Chapter 55

200 25 6
                                    

#PovDiHannah
"Hannah fidati di me"
"Dott. Pattinson, ho smesso di fidarmi delle persone"
"Ma non ti farei mai del male, so cosa faccio"
"Si, anche Louis lo diceva" Detto ciò mi misi la mano alla bocca come se non avessi dovuto dirlo.
"Tranquilla, non scusarti. Beh io non sono questo Louis anche se non so cosa ti abbia fatto,ma io non mi permetterei mai di fare del male ad una mia paziente"

Gli sorrisi. Perché Tom non poteva essere come lui? Robert invece era un angelo, trasmetteva una fiducia pazzesca così gli allungai le mani per fargli capire che volevo provare ad alzarmi, mi sorrise e si avvicinò. Mi alzò molto delicatamente, continuando a sorreggermi tenendomi stretta a lui, ne rimasi stupita quando vidi i miei piedi saldi al pavimento, le mie gambe rigide ma erette e non più sulla sedia a rotelle.

A quella scena le lacrime iniziarono a scendere dalla felicità, il dottore mi sorrideva e mi disse "Hai visto Hannah? Lo sapevo che ce l'avresti fatta, ma adesso risiediti. Non fare troppi sforzi" così mi fece sedere sull'aggeggio ormai diventato parte della mia vita ma che ero pronta ad abbandonare definitivamente.

"Vuoi?" Mi indicò un fazzoletto, io annuì e mi asciugai successivamente le guance e gli occhi.
"Grazie..."
"Non devi ringraziare me, ma te stessa. Solo tu sei riuscita ad avere il coraggio e la forza per rialzarti. Questo è un buon segno, ovvero che non ti sei rassegnata a vivere così; le tue gambe hanno bisogno di svago e presto ce lo avranno, non è vero?" Che tenero, che sorriso...
"Si, sono convinta che con lei ce la potrò fare"
"Allora prima di tutto dammi del tu ti prego, ho solo 29 anni ahahahah e seconda cosa, il tuo fisioterapista mi hanno detto che sarà in ferie per una sola settimana quindi dovrai riprendere con lui quando torna"

Ah. Ma se io volessi cambiare fisioterapista? Provai a chiederglielo.
"Robert ma posso chiedere uno spostamento? Con te stamattina ho raggiunto più traguardi che con Tom in un mese, per favore..."
"Ne sono lusingato, ma vedremo. Dobbiamo parlarne anche con lui, non possiamo decidere così senza il suo consenso, capisci?"
"Sisi certo, grazie"

Mi sorrise e iniziammo a fare i soliti esercizi alle gambe, che palle. Sempre le solite cose mi facevano fare... Ne ero stufa!
"Robert, perché non proviamo a fare qualcosa di diverso? È da un mese intero che mi fanno fare questi stupidi esercizi" Sbuffai.
"Ma servono per il bene delle tue gambe, solo così riuscirai a camminare"
"Ma non ne posso più, avanti e indietro avanti e indietro" E imitai sarcasticamente i suoi movimenti. Lui iniziò a ridere prendendomi in giro scherzosamente.

Perché con Tom non ridevo mai? Perché mi faceva paura quel ragazzo? Mentre Robert era un pezzo di pane? Perché tutte a me capitavano? A questo punto, avendo conosciuto questo 'nuovo' fisioterapista, ero davvero motivata ad avere la forza per ricominciare a stare in piedi e camminare; mentre con Tom non mi faceva ne' caldo ne' freddo, ma speravo solo di finire fisioterapia.

Morale della favola? Speravo che Tom si ammalasse -era brutto da dire in effetti- cosicché Robert sarebbe restato più tempo con me. Finita fisioterapia, salutai tutti e uscii fuori per chiamare un taxi. Passarono quasi 2 ore dalla mia chiamata, ma ancora nemmeno una traccia di un qualche tassista e, fuori faceva freddo.

Ormai erano le 6.30 così chiamai mia madre per farmi venire a prendere; ma non mi rispose. Avevo tre possibilità: o ritornare dentro all'ospedale e chiedere un passaggio a Robert, o chiamare Louis o chiamare Harry. Dovevo pensare in fretta se non volevo passare tutto il giorno e sera lì. Pensai velocemente e scelsi la prima, non mi andava di disturbare i ragazzi dato che molto sicuramente si stavano preparando per il tour. Così ritornai dentro e con imbarazzo chiesi un passaggio al ragazzo che si stava mettendo il giubbotto addosso e stava salutando le infermiere.

"Certo Hannah" Mi sorrise e mi indicò la porta permettendomi di passare e come un gentiluomo mi aprì la porta e la chiuse dietro le sue spalle. Poi mi portò alla sua auto spingendo la mia sedia a rotelle. Arrivati dalla vettura, mi aiutò a sedermi; molto delicatamente mi prese in braccio e mi fece sedere sul morbido sedile di pelle nera. Ero davvero imbarazzata, ma se volevo tornare a casa, dovevo far pur qualcosa.

What the destiny deserves to us? [LARRY]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora