COMMENTO FINALE

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Vorrei dare una breve spiegazione dei racconti per poterne aiutare la comprensione.

Le quattro storie sono molto semplici e all'apparenza non sembrano collegate,ci appaiono come quattro episodi distinti ,invece, esiste un un filo capace di accomunarle.

Il linguaggio usato dai personaggi è molto semplice: quello di Enea è tipico di un bambino,tuttavia è presente una certa maturità; quello usato da Francesco è quello di un infante rozzo,che tenta di emulare il linguaggio degli adulti apparendo quasi grottesco; quello della madre è tipico di una donna normale,a tratti arrabbiata e risentita e a tratti dolce; quello della maestra invece è quello di una donna di media intelligenza, che tenta però di ostentare il suo intelletto apparendo superficiale.

L'unico personaggio positivo all'interno dei racconti è Enea, il bambino è sensibile e delicato,e nonostante sia sofferente riesce a sopravvivere grazie alla sua fantasia.
Enea è l'incarnazione della positività tipica dell'infanzia,della semplicità e dell'innocenza.
Il bambino ha il dono più bello di tutti: la fantasia ,che  è capace di farlo vivere in un mondo colorato e di proteggerlo, il bimbo si rifugia continuamente in essa,per lui è come un'arma di difesa dalla vita, che presto inizierà a schiacciarlo.

L'apparizione di "Zuzu" è molto breve e sembra insignificante, tuttavia diventiamo a conoscenza del fatto che il bambino si sia creato un amico immaginario; il suo comparire solamente una volta e di sfuggita ci fa intendere che Enea sappia che il suo amico non esiste, ma che ogni tanto abbia bisogno di lui per sentirsi rassicurato.
In Enea troviamo anche un pensiero totalitario,tipico dei bambini (o è tutto nero,o tutto bianco),nel primo racconto usa la parola "odio" e subito dopo"amore", poiché fatica a codificare ciò che prova e a trovare vie di mezzo, o sostiene di odiare la madre o di amarla, credo che questo sia dettato da un'immaturità emotiva che sparirà con la crescita.

Francesco,nonostante sembri un personaggio totalmente negativo, in realtà è innocuo ; il bambino non è stato caratterizzato, si sa poco di lui, conosciamo infatti solo i suoi tratti negativi, tuttavia non sappiamo da cosa sia dettata la sua "cattiveria".
Francesco è l'incarnazione della negatività tipica dei bambini che non apprezzano l'infanzia, dal suo linguaggio si evince una smania di crescita, forse dettata da situazioni negative alle quali deve sopravvivere, oppure dalla sua voglia di sentirsi ammirato ; non sapremo mai il motivo del suo comportamento prepotente,possiamo solo cercare di capirlo, ricordandoci che nonostante la sua "cattiveria" è un bambino, e che come tutti i bimbi ha bisogno d'affetto.
Il suo essere verbalmente e fisicamente violento è solo un modo di ottenere rispetto, un modo per sentirsi considerato.
Più volte durante il terzo racconto il bambino sostiene che la maestra non lo consideri,credo che il suo comportamento sia negativo per attirare le attenzioni della donna , probabilmente se lei al posto di giudicarlo lo avesse supportato ,lui avrebbe potuto essere una figura positiva, i bambini non nascono cattivi,lo diventano.
Il suo comportamento può essere dettato anche dall'invidia verso Enea (che viene apprezzato sia dalla maestra che da Virginia), poiché a differenza di lui non si sente accettato, capendo di non avere la purezza,l'ingenuità e l'innocenza, che nonostante prenda in giro, probabilmente vorrebbe avere.

La mamma è un personaggio particolare, sostiene di amare il figlio ed effettivamente si preoccupa di lui,non ha un brutto rapporto con il bambino, tuttavia fatica immensamente a comprenderlo.
Il suo personaggio rappresenta la morte dei "valori infantili", la donna infatti si preoccupa molto del lavoro ma poco del figlio .
All'interno del secondo racconto tenta di ricordare la sua infanzia, ma non riesce a farlo appieno perchè è troppo ancorata al presente.
La sua incapacità di ricordare l'infanzia sfocia nell'incapacità di comprendere il figlio, si lamenta del suo essere lamentoso e del suo continuo fare domande, tuttavia la curiosità e l'onestà del bambino sono ciò che manca a lei, che oramai vive una vita all'insegna della sola sopravvivenza.
Posso immaginare sia una madre al limite dell'esaurimento, ha poca voglia di cucinare (lo stesso bambino si lamenta del fatto che la madre prepari sempre le stesse cose),sull'autobus a differenza del figlio è incapace di vedere i "colori" e vede tutto "grigio" , credo che questa sia la metafora perfetta per spiegare la sua esistenza ,il suo diventare adulta ha coinciso con la perdita della capacità di vedere le cose a colori (curiosità e fantasia), e con il suo vedere tutto in maniera grigia (una vita vuota e atta alla sola sopravvivenza).
Dal suo linguaggio possiamo evincere faccia le cose con una certa meccanicità, infatti più che pensieri ed azioni le sue sembrano un elenco,fa tutto senza godersi nulla e senza mai fermarsi per riflettere su se' stessa.
Il figlio si chiede perchè la madre non si preoccupi per la partenza del padre, probabilmente la donna ha sofferto molto per questo, e così come non ripensa alla sua infanzia non lo fa con l'abbandono.
L'infanzia fa un certo effetto alla donna, che necessita di ancorarsi al presente per poter sopravvivere.

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