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Peter Parker non era mai stato quel tipo di ragazzo da lasciar perdere una qualsiasi occasione che potesse portarlo a risolvere un misterio, era forse una delle persone più curiose al mondo e, a volte, si chiedeva se questo fosse un problema.

Questa domanda si fece viva la prima volta durante una mattinata assieme a Renata. Era un sabato e, invece di stare a letto a poltrire, aveva deciso di andare da qual ragazza per aiutarla a leggere come le aveva promesso.

Avrebbe mentito se avesse detto di non essersi affezionato a quella povera ragazzina persa nella propria confusione. C'era un qualcosa in lei che lo faceva impazzire, forse era il modo in cui lo guardava ogni volta che le spiegava qualcosa a lei nuovo o le volte in cui gli dimostrava la sua fiducia attraverso dei piccoli contatti fisici come un semplice tenersi per mano o un abbraccio nei momenti meno aspettati. Non sapeva cosa fosse, ma sembrava attrarlo ogni giorno di più verso di lei.

"Non è rubare." sottolineò di nuovo il ragazzo mostrando le foto sul cellulare che aveva fatto ai libri nell'archivio. "Nessun oggetto è uscito da quella stanza."

Renata alzò le sopracciglia in un'espressione divertita. "Secondo me è un reato anche solo entrare in una stanza "solo per gli addetti"." scherzò.

Peter adorava la sua risata, non era acuta né esagerata, era un piccolo risolio che le faceva arricciare leggermente il naso. "Non c'era scritto niente al riguardo." si difese lui, decise di passare alle cose serie e fece cenno alla sua amica di avvicinarsi per esaminare le liste. "Non so quanto siano aggiornate." mormorò poi.

"Ci basterà cercare una Renata, quante vuoi che ci siano in tutta la città?" chiese ironica.

E, come capita di solito, si ritrovarono a cercare tra i vari noni scritti a mano. Purtroppo per loro c'erano ben una ventina di donne con il nome Renata, la cosa non fece altro che allungare le loro ricerche.

Scartarono quelle che avevano più di 15 anni e quelle che avevano meno di 2 anni. "Ce ne rimangono 3." fece notare la ragazza mentre cercava di scrivere i nomi su un foglio di carta. La sua calligrafia era molto disordinata e quasi illegibile, d'altronde non ci si poteva aspettare molto da una ragazza che sapeva a malapena leggere. "Renata Smith." mormorò mentre lo metteva in cima alla lista. "Renata Woods."

Peter deglutì amaramente. "Infine, Renata Barnes." lesse con un tremolio nella voce, lei non sembrò accorgersi della cosa troppo presa nello scrivere.

"Perfetto, ora che abbiamo la lista non dobbiamo fare altro che trovare dati su di loro." disse Renata felicemente. "Perché mi guardi così?" chiese poi notando lo sguardo spento di Peter.

"Il cognome di Bucky è Barnes." le fece notare. Lei si bloccò e spalancò gli occhi, non aveva subito collegato la cosa. "E se tu fossi-"

"Sua figlia?" domandò perplessa. "Potrebbe... secondo te è possibile?" portò le mani tra i capelli. "Dovrei chiederglielo." fece per alzarsi ma venne fermata dalla mano di lui.

"Aspetta." l'afferrò per il polso delicatamente. "Bucky stesso non ricorda parte del suo passato. Non sarebbe più saggio finire la ricerca per scoprire la verità e infine dirlo a tutti?" dirlo a Bucky voleva dire far entrare gli Avengers nel loro caso da risolvere ed era l'ultima cosa che Peter voleva.

"Hai ragione." rispose lei dopo averci pensato su. "Non so se riuscirò a guardarlo allo stesso modo però." confessò.

"Sono sicuro che non ci manca molto per risolvere la questione." lui cercò di tranquillizzarla.

La seconda volta che Peter si pose la domanda "Sarò troppo curioso?" avvenne esattamente il pomeriggio dello stesso giorno.

Clint aveva spiegato a Renata come vedere i film sulla tv, nonostante una sua diffidenza iniziale, finì per stare giorno e notte davanti a quello schermo a guardare qualsiasi film le capitasse sotto mano.

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