CAPITOLO 11

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Arrivarono a North Post nel primo pomeriggio. La strada per raggiungerla era una delle vie commerciali più fiorenti della regione e quindi molto frequentata. Il paesino, piuttosto piccolo, era ciò che rimaneva di un complesso più importante fortificato e piuttosto ricco, che in un'epoca remota era stato distrutto da un drago. Il villaggio originario non fu ricostruito, ma con il tempo la locanda era divenuta un importante punto di ritrovo per mercanti, avventurieri e chiunque avesse interesse a raggiungere le più importanti città di quell'area e quindi erano state costruite nuove fortificazioni e alcune case costeggiavano nuovamente la via. Inoltre era stato organizzato un bazar relativamente fiorente che proponeva merci di buona qualità e anche qualche oggetto raro. Era anche un buon centro dove recuperare informazioni di vario genere. Il proprietario, un uomo sulla cinquantina, aveva apportato determinate modifiche strutturali e organizzato un servizio d'ordine impeccabile.

North Post era rinomata anche per essere un'area dove non era oggettivamente possibile rimanere vittime di rapine o incidenti. Non era luogo di regolamenti di conti perché gli avventori non avrebbero potuto usare né armi fisiche, né magie di alcun tipo. Una volta all'ingresso, Lashrael spiegò a Daw che avrebbero dovuto lasciare anche eventuali grimori e ingredienti per incantesimi. «Ti chiederanno anche di abbassare il cappuccio. L'oste è categorico da questo punto di vista,» disse, cominciando a preparare gli oggetti che avrebbe lasciato in deposito.

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«Hanno mai visto un Fey'ri da queste parti? Spero bene che davvero non ci siano problemi, non tutti sono disposti ad andare oltre l'aspetto. Comunque non ho portato alcun oggetto magico con me e la mia magia è innata, non ha bisogno di ingredienti di nessun tipo.» Non si sentiva del tutto tranquillo, ma si sarebbe affidato a Lashrael.

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«Te l'ho già detto. Accettano anche i Drow senza fare eccessive domande. Se uno non ha intenzioni malevole può accedere, ma se non si comporta secondo le regole, fanno in modo che cambi atteggiamento o lo buttano fuori, per usare un eufemismo.» Sospirò.

Capiva bene i suoi dubbi, ma finché fossero rimasti all'interno della locanda, non avrebbero avuto di che temere. «L'oste mi conosce. Tutt'al più farà battute di cattivo gusto per metterti alla prova, ti consiglio di stare al gioco.» Detto questo, consegnò le sue cose al custode ed entrò nella sala comune, relativamente affollata e fumosa. «Andiamo direttamente al bancone, almeno ci togliamo il dente. L'oste si chiama Bàrbero.»

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«Starò al gioco,» mormorò sottovoce, seguendo Lashrael mentre si abbassava il cappuccio, riluttante.

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Con una nonchalance che non gli era propria, Lashrael raggiunse il bancone. Ovvio che lo conoscessero: non erano molto diffusi i Drow che viaggiavano sotto il sole. Fortunatamente, la pelle di ebano nascondeva le sue insicurezze.

Prima che arrivasse al bancone naturalmente qualche avventore avvisò l'oste degli strani ospiti. Bàrbero si voltò senza provare a nascondere la curiosità.«Benvenuti signori! Cosa posso offrirvi?»

«Ben trovato, Bàrbero. Ti ricordi di me?» scherzò Lashrael.

L'umano fece finta di pensarci su, poi sollevò le sopracciglia cespugliose, quasi a mostrare meraviglia. «Sì, forse sì.»

«Certo, ce ne sono tanti in giro come me.» Il ranger commentò sarcastico.

«E il tuo amico? È la guardia del corpo? Chi è lei signore?» chiese l'oste, spostando l'attenzione su Daw.

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Daw sorrise amabile e fece un cenno col capo. «Vengo da Greenplace, non sono la guardia del corpo, ahimè, non ne ho le abilità, sono un... traduttore.»

Strange Story - Daw e LashraelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora