8. Maledetto Psychrolutes marcidus|

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Quando giochi a carte, sai che solo la fortuna e l'astuzia potranno farti vincere. Quando crei un castello di carte, solo la concentrazione ti porterà al traguardo.
È un semplice esempio di punti di vista: tutto dipende da come scegliamo di utilizzare ciò che la vita ci offre. Possiamo farlo diventare una gabbia o delle ali, un pugnale oppure un abbraccio. Nel mio caso, sono in trappola.

Vedere quella donna, identificarla, mi ha fatto capire che devo mettere in discussione tutto ciò che credevo di sapere.
È come quando, guardando il cielo, pensi di essere troppo piccola e insignificante per vedere cosa si nasconde al di là della Via Lattea, di un'ipnotica nebulosa e di quest'inutile corpo che veste le nostre infime anime.

Lascio vagare lo sguardo ovunque, purché non finisca su quell'immagine, e soffio un filo d'aria fuori dalle labbra. Massaggio le tempie con movimenti circolari, finché la voce pacata di Jack mi giunge alle orecchie.

"Tutto bene, Jade? Vuoi qualcosa per il mal di testa?", chiede con premura, ma scuoto la testa con un sorriso.

Mi siedo per terra facendo scrosciare gli indumenti alla parete, lascio che il freddo pavimento mi riempia di brividi e mi beo del profondo silenzio caduto, improvvisamente, nella stanza.
In questa quiete capisco che è arrivato il momento di rivelare qualcosa al mio compagno d'avventure.

"Jack, dobbiamo parlare.", mormoro rialzandomi e avvicinandomi a lui.
Gli poso dolcemente il palmo della mano sullo zigomo squadrato e muovo il pollice in una piccola carezza, mentre mi guarda confuso e inclina leggermente la testa come per avvertire meglio il calore sprigionato da quel contatto.

"Di cosa?", domanda in un flebile sussurro.
Divento immediatamente più seria, contraggo la mascella e mi appoggio pesantemente alla scrivania.

"Sto facendo alcune ricerche...", mi blocco ricordandomi che chiunque, in questo momento, potrebbe entrare nella stanza e ascoltare il mio discorso.
Così mi precipito a dare un'occhiata fuori alla porta e scorgo Catherine che cammina lungo il corridoio. Sorrido per questa buffa coincidenza e le faccio segno di avvicinarsi.

"Cathy, devi farmi un favore.", abbasso il tono della voce,"Resta di guardia qui fuori e non far avvicinare nessuno a questa stanza. Non puoi rifiutare e, perdonami, ma non puoi fare domande."

Mi squadra increspando le labbra sottili, tuttavia si limita a rivolgermi un cenno d'assenso con i suoi eleganti occhi a mandorla. Soddisfatta di questa risposta, ritorno da Jack, il quale sta fissando la parete bianca come incantato.

"Eccomi.", prendo posto su una sedia, "Come stavo dicendo prima, sto facendo delle ricerche. Potrebbe sembrarti strano, ma voglio rimettermi in contatto con i miei genitori. Ho bisogno di dare un senso alla mia vita, di trovare qualcuno che possa donarmi l'affetto che a lungo mi è stato negato.", sospiro, vergognandomi delle mie stesse intenzioni.
Jack mi ascolta in silenzio, complice del fatto che mi è davvero difficile esprimermi in questi casi.

"È nato tutto per noia: mi sono posta una domanda e una risposta, un dubbio e una riflessione. Senza accorgermene è diventata una morbosa ossessione ricaduta in informazioni sempre più approfondite, poiché ho scoperto parti del mio passato che non possono essere state solo delle coincidenze. Poi eccomi qui, a rivelare un legame tra Victor e mia madre, la sua immagine in questi omicidi e qualcos'altro che mi sfugge. Sembra che tutti abbiano un segreto da nascondermi, Jack, tu sei il solo di cui possa fidarmi.", concludo tristemente.

Senza dire nulla, il mio compagno si alza e mi accoglie in un abbraccio rassicurante. Uno di quelli che ti fanno sentire al sicuro, fuori dal mondo, immensamente forte e al contempo fragile da poter essere uccisa se stretta un po'. Come quando ti avvolgi nel piumone invernale, conscia del freddo che ti circonda eppure compiaciuta del calore riservatoti.

Top-secret Mission ~ With LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora