Illegal mission (Yoonkook)

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Jungkook pov

"Ve lo dico adesso, chiaro e tondo. Non mi importa di chi sia, se qualcuno viene rapito non riceverà alcun tipo di aiuto da me o dagli altri. E vi conviene non dire niente, anche a costo di essere torturati a morte e morire. Questo vale per tutti, chiaro?" tuonò Yoongi.

Min Yoongi era a capo della gang più famosa e temuta di Seoul. Era un capo eccellente, freddo e distaccato, in grado di incutere timore anche solo guardandoti.

Quella notte avremmo dovuto riprenderci il controllo di un piccolo capannone, che era stato occupato dai nostri acerrimi nemici. E io ormai avevo imparato a memoria il discorso che Yoongi faceva ogni volta. Se ti prendono sei morto, ti lascerò morire senza provare a salvarti e non importa chi tu sia.

Ed era vero, a Yoongi non importava di nessuno. Non lo avevo mai visto tornare indietro per qualcuno in 6 anni, da quando mi ero unito a lui. Durante le mie prime missioni non ci credevo, mi fidavo di lui e sapevo che sarebbe venuto a salvarmi se fossi stato nei guai. Ma dopo l'episodio di 5 anni prima avevo capito che mi sbagliavo di grosso.

Mark, il veterano braccio destro di Yoongi, era stato preso in ostaggio durante un'uscita e il sequestratore voleva proporre uno scambio al mio capo.

Inizio flashback

"Lo rivuoi indietro vero? Dopotutto è il miglior uomo che hai" disse il capo dell'altra gang. Yoongi, al mio fianco, rimase freddo, non un'emozione sul suo volto. Il nostro avversario aveva fatto legare i polsi a Mark e ora era appeso al soffitto, con i piedi che penzolavano nel vuoto.

"Dopotutto sei venuto" continuò il rapitore. "Vorrà pur dire qualcosa no?" disse ghignando. A quel punto Yoongi fece un piccolo sorriso. "Kang... non l'hai ancora capito? È inutile che tu rapisca i miei uomini, non serve a niente".

"Gli altri due non erano importanti per te, ma qui si parla del tuo braccio destro. Non sono riuscito a farlo parlare ma posso ottenere altro da lui". "Puoi torturarlo o ucciderlo, fa quel che ti pare. Ma non otterrai proprio un bel niente da me" rispose Yoongi.

Mi girai a guardarlo. Scherzava vero? Quando faceva il suo discorsino prima di partire non poteva essere serio. Non ero con lui da molto ma non potevo credere che abbandonasse uno dei suoi più fidati così.

"Hyung aspetta. Proviamo a sentire cosa vuole in cambio. Ci sarà un modo per riavere Mark. Non possiamo arrenderci così" provai a suggerirgli.

Lui si girò di scatto nella mia direzione. "Ragazzino, sei qui da neanche un anno, non darmi ordini. Lo ripeto ogni volta e se non ti è ancora entrato in testa allora ti conviene andartene" disse deciso. Sussultai e abbassai il capo spaventato. Il suo tono non ammetteva repliche e un po' mi aveva messo paura.

Kang rise. "Vediamo cosa penserai appena inizierò a divertirmi" disse prima di fare un cenno a uno dei suoi. Questo iniziò a torturare Mark proprio davanti ai nostri occhi. Il suo corpo si dimenava invano, cercando di sfuggire a quella lenta agonia.

Guardai supplichevole, con le lacrime agli occhi Yoongi, ma lui non si era mosso di un millimetro. Guardava la scena senza far trapelare niente dallo sguardo. Davvero non gli importava? "H-Hyung" tentai. Ma niente, fu tutto inutile.

Yoongi ad un certo punto perse la pazienza. Sbuffò, prese la pistola dalla fondina al suo fianco e la puntò davanti a sé. Subito decine di armi mirarono alla sua testa ma tutto accadde in velocità.

Il corpo di Mark smise di contorcersi e oscillò immobile. La stanza cadde nel silenzio, Kang che guardava Yoongi a bocca aperta. L'aveva ucciso, aveva ucciso Mark, il suo braccio destro.

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