47. Vita

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«Che strada devo prendere?» chiese.

La risposta fu una domanda:

«Dove vuoi andare?»

«Non lo so», rispose Alice.

«Allora», disse lo Stregatto «non ha importanza.»



«Marianne!»

Lo sguardo della giovane si alzò dal libro di Lewis Carroll.

I lunghi capelli biondi erano stati intrecciati tra loro. L'acconciatura, a lisca di pesce, ricadeva dolcemente sulla schiena magra. Il nastro, sulla sua punta, era rosso fuoco, ma stava per sciogliersi.

«Dimmi.» I suoi occhi brillarono dolcemente.

Eva si alzò dal letto.

Un altro incubo?

Non provava dolore, si sentiva solo un po' scombussolata.

«Sto sognando?» le chiese, retoricamente.

Marianne sorrise divertita e chiuse il libro.

Erano sole stavolta. La stanza era calma e silenziosa. La sorella profumava di bucato e indossava una lunga camicia da notte stropicciata.

«Non lo so, Eva» le rispose, accarezzandole la guancia.

Sentì nitidamente le sue dita fredde sulla pelle. Afferrò quella mano d'istinto e se la portò alle labbra. Scoppiò in lacrime.

Marianne era davvero lì! La poteva toccare!

«È tutto finito allora?» Si ricordò del sogno che aveva avuto qualche giorno prima. Poi le tornarono in mente tutte le scene di quella terribile notte. L'Antico dentro la sua stanza, la sua sete di vendetta, il suo braccio che la stringeva sempre più forte, comprimendo la zona più dolente del suo corpo, gli occhi azzurri di Ulrik, i suoi palmi spalancati verso il cielo nero, senza stelle, la vista che si annebbiava, la sua brevissima vita che le passava davanti.

«Non lo so, Eva» ripeté dolcemente la sorella. La strinse a sé e lasciò che la ragazza appoggiasse la fronte sulla sua spalla. Poi iniziò a cullarla, come fosse ancora una bambina, dondolando lentamente la schiena.

Eva si lasciò andare, in un pianto incontrollabile. Il tempo scorreva ma lei rimaneva lì, aggrappata a quella ragazza.

Marianne significava tutto per lei. Tutto. Ci sono persone che compaiono nelle nostre vite per indicarci la strada, altre per metterci in difficoltà, alcune vogliono insegnarci qualcosa, altre darci conforto. Poi ci sono quelle persone che ti tengono in vita. Non sempre sono i genitori biologici, ci sono madri e padri che senza legami di sangue si prendono cura di cuccioli smarriti. Non li danno alla luce, ma cercano in tutti i modi di proteggerli dall'ombra. Un amore sconsiderato, che nulla chiede in cambio, fine a se stesso. Il sentimento più puro che esista nell'Universo.

Marianne voleva solo il bene di Evangeline, voleva solo che lei sopravvivesse. Era il suo scopo, la sua missione, quella di prendersi cura delle sorelle. La sua unica fonte di gioia era vederle sorridere.

Nonostante ciò, però, per tutta la sua vita Eva non aveva fatto altro che piangere.

«Riprendo a leggere?»

Eva scosse la testa, ma la sorella si era già allontanata.

«Perché no? Non vuoi sapere come va a finire?»

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora