un sorriso.
Zayn annuisce e lo guarda avviarsi verso la finestra. Lui ormai è abituato all'odore forte di vernice e fumo, non ci fa più caso, anzi gli piace quell'odore acre che gli invade le narici. Ma capisce che non per tutti è così.
"Ti ho portato qualcosa da mangiare" gli dice poi indicandogli con un cenno della testa il piatto posato sul letto.
"Grazie" gli sorride riconoscente sedendosi sul letto.
"Tu hai mangiato?" gli domanda poi.
E Liam di spalle annuisce impercettibilmente. È concentrato a cercare di capire cosa Zayn abbia dipinto. Non riesce a dare una forma, un significato a quelle macchie di colore sulla parete.
"Ho mangiato un ora fa.....sono quasi le tre del pomeriggio" gli dice poi, girandosi finalmente a guardarlo.

Come un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora