Capitolo 8

62 5 0
                                    

Un mio urlo squarcia il silenzio del laboratorio. Il dolore mi fa sudare, il fiatone mi impedisce di prendere aria e cercare di rallentare, almeno in parte, il mio battito cardiaco impazzito.

Sono legata mani e piedi ad una struttura in acciaio fatta a croce non molto distante dalla gabbia elettrificata.

Il mago, con sorriso sadico, si avvicina di nuovo e versa il contenuto di un'altra ampolla ma, questa volta, sul mio braccio sinistro. Il liquido per fortuna scivola via senza apportare danni o farmi urlare di dolore.

"Sei davvero straordinaria Makhaira. Un soggetto molto interessante. La tecnologia, le armi normali non incantate e anche gli acidi, ti recano danno. Su questo sei a tutti gli effetti una semplice e banale umana... e le tue urla lo dimostrano."
Sorride e avvicina la testa per annusarmi, poi prosegue: "La mia conclusione per ora, è che sei del tutto immune alla magia, infatti se anche solo provo a fare delle combinazioni, ad esempio mischio un acido naturale a un po' di magia, il tuo corpo lo neutralizza rendendolo del tutto inefficace. Davvero straordinario!"

La mia voce esce roca ma per mia fortuna, ferma e decisa: "Sei un miserabile bastardo." Il dolore al braccio destro mi spezza però la frase a metà e una lacrima mi scende sul viso.

Lui sorride compiaciuto, poi avvicina la mano destra al mio braccio ustionato ed inizia a pronunciare una formula strana in una lingua sconosciuta e dai suoni gutturali.
Il dolore si attenua subito e non posso fare a meno di far uscire un sospiro di sollievo.

Il mago continua imperterrito, come se stesse facendo una lezione ad un suo studente: "L'altra cosa eccezionale è che posso in parte guarirti con la magia, quindi è come se il tuo corpo distinguesse quella benevola da quella malevola volta a danneggiarti e ferirti. Però la mia capacità di curarti sta diminuendo quindi ne deduco che forse, a tendere, non riuscirò nemmeno ad usare la magia positiva su di te. Vuol dire che il tuo corpo è ancora in trasformazione, stai diventando sempre di più l'essere misterioso a cui non so ancora dare un nome."

Mi esce una risata di disprezzo: "Chiamami pure come ti pare, che importanza ha?"

Lui si allontana per appoggiare le due ampolle sul piano posto dietro di lui. Poi torna indietro, come se si fosse dimenticato qualcosa, e mi guarda dritto negli occhi: "Mia cara Mak, tutto ha importanza. Devo scoprire cosa sei, sono pagato per questo. Quello che non so ancora è come diavolo hai sconfitto e ucciso i miei scagnozzi quando ti abbiamo rapito. Sembravi un essere magico, sovrannaturale, ma non può essere perché tu non puoi usare la magia, la rifletti, la respingi!"
Poi si allontana di nuovo.

Sono passati giorni, credo, prima che il pazzo mago si decidesse a riportarmi nel suo laboratorio. Qui è ricominciata la solita pantomima con lui che testa armi, pozioni, incantesimi ed io che subisco senza dargli il minimo indizio. Quasi rimpiango il mio isolamento nella cella sotterranea.

Lui ora è seduto di spalle alla scrivania e parla tra sé e sé borbottando tutto il suo disappunto e la sua frustrazione, allora gli chiedo: "Perché non mi lasci andare, tanto dopo tutto questo tempo ormai l'avrai capito anche tu che sono unica e che non comprenderai mai cosa io sia."

Lui si gira, stranamente calmo e con pacatezza mi risponde: "Se ti decidessi a dirmi qualcosa, eviteremmo entrambi di perdere tempo e tu di soffrire così tanto. Anche perché sai meglio di me che non posso lasciarti andare dato che sarebbe la mia sentenza di morte, così come non portare i risultati che il mio padrone richiede ed esige. E sta decisamente perdendo la pazienza, te lo assicuro. Tutto questo..." mentre lo dice fa un gesto plateale e molto teatrale per indicare il laboratorio in cui siamo. "Costa molto e per ora non ci sono risultati di sorta, quindi insieme abbiamo deciso di cambiare strategia..."

Muovo la testa in avanti per cercare di sentire meglio, ma essendo legata, il movimento è minimo. Da un lato sono tremendamente preoccupata da quello che ha appena detto, ma dall'altro forse c'è uno spiraglio che mi può permettere di cambiare scenario e quindi di scappare.
"Cosa intendi? Di che strategia parli?"

Lui sospira, appoggia le due nuove ampolle appena riempite con cura e poi si gira per guardarmi in faccia: "Beh, lo scoprirai molto presto, ma di una cosa sono sicuro, ovvero che il momento in cui ho visto ed imparato di più su di te, è stato quando ti abbiamo rapita a casa tua. Non concordi anche tu?"

Mmmh, merda non ci voleva... forse qualche collegamento intelligente l'ha fatto: "Ovvero? Non capisco..."

Lui scoppia a ridere: "Ah Makhaira, non prendermi in giro, sai benissimo che non sono uno stupido e neppure tu. Comunque non ti preoccupare, di sicuro mi... anzi, ci farai divertire e osservandoti scoprirò molto di più, ma soprattutto avremo un guadagno immenso, ne sono certo. Devi solo avere un po' di pazienza."

Cosa diavolo stanno macchinando? Dovrò solo aspettare, temo.

Dopo una decina di minuti in silenzio, mentre lo osservo lavorare, gli chiedo: "Puoi dirmi quanto tempo è passato?"

"Da cosa?"

"Lo sai benissimo, dal mio rapimento!"

Lui scoppia di nuovo a ridere, quasi si piega in due, poi si asciuga le lacrime e guardandomi con crudeltà e soddisfazione, mi dice: "Vorrai dire dalla tua morte."

"Cos... cosa diavolo stai dicendo?!" Il mio corpo è tutto teso e proteso in avanti, i pugni sono chiusi e le unghie mi penetrano nella pelle, ma quasi non ci faccio caso.

"Ah, Mak. Non devi più preoccuparti del tempo che passa perché li fuori ormai sei stata dichiarata ufficialmente morta e nessuno ti sta più cercando."

I ganci in ferro che mi legano braccia e caviglie, stridono mentre mi lancio in avanti: "Bastardo! Stai mentendo! Anche se le Autorità corrotte mi hanno dichiarata deceduta, sono sicura che Simon mi sta ancora cercando!" Non faccio nemmeno caso al sangue che scivola dai polsi feriti fino ai gomiti.

"Ne sei certa? Ha ben altri problemi da affrontare... come rimanere vivo e proteggere il suo branco. La situazione negli ultimi tre mesi è degenerata, la Triade ha il pieno controllo e ha instaurato un regime dittatoriale assoluto. Gli umani vengono usati come schiavi e cibo, non esiste più la libertà, c'è il coprifuoco e gli Hunter sono dei mercenari, o meglio, assassini al soldo delle Autorità. Il mondo che conoscevi non esiste più..."

Non ci posso credere, quello che temevamo io e Simon si è avverato.
E sono passati tre mesi, tre mesi! Sono sicura però che Simon mi cerca ancora, il mago vuole cercare di togliermi la speranza, l'unica luce che mi fa andare avanti, ovvero il pensiero che qualcuno lì fuori mi stia aspettando.

Lui si alza e si avvicina camminando con calma: "Non piangere Makhaira, ormai tu sei mia, una mia proprietà che presto si rivelerà molto remunerativa, vedrai. Insieme faremo grandi cose!"

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora