25. Sweet Candy

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Scott

Strizzo con forza gli occhi, cercando di alleviare le pulsazioni all'altezza delle tempie, che sembrano voler scoppiare da un momento all'altro.

Fottuto caldo.

Qualcosa di anomalo mi graffia la gola, costringendomi a muovere il pomo d'Adamo in alto ed in basso con movimento netti e meccanici, come se bastasse a farmi respirare regolarmente.

«Sicuro di non volerne?» la voce soave e bassa di Amanda mi colpisce con rapidità disarmante i timpani, facendomi andare ancora più su di giri.

Affondo gli occhi nei suoi, che mi scrutano con una trasparenza tale da permettermi di vederle l'anima.

Pura.

Mi osserva in attesa di una risposta, che fatica a salirmi lungo la gola, incastrandosi fra le corde vocali, gonfie e sofferenti.

Ho fatto malissimo ad accettare il suo invito di fermarmi a bere qualcosa da lei.
Siamo soli.
Non c'è nessun altro in casa e questo potrebbe essere... pericoloso.

«No» scuoto la testa, sospirando pesantemente, «Sono a posto così».

Lei si stringe nelle spalle, portandosi una caramella gommosa alle labbra, che si dischiudono come petali di rosa, soffici e candidi, bagnando appena con la saliva la gelatina colorata.

Non pensarlo.

Sono costretto a distogliere lo sguardo, puntandolo oltre il giardino, su qualcosa di indefinito, senza alcun risultato, considerando che la mia mente se la immagina proprio davanti agli occhi.

Con un movimento rapido, si sporge in avanti, catturando subito la mia attenzione.
Le mani magre sono ancorate al tavolino basso in vetro, mettendo ancora più in rilievo i polsi spigolosi e sottili, che si tendono in maniera innaturale, seguendo le braccia.
Il mio sguardo saetta incontrollato alle gambe nude, abbronzate e in contrasto con il vestito chiaro.

La gonna leggera sembra alzarsi sempre di più, come a volersi nascondere dal mio sguardo acerbo e felino, che cattura ogni lembo di pelle candido, morbido al tatto.
La curva appena visibile del fondoschiena entra in collisione con le mie iridi, mettendole K.O in un solo colpo.

Merda.

Qualcosa di estremamente pericoloso e peccaminoso sta sfibrando ogni membrana del mio corpo, insinuandosi in profondità.
È fuoco puro, vivo, rosso come... lei.
Mi corrode il petto, facendomi mancare il respiro in una botta, quanto basta per offuscarmi la vista e appannarmi la mente lucida, che si ubriaca del suo profumo dolce.

Cazzo.

Sospiro, deglutendo a più non posso, mentre cerco di darmi un contegno e non guardare le sue curve sinuose e morbide.

Afferra il pacchetto di caramelle, dopodiché si siede con un tonfo al mio fianco, privandomi della magnifica vista del suo corpo esile e dannatamente invitante.

Sento le vene pulsare sommosse lungo tutto il corpo, facendomi formicolare le mani, che bramano di sfiorarla, di graffiarla con i calli e le cicatrici.

Voglio marchiare la sua pelle con i miei difetti.

Non ci penso due volte, perché so che me ne potrei pentire se stessi a rimuginarci anche solo un secondo in più.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora