Capitolo 3

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I'am father

Tre giorni dopo Draco continuava ad essere rinchiuso in quella minuscola stanza d'ospedale, Hermione non era più andato a trovarlo e questo lo ferì duramente.
Il rapporto stipulato da Blaise e il resto della squadra aveva mandato sotto inchiesta Ronald Weasley per disobbedienza a un superiore, non poteva che esserne contento. Quell'idiota aveva fatto di tutto per rovinargli la vita, per non parlare della missione conclusa quattro giorni prima.

Arrivarono in uno splendido villaggio di York dove un gruppo di sei mangiamorte stavano terrorizzando la povera gente del villaggio.
Draco e Harry in quanto comandante e vice avrebbero dato gli ordini su come agire. La squadra doveva dividersi, in poco tempo avevano iniziato un combattimento aperto con quei Mangiamorte.
«Potter giù!» aveva urlato Draco colpendo l'uomo che stava per lanciare la più orrenda delle maledizioni senza perdono sul suo comandante.
Blaise si stava rotolando in mezzo al fango con due uomini decisamente più grossi di lui e l'unico che non sembrava indaffarato era Weasley.
«Weasley va' da Blaise!» aveva urlato nuovamente mentre cercava di disarmare il suo avversario.
Il rosso portò lo sguardo su Zabini e dopo aver sbuffato lo aiutò togliendogli di dosso un solo mangiamorte. Ancora indaffarato con l'altro Blaise si accorse di Dwein, un pericoloso Mangiamorte, alle spalle di Draco.
«Weasley vieni qui!» esclamò il biondo mentre il rosso non si muoveva di striscio.
«Draco! Le spalle.» urlò Blaise mentre Ronald continuava a far finta di niente.
Draco si girò e provò a scansarsi ma fu inutile, lo aveva colpito malamente al fianco.
«Ron prestagli soccorso!» aveva esclamato Harry ma il Grifondoro si girò di spalle e provò a buttarsi contro il mangiamorte che stava infastidendo Michael Corner.
Poco dopo Ronald ritornò in piedi fermo nel mezzo della battaglia, nessuno era libero, lui era l'unico che avrebbe potuto lanciare un Patronus per aiutare il vice comandante della squadra.
«Weasley, sei l'uni-co fermo, chiama a-aiuto.» ansimò Draco esausto ma quello finse di non sentire.

Harry e Ginny erano appena tornati in ospedale con James e Scorpius che avevano una grandissima voglia di giocare quel pomeriggio così proposero al ragazzo di giocare a nascondino, Hermione che da poco aveva ricominciato il turno gli aveva dato il permesso proibendogli di entrare nelle stanze dei pazienti, entusiasti i bambini corsero tra i vari piani seguiti dai coniugi Potter che controllavano i loro movimenti.
Arrivarono al reparto chirurgia senza prevederlo, Ginny guardò il marito, preoccupata, mentre lui era fin troppo euforico.
Toccava a James contare fino a 50 così iniziò a guardare il biondo cercare un posto sicuro.
«Zio Harry dove posso nascondermi?» chiese preoccupato Scorpius guardando l'uomo negli occhi verdi come lo smeraldo che sorrise e poggiò una mano sulla sua spalla.
«Entra nella stanza 216» gli disse mentre la moglie sgranava gli occhi scioccata.
«Harry...» sussurrò spaventata da quello che l'uomo stava facendo.
«Ma mamma ha detto che non posso entrare nelle stanze dei pazienti.»
«Ma lì c'è un mio amico, fidati vai lì.»
Il bambino sorrise e corse nella stanza 216 sorridendo contento, James lì non l'avrebbe mai trovato.
«So quello che stai pensando Gin, ma lui ha il diritto di sapere.»
«Hai ragione, ma dovrebbe parlargliene Hermione, dico a James che il gioco è finito.»

La porta della sua camera si aprì lentamente rivelando la figura di un piccolo bambino, Draco gli sorrise pensando che si fosse sbagliato ma poi il bambino parlò.
«Zio Harry ha detto che posso nascondermi qui, che sei suo amico, è vero?» chiese timoroso della risposta, la stanza era in penombra quindi non riusciva a vedere bene il volto del piccolo.
«Si tranquillo, nasconditi pure qui» il piccolo chiuse la porta e si arrampicò sul letto sedendosi ai piedi dell'uomo che per poterlo guardare bene accese la luce con un colpo di bacchetta, poi in un attimo il suo cuore si fermò.
Il bambino era identico a lui, i capelli, gli occhi, il naso, non poteva essere una coincidenza.
«Abbiamo gli stessi capelli! E anche gli occhi! Wow!» esclamò meravigliato e entusiasta il bambino mentre Draco aggrottava le sopracciglia spaesato.
«Io sono Scorpius e tu?» chiese innocente il bambino senza sapere il tumulto di emozioni che causava nell'uomo che aveva davanti.

«Se un giorno avessimo un figlio come lo chiameresti?» chiese la riccia mentre gli accarezzava dolcemente il petto. Avevano fatto l'amore per tutta la notte, volevano poter passare un po' di tempo insieme dato che il giorno seguente non si sarebbero potuti vedere per via del lavoro.
«Vorrei continuare la tradizione delle stelle della mia famiglia, mi è sempre piaciuto il nome Scorpius.» rispose affondando con il naso nei riccioli scuri di cui era tanto innamorato e sorrise.
La ragazza annuì contenta e lo guardò negli occhi.
«Scorpius Hyperion Malfoy che ne dici?»
«Granger devi dirmi qualcosa?»
«Cosa!? No! Stavo solo pensando tutto qui.»
«Va bene, ora dormiamo un po'»

«Draco Lucius Malfoy» disse soltanto cercando di sorridere senza molto successo.
«Oh! Draco! come la costellazione che piace tanto alla mia mamma! Anche il mio è di una costellazione, alla mamma piacciono tanto, in realtà il mio nome completo è Scorpius Hyperion Granger!» esclamò allargando le braccia e scoppiando a ridere, Draco invece si sentì male.
Ripensò alla conversazione di qualche giorno prima e ricordò.

«Quanti anni ha?»
«tre a giugno»

Nove mesi prima di giugno era ottobre e lui ed Hermione stavano ancora insieme, l'aveva lasciato sapendo di essere incinta! Ma perché!?

Harry e Ginny cercarono Hermione per poterla avvisare della 'marachella' commessa dal figlio trovandola dopo venti minuti.
«Scorpius è entrato in camera di Draco!» esclamò ansimando Harry, la donna sgranò gli occhi e cominciò a correre verso la 216 quando spalancò la porta e per poco non svenne, corse vicino al letto e prese in braccio il bambino cercando di fuggire via.
«Scorpius cosa ti avevo detto!?» esclamò preoccupata senza guardare l'uomo costretto a  letto.
«Hermione che significa!?» chiese adirato indicando il bambino.
«Perché! Dannazione!» continuò frustato e arrabbiato ma non ottenne risposta dato che la donna scappò via.
L'uomo provò ad alzarsi ma tutti gli stupidi aggeggi magici gli impedivano i movimenti, così stravolto e arrabbiato si sdraiò nel letto di nuovo sbuffando contrariato pensando che il giorno dopo sarebbe stato dimesso e avrebbe potuto cercare Hermione e suo figlio. Aveva un figlio. E lei glielo aveva tenuto nascosto.
Harry entrò nella sua stanza e sorrise al ragazzo prima di sedersi sulla poltrona accanto a lui.
«Lo hai visto?» chiese Harry retorico mentre Draco annuiva.
«Tu lo sapevi?» chiese risentito con la voce rotta dalla rabbia.
Avrebbe dovuto odiare Hermione per questo, lui era padre e non lo sapeva, doveva odiarla, respingerla, ma l'amava, Salazar se l'amava.
Quei tre anni senza di lei lo avevano fatto sentire in procinto di annegare e adesso aveva di nuovo la sua mano a cui aggrapparsi, ma non sapeva se fidarsi o meno.
«Mi dispiace Draco, non potevo dirtelo.»
«Hai detto tu a Scorpius di venire qui, lo hai fatto apposta.»
«Avevi il diritto di sapere Draco» sussurrò sfregandosi le mani tra loro.
«Ma perché non me lo ha detto? Pensavo mi amasse.»
«Lei ti amava troppo, ma amava già anche Scorpius, ti darò l'indirizzo di casa sua così dopo che ti avranno dimesso andrai a parlarle.» scrisse su un biglietto l'indirizzo della riccia e glielo lasciò accanto al letto per poi alzarsi e andare via.

Come back to me||Dramione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora