Capitolo 24

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Pov's Mal
Ho l'assoluto bisogno di parlare con Harry, dopotutto è lui che ha convinto mio padre a lasciarmi andare e poi volevo parlargli di ciò che mi ha detto.
Arrivo davanti casa sua e suono il campanello, accidenti che casetta 'modesta'.
"Identificazione" dice una voce meccanica.
"Mal Bertha Souvlaki."
"Lei non è nella lista delle conoscenze del signor Smith. Non è possibile lasciarla entrare, se ha urgente bisogno di parlare con il signore, digitare il numero 2 sul campanello."
Faccio come dice.
Il cancello si apre e mi avvicino alla porta d'ingresso, un uomo alto dai lineamenti marcati e gli occhi scuri mi guarda torvo:
"Cosa vuoi? Non ho tempo da perdere con le ragazzine."
"Cercavo Harry, è qui?"
"Ci deve essere un errore, mio figlio non frequenta ragazzine del tuo rango." Ribatte lui asciutto.
"Papà? Chi è?" Chiede una voce da dietro la porta.
Harry sbuca fuori e mi guarda sorpreso.
"Conosci questa ragazza, Harry?"
"Sì, sì la conosco. Papà io vado un attimo, aspettami per la cena."
Harry ed io usciamo sotto lo sguardo disgustato di suo padre.
"Scusalo, so che può essere molto sgarbato."
Faccio un cenno d'assenso e ci dirigiamo verso il parco.

Ci sediamo su una panchina.
"Innanzitutto volevo ringraziarti per l'altro giorno." Comincio. "Grazie a te mio padre mi ha lasciata andare e poi, sa,i io odio i giri di parole quindi andrò dritta al punto. Harry Smith, tu hai detto di amarmi ma io non credo di provare lo stesso sentimento, io non ho mai provato amore per nessuno e non so come ci si sente, ma se quando si è innamorati si prova un costante senso di vuoto allo stomaco e il cuore va a mille allora sì, Harry, sono pazza di te."
Le guance mi vanno a fuoco.
"Mal, anche io provo lo stesso, quindi tu ed io potremmo metterci insieme? Ti prometto che non farò nulla che possa danneggiarti." Mi dice guardandomi negli occhi.
"Anche lui disse così quella notte..." sussurro.
"Chi?"
"N-nessuno, non preoccuparti. Comunque sì, Harry, voglio essere la tua ragazza."
Harry mi da un bacio ed io non mi sottraggo, anzi è davvero bello.

Tornando a casa dal parco la mia mente va a tremila, ho un sacco di pensieri e non mi accorgo che il sole sta tramontando.
Ad un certo punto mi accorgo di essere in un vicolo cieco, inverto la strada per uscire ma mi ritrovo davanti un uomo muscoloso dai tratti infantili.
Mi sembra di averlo già visto.
"Souvlaki, quanto tempo!" Dice con la sua voce maliziosa.
'Sta tranquilla non farò nulla che possa danneggiarti' la maledettissima voce di quel verme.
"Non mi saluti? Hai sviluppato un brutto carattere vedo. Andiamo! Ti ricordi sicuramente di me."
"Purtroppo sì, Charles Gilbert. Tu mi hai rovinato la vita! Sono anni che tormenti i miei ricordi! Mi hai fatto passare l'inferno in quel cavolo di riformatorio, non ho mai detto nulla perché nessuno avrebbe creduto ad una ragazzina difficile!" Sbotto, sento che le lacrime stanno per scendere ma non piangerò, non stavolta.
"Vedo che non hai dimenticato il nostro momento romantico, eh? Sappi che comunque sei rimasta bassa come ti ricordavo e, adesso che ci penso, non mi sembra io abbia completato con te quella notte. Magari rimedio adesso." Si avvicina a me con un ghigno maligno e mi costringe ad appiattirmi al muro.
Sento il panico crescere dentro di me e poi lui mi afferra il polso, la stretta fa male ma io non ne do segno.
"Tranquilla, l'hai già fatto una volta, che sarà mai. Anzi ti piacerà, te lo assicuro."
Quando è abbastanza vicino gli sferro un calcio nei gioiellini di famiglia e si accascia a terra gemendo dal dolore.
"Ero solo un ragazzina, ma adesso sono una donna e so difendermi."
Sto per scappare ma lui, pur alzandosi a malapena, mi da uno schiaffo molto forte.
Riesco comunque a scappare e corro come non ho mai fatto.

Suono disperatamente il campanello di casa Dixon e Margaret mi apre.
Appena entrata mi appoggio alla porta scivolando piano verso il pavimento mentre le lacrime mi inondano il viso.
"Mal, cos'hai?" Mi chiede Margaret.
Tra i singhiozzi rispondo:
"È tornato...è tornato e ci ha provato di nuovo."
Margaret mi aiuta a sedermi sul divano e Ben ed Evie si fiondano in cucina.
"Charles Gilbert. Il ragazzo che mi ha violentato in riformatorio. È tornato, è qui in città e ha provato a farlo di nuovo. Non ci è riuscito ma è stato ugualmente terribile." Spiego cercando di calmarmi.
Ben nota il rossore e il sangue lasciati dal forte schiaffo.
"Lui ti ha fatto questo?" Chiede sfiorandomi la guancia.
Annuisco.
Margaret è cupa ed Evie e Ben sono preoccupati.
Io mi raggomitolo sul divano mentre i demoni dentro la mia testa tornano a scatenarsi.

Spazio autrice
Oggi, 28 Maggio, Cameron Boyce avrebbe compiuto 21 anni e pensare che invece non è così mi rattrista molto.
Comunque spero che il capitolo vi piaccia, ciao!

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