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Quella sera, nella grande sala del ristorante, Taehyung e Jieun sedevano in silenzio l'uno di fronte all'altra. I loro sguardi si rincorsero per un minuto o poco più, forse nella trepidante attesa che la loro zuppa di sundubu jighe si freddasse o, più semplicemente, per provare ad immaginare come fosse trascorsa la giornata dell'altro, partendo dal presupposto - del tutto arbitrario - che in quelle ore fosse davvero successo qualcosa che valesse la pena raccontare.

— Come è andata oggi? — fu Taehyung a fare il primo passo, uscendosene con una domanda estremamente generica per cercare, con ogni probabilità, di sondare il terreno e l'umore della ragazza che invece sembrava essere completamente assorta sul colore di quella zuppa ancora bollente sulla quale aveva poi iniziato a soffiare con attenzione, aiutandosi con una posata di metallo dorato.

La vide fare spallucce, ma questo non gli impedì di continuare a seguire i lenti movimenti del braccio della giovane condurre quel cucchiaio dorato in una danza circolare lungo il perimetro del piatto. Dal canto suo, Jieun non si era nemmeno presa la briga di interrompere i propri gesti per rispondergli, preferendo di gran lunga concentrarsi per assaporare il gusto pregiato del primo boccone di quella piccante porzione. 

Non aveva fatto parola con nessuno di ciò che era accaduto al White Wall qualche sera prima e parlarne a tavola davanti a Taehyung non rientrava certamente nelle sue opzioni. Non voleva causargli altro disturbo o dispiacere, nè tantomeno voleva farlo preoccupare più di quanto non lo fosse già. Non lo aveva nemmeno accennato ad Hoseok per paura che, nonostante fosse abbastanza sicura che sarebbe riuscita a fargli mantenere il segreto anche davanti a Namjoon, sicuramente avrebbe alimentato la sua apprensione. E Jieun era semplicemente stanca ed esausta di far allarmare chiunque le stesse accanto.

— So che non vedi l'ora di chiedermi come stanno andando le cose al Black Ink, —

Venne risvegliata dal suo torpore esistenziale solo quando udì distrattamente il proprio ragazzo nominare il nome di quel maledetto studio di tatuaggi. Jieun tornò così a sollevare il suo sguardo, accorgendosi di come - fino a quel momento - fosse stata veramente poco partecipativa nei confronti di una conversazione che dopotutto, stava avvenendo di fronte ad un costosissimo piatto di zuppa, in un locale di tutto rispetto.

Si guardò attorno e le venne naturale domandarsi chissà quanti, prima e dopo di loro, avrebbero preso posto in quel dispendioso ristorante, magari proprio a quello stesso tavolo. Quante persone avrebbero incrociato i loro sguardi davanti a quelle tavole più o meno imbandite, ma raffinatamente decorate, per i motivi più disparati. Eppure, nonostante quella fosse la zuppa più buona di tutta la città si Seoul, né Jieun nè Taehyung sembravano esserne particolarmente soddisfatti. E la colpa non era certo riconducibile all'indiscutibile qualità del piatto.

— Perchè dovrebbe interessarmi? In fondo ci lavora e sta rischiando la vita solo il mio ragazzo, — si ritrovò a confessare lei, non senza un pizzico di sarcasmo, cercando di enfatizzare le due ultime parole di quella frase e lasciando poi che quel cucchiaio rimanesse come sospeso in un limbo sulla superficie rossastra del piatto. Allungò quindi il braccio in direzione di un delizioso calice, all'interno del quale un cameriere aveva già provveduto a versare dell'ottimo vino bianco che Jieun non esitò a portare alle labbra, sorseggiandone il contenuto con relativa calma. 

Sapeva di essere un'ipocrita. Stava tenendo il broncio davanti a Taehyung solo per spillargli alcune informazioni utili sul caso quando lei per prima non si era degnata di fare parola del misterioso uomo che aveva incontrato di fronte al White Wall. Forse tutta quell'inquietudine che avvertiva serrarle lo stomaco come in una morsa non era riconducibile alla disavventura in sè. Forse ciò che più di ogni altra cosa tormentava il suo animo irrequieto era l'impossibilità di spiegare al suo ragazzo come fosse finita davanti al bancone di quel bar e di come Jeon Jungkook fosse poi prontamente intervenuto per salvarla da ogni possibile cattiva intenzione di quell'uomo sconosciuto. Forse la paura più grande che attanagliava la giovane Jieun era la presumibile (e sicuramente giustificabile) reazione di Taehyung  nel momento in cui, dalle sue labbra durante il racconto, sarebbe sicuramente uscito il nome del suo ex.

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