Freddo.Aprii gli occhi e vidi bianco. La tempesta di neve si era spenta, adagiandosi sul mio corpo in una soffice coperta di ghiaccio. Uno sprazzo di sangue si ramificava nel terreno, simile a un drappo di seta cremisi gettato su un pavimento di marmo.
Le palpebre si appesantirono e sprofondai nell'oblio una seconda volta. Quando rinvenni, mi ritrovai dinanzi a un circolo di pietre in cui ardevano serpenti di fuoco. Ero in una caverna che si affacciava sugli ultimi rimasugli del crepuscolo, non lontano da una palude completamente ibernata. Man mano che recuperai lucidità, realizzai che non stavo indossando l'armatura, ma solo la biancheria e alcune fasciature strette attorno al busto.
Mi strinsi nella coperta, ma ingenerai un gemito non appena tentai il più impercettibile dei movimenti.
Non va bene.
«È sveglia!» trillò una voce dal timbro frivolo e squillante.
La sagoma d'ombra disegnata sulla pietra svolazzò sopra la mia testa. Un esserino dalle trecce azzurre e la pelle di un grigio coriaceo, il berretto di lana calcato sul capo e un cappottino di pelliccia, comparve davanti al mio naso. Il sorriso che le si allargò sul volto cozzò con tutta quella situazione, come una nota dissonante nell'armonia dell'orchestra.
«Whiffle» boccheggiai. «Cosa... ci fai qui?»
«"Ciao, Whiffle, come stai? Anche io sono contenta di vederti"» pigolò, offesa, piantandosi le mani sui fianchi. «Ti scuso solo perché sembri evidentemente frastornata. Ad ogni modo, io e i miei compagni ci siamo uniti al capitano Groc per poterci ricongiungere al signor Manto Erboso. Ci occupiamo dei feriti.»
Fui in grado di articolare soltanto: «Dov'è Flynn?».
«Il guardiano e Bayan sono scomparsi oltre il crinale dei Divoratori» asserì una voce dall'altro capo della grotta, marcata dall'accento slavo. Ignorai cosa fosse un Divoratore e mi focalizzai sul profilo netto del väringr, disegnato dalla luce delle fiamme. Ivan, accucciato sul masso di fianco al falò, affilava la šaška con una pietra in movimenti lenti e concentrati. «È stata la fata a trovarvi, ma non potendo trasportarvi in un luogo sicuro si è rivolta a me. Siete debole, avete perso molto sangue.»
Ancora una volta, mi sforzai di assimilare il rapporto. Scostai la falda della coperta e abbassai gli occhi sulla macchia cremisi che imbrattava le fasciature. Non riuscii a trattenermi dal domandare: «Come avete fatto a resistere?».
La pietra si scontrò con il filo vero della šaška, producendo un clangore che si disperse nella caverna. «Resistere a cosa?»
«Avete detto che ho perso molto sangue.»
«Ci credete bestie incapaci di controllarci, Beatrice?» Anche se il väringr non si scompose, la temperatura della cava calò a picco nel momento in cui sollevò lo sguardo fino al mio. «Solo perché Gorazd ha perso di vista la strada della rettitudine e dell'onore, ciò non significa che possiate permettervi il lusso di generalizzare su di me o la mia gente. Non ne avete il diritto.»
Intercettai Whiffle farmi segno di non indulgere in quella conversazione. Ivan il Freddo era ricoperto di terra e sangue, ma conservava la propria eleganza criogenica: aveva combattuto, questo era evidente.
«Scusatemi, non... non intendevo offendervi.»
«Scusarvi?» Per la prima volta, una folgore di ostilità attraversò gli occhi color petrolio del Viesczy, e udii Whiffle emettere un pigolio di esasperazione. «Forse siete talmente sconsiderata da non rendervi conto di ciò che sta accadendo. Gorazd è riuscito a sfondare le nostre difese, svelando una carta che ha scelto di tenere per sé fino al vostro arrivo. Dovrei essere con i miei fratelli, in questo momento, ma ho giurato di compiere tutto ciò che è in mio potere per impedirvi di morire. E ora guardatevi, Beatrice.» Ivan si alzò lentamente e marciò con metodica compostezza verso di me. «Il colpo che vi hanno inferto era avvelenato. Gli artigli i Bayan lo erano. E ora state per lasciarci. La sostanza inizia fare effetto, sento il vostro respiro farsi più debole. Mi trascinerete a fondo con voi, perché ho promesso, ricordate?» Il Viesczy si frappose tra me e il falò, circondandosi di un'aura che ne incendiò i bordi della sagoma. «Quindi non è ammesso il fallimento.»
STAI LEGGENDO
BAZAL'TGOROD | Città di basalto (Vol. I)
FantasyCOMPLETA | Irlanda del sud, 1953. È il culmine della notte di Lammas quando Beatrice decide di mangiare le primule, "i fiori che rendono visibile l'invisibile". Lanciatasi all'inseguimento di uno Spriggan, un turbine di fate la conduce alle porte de...