CAPITOLO 8

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Zeus stava guardando la figlia. "Talia, abbiamo visto la presenza di divinità nemiche sul Gateway Arch." Talia, guardando verso la cabina di Percy, commentò. "Non possiamo lasciarlo qui, però. Non solo. Se noi tre siamo con voi, e voi venite con noi... Lui rimane solo e non so quanto..." "Non preoccuparti per ciò, figlia. Chirone è stato informato della situazione e lo aiuterà al meglio delle sue possibilità." Jason posò una mano sulla spalla di Talia, dicendo. "Allora ci prepariamo." Zeus annuì alle parole del figlio, dando ai tre il tempo di andare.

***

Jason stava osservando Talia mordersi il labbro. "Non te lo vedevo fare da un sacco di tempo, Talia." "No, lo so. Ma... Percy... io, non l'ho mai visto così distrutto. E ho paura per lui, so che non serve, e probabilmente ha già paura di per sè..." "Solo che?" "Non sono abituata a dover essere quella forte. Cioè, lui di solito è quello positivo, forte, capace di confrontare i problemi e aiutarci. Io... mi sono affidata a lui molto tempo, ma adesso che lui ha bisogno di me..." 

Nico annuì. "Anche io la vedo come Talia, Jason. Tu no?" Jason sospirò, scuotendo la testa. "Non volevo spaventarvi, ma.." "Anche Percy non voleva farlo, e adesso rischia di morire."

Zeus intervenne. "Perché non gli dite cosa provate nei suoi confronti? Al posto di lamentarvi di non sapere come aiutarlo. Aiutatelo mostrandogli quanto è importante per voi." Ade annuì. "A sentire Afrodite, l'amore è la forza più forte di tutte, quindi magari anche per questa maledizione. Vedere che è utile, che potrebbe aiutarvi, magari Percy guarirebbe. Il suo tallone di Achille lo renderebbe forte e non debole."

**

Talia, Nico e Jason stavano controllando la sala esposizioni. "Qui non c'è niente... attento!" Nico venne lanciato da un'entità oscura.
"Bene bene bene." "Voi..."
Porfirio e Polibote sorrisero mentre avanzavano. "Questa non ve la aspettavate, vero?"

Percy si svegliò di scatto, preoccupato, guardandosi intorno frenetico.
Prese Vortice dal comodino e l'orologio scudo regalatogli da Leo, per ricordare quello fatto da Tyson.
Corse nelle stalle dove Blackjack lo guardava.
"Ehy capo, tutto ok?" Percy scosse la testa, dicendo. "Ce la fai a volare? Devo andare urgentemente in un posto." Blackjack nitrì, alzando il capo orgoglioso. "Certo boss. Pronto all'azione. Dove stiamo andando?" "Gateway Arch."

***

Talia, Nico, Jason, Zeus, Ade e Poseidone erano stati fermati da Porfirio e Polibote.
Loro stavano ridendo, mormorando. "Non capiscono ancora. Sono così... ingenui." "A cosa vi riferite?" Domandò Talia, ringhiando.
Porfirio rise. "Della maledizione che ha colpito Perseus Jackson, ovviamente. Senza il vostro combattente migliore, come potreste sperare di vincere. O solo di vivere?"
Polibote rise.
Nico, lentamente, domandò. "Cosa gli avete fatto?"
Polibite ghignò. "Non abbiamo commesso lo stesso errore di Crono e di nostra madre Gea." "Perseus era troppo imprevedibile... la maledizione usa il difetto fatale di un semidio e lo fa impazzire. Al punto da non riconoscere più realtà e bugia." Polibote rise alle facce sgomente dei sei. "E non ha detto la parte migliore." "Ah, e sarebbe?" Chiese Ade. "Morirà. In modo lento e doloroso, pensando di aver fallito tutto e tutti. Certo, a meno che non riesca a trovare il modo di sconfiggerla. Il che è impossibile."
"Me lo avete appena dato, idioti."
Perseus stava guardando i due titani, dopo aver controllato velocemente le ferite dei tre cugini.

"Adesso basta. Ti ucciderò." Ringhiò Polibote. Percy alzò la spada e ghignando disse. "Accomodati."

Angolo autrice
Alla prossima
By rowhiteblack

IL RAGAZZO CHE AVEVA VISTO TROPPODove le storie prendono vita. Scoprilo ora