La musica si fermò d'improvviso, facendomi barcollare all'indietro e per poco cadere.
«Ancora non va bene, fate una pausa di cinque minuti e poi riproviamo».
Nell'udire quelle parole mi abbandonai subito sul pavimento, esausto, con i muscoli fremanti sotto i sottili strati di tessuto.
Sentivo persino i polmoni bruciare da quanto avessi ballato, non ero ancora abituato a quei complessi passi di danza.
D'altronde mi stavo specializzando in danca moderna e quello era un corso di street dance, due cose completamente differenti!
«Ehi Jimin, voi che ti vado a prendere dell'acqua?».
Annuì a quella voce affannata, «mi faresti un grosso favore» risposi, ed era sempre strano udirla in quel modo essendo solita ad essere particolarmente allegra.
Passarono solo pochi secondi prima che il ragazzo tornò con passo stanco, sedendosi accanto a me e sospirando.
Mi misi a sedere anch'io e strofinai entrambe le mani sul viso per risvegliarmi, e, dopo un mio breve lamento, sentii una piccola risata uscire dalle labbra dell'altro.
«Guarda che il tempo passa velocemente, ti conviene bere un po' d'acqua».
Così volsi lo sguardo verso quel ragazzo dai capelli bruni e il sorriso contagioso, così ampio e brillante che ogni volta mi faceva sentire inspiegabilmente bene.
Mi porse una delle due bottigliette che teneva in mano, la presi e con sincronia le aprimmo per portare il contenuto alle nostre labbra assetate.
«Grazie ancora, Hoseok».
Hoseok scrollò le spalle, «ho solo fatto il mio dovere, non c'è bisogno di ringraziarmi».
Jung Hoseok, il ballerino di street dance più ammirato dell'università per le sue capacità sia di ballo che coreografiche.
Nonostante fosse più grande di me di solo un anno era già stato in stage presso una nota agenzia di idol come coreografo, senza parlare che seguiva un corso di ballo tutto suo per i liceali interessati ad iscriversi, dopo il diploma, ad un'università di danza.
Era diventato come una specie d'icona vivente tra noi universitari, senza parlare della sua particolare bellezza che colpiva chiunque a primo sguardo, sia ragazze che ragazzi.
E sì, ho avuto anch'io come tanti altri una leggera cotta per lui i primi mesi d'università e, a pensarci a volte, mi veniva da ridere essendo Hoseok una delle poche persone con cui avevo stretto una forta amicizia lì dentro, ancor prima di scoprire che fosse il migliore amico del ragazzo del mio migliore amico.
Che bizzarra coincidenza.
Senza accorgermene finii l'intera bottiglia d'acqua in un colpo solo, procurando del stupore nel viso leggermente arrossato di Hoseok.
«Eri proprio assetato Jimin!».
[...]
«Ti va di andare a mangiare qualcosa insieme?».
La voce di Hoseok mi scosse ancora una volta dai miei pensieri, facendomi sbattere diverse volte le palpebre per mettere a fuoco il suo volto sorridente.
«Mi dispiace, ma devo fare da babysitter a un bambino stasera».
A quelle parole il sorriso del ragazzo si spense leggermente, probabilmente dispiaciuto, ma sembrò non volerlo dare a vedere.
«Faremo un altro giorno allora, magari riusciamo a convincere i due piccioncini a unirsi a noi».
Annuii, sistemandomi meglio in spalla il borsone del cambio: «A proposito, Taehyung mi ha detto che Yoongi ha ricevuto un'email di risposta dall'agenzia».
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fantasticherie color ciliegia. jikook
Fanfiction«Perché continui a guardarmi? Ho fatto qualcosa di male?» «Non puoi capire cosa tu riesca a farmi immaginare, Jeon Jungkook...» (incompleta) 2021 © ossobruco