Capitolo 9

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Devo dire che a volte l'ignoranza è una benedizione, perché poi la realtà supera la fantasia.
Vedendo la situazione in cui sono ora, forse tutto sommato essere torturata e tormentata non era poi così male.

Ma andiamo con ordine.

Dopo qualche altro giorno di sperimentazioni nel laboratorio del mago, mi hanno di nuovo sedata. Pensavo di svegliarmi nella mia "suite" sotterranea e invece no!

Questo posto è davvero allucinante: sono in un cubicolo in simil plexiglas trasparente di circa due metri per due. Sulla mia destra c'è un cubo identico al mio, per ora vuoto, e sulla mia sinistra un'altro. Al suo interno c'è uno gnomo guerriero, alto meno di un metro e cinquanta ma massiccio e muscoloso come un body builder. I suoi baffi rossi intrecciati in lunghe trecce, toccano quasi terra. La pancia è ampia e prominente e le gambe muscolose sembrano due tronchi. Sulla schiena porta un'ascia bipenne che sembra pesare una tonnellata.
Mi guarda con diffidenza e un pizzico di derisione come se non capisse cosa ci faccia io qui.
Mi avvicino alla parete in plastica e gli chiedo come si chiama. Lui mi ignora e poi ad un tratto mi dice: "Smettila di parlare ragazzina! Tanto queste gabbie sono incantate: io non posso sentire te e tu non puoi sentire me, ogni suono è bloccato!"

Ok, ora mi spiego perché io riesco a percepire il rumore assordante che ci circonda senza problemi, così come quanto lo gnomo mi ha appena detto.

Mi guardo intorno con più attenzione.
A cerchio, per un perimetro molto ampio di circa quaranta metri, sono disposte altre otto celle come la mia, quasi tutte occupate da altri prigionieri di ogni specie e razza immaginabile, quali elfi, nani, mutaforma. Alcuni stanno seduti in silenzio, in attesa di cosa li aspetterà di lì a poco, altri invece camminano insofferenti su e giù.
Un troll, posto esattamente perpendicolare alla mia posizione, è invece immobile come una statua perché è talmente grosso che a malapena riesce a spostare le braccia e a fare mezzo passo avanti e indietro. Il suo sguardo emana odio, risentimento ma anche paura, terrore. Una profonda cicatrice gli attraversa il volto dalla fronte per poi passare sull'occhio destro fino all'angolo della bocca.

Fatta dello stesso materiale trasparente, sopra di me si vede un'ampia arena dove i combattenti devono fronteggiarsi. L'area dove si combatte è chiusa con una sfera, una cupola, sempre trasparente che impedisce ai contendenti di scappare ma al pubblico di godersi perfettamente lo spettacolo e in piena sicurezza. Il pavimento dell'arena è leggermente inclinato verso il centro dove c'è un buco con una grata larga circa un metro che confluisce in un canale d'acciaio che prosegue fin sotto le nostre celle per diversi metri. Non vedo però dove il tubo arrivi perché è del tutto buio sotto di noi e le celle, perfettamente identiche, sembrano quasi sospese nell'aria.

Più in alto ancora, tutto intorno a noi, ci sono gli spalti gremiti di gente eccitata, esultante. Il caos è quasi insopportabile per me che posso sentire cosa dicono: sono finita in un ring di incontri clandestini, dove scorrono fiumi di soldi per le scommesse su chi morirà e chi vincerà.

Ad un tratto mi accorgo di una loggia privata sugli spalti e lì vedo il mago che mi saluta con un cenno della mano e un sorriso soddisfatto. Vicino a lui c'è una figura alta quasi due metri e slanciata, ricoperta interamente da una tunica e un cappuccio color carminio. Al suo interno vedo due fiammelle al posto degli occhi: quando quello sguardo alieno si posa su di me, un brivido mi corre lungo la schiena ed ho la certezza di essere al cospetto del capo della Triade. Colui responsabile del caos che ora regna nel nostro Stato ma, soprattuto, colui che ha ordinato il mio rapimento. Le fiamme sembrano intensificarsi quando i nostri sguardi si incrociano e spero che l'odio che provo verso di lui sia perfettamente visibile anche a questa distanza.

Realizzo in quel momento di essere più vestita del solito: ho degli stivali marroni pesanti, un gonnellino svolazzante che mi copre davanti e dietro e per fortuna sotto delle mutande sempre marroni, una cintura verde, un top aderente e una fascia sul volto, ovviamente dello stesso colore merdoso, per usare un francesismo.

Chissà perché mi hanno messo la benda... forse non vogliono che qualcuno scopra chi io sia e che magari la voce arrivi a Simon. Detto ciò, non ho la più pallida idea di dove sono e potrei essere ovunque, anche dall'altra parte del mondo. Quindi il fatto che qualcuno mi possa riconoscere lo trovo improbabile. Per ora la terrò su perché anche a me fa comodo mantenere la mia identità celata.
Non ho però alcuna arma, niente, nemmeno un coltellino... bastardi! Ovviamente nulla è casuale.
Se dovrò combattere dovrò decidere come farlo: il mio obiettivo, finora, è sempre stato celare il più possibile le mie capacità di Nullo, ma temo che in questa situazione non combattere al mio meglio potrebbe essermi fatale, visto i contendenti di questo gioco assurdo e soprattutto considerando che sono del tutto disarmata.

Poco dopo sento un rumore meccanico provenire dalla mia destra: il pavimento della cella cala verso il basso sprofondando nel buio e dopo qualche secondo riemerge con un uomo ancora addormentato al suo interno. È alto e longilineo, di circa trent'anni. Indossa una canottiera grigia e dei calzoncini, ha i piedi nudi e nemmeno lui ha nessuna arma. Mi avvicino un po' per osservare la sua aura di color giallo: è decisamente un mutaforma, un ghepardo per la precisione.

Ora tutte e dieci le gabbie sono occupate.

Pochi istanti dopo una voce da un microfono posto in alto annuncia: "Signori e signore, benvenuti! Oggi la Fossa ha in serbo per voi dei combattenti unici e straordinari. Non rimarrete delusi dai nuovi acquisti fatti con l'unico obiettivo di allietarvi, farvi divertire ma soprattutto spendere tutti i vostri soldi!" La risata serpeggia nella folla come un'onda. Gli applausi e i fischi che seguono sono assordanti.
"Bene! Ora vi presenterò i primi due contendenti, poi potrete fare le vostre scommesse. Oggi sono previsti sei duelli, ma dipende anche da quanto dureranno i singoli scontri no?!" Un'altra rombo di risate risuona nell'ambiente.

Fantastico se sono previsti sei incontri vuol dire che qualcuno dovrà battersi due volte oggi.

La voce metallica prosegue con entusiasmo: "Il primo scontro è tra due personaggi molto noti ed apprezzati dato che sono con noi, miracolosamente... da diverse settimane ormai."
Immediatamente viene proiettato su uno schermo ricurvo posto proprio sopra la cupola dell'arena come una vela gonfia, l'immagine dei due contendenti in questione.
"Due gladiatori e combattenti incredibili che per la prima volta si affronteranno: Faust, lo gnomo guerriero, duecento anni di esperienza in guerre e combattimenti contro il possente e spietato troll delle montagne, Groll. Entrambi mai sconfitti, ora si dovranno fronteggiare e questo decreterà, finalmente, chi è il più forte. Piazzate le vostre scommesse!"

Alla mia sinistra sento un movimento: lo gnomo tira fuori l'ascia e la appoggia sulla spalla destra. Poi si gira verso di me e con sorriso ironico sussurra: "Ragazzina, augurami buona fortuna."

Poi il pavimento del suo cubo si alza, la lastra che copriva la parte in alto si sposta lateralmente e lo gnomo si ritrova in pochi secondi al livello dell'arena.
Lo stesso sta succedendo nella parte opposta dove anche il troll ha raggiunto il terreno di gioco. Groll inizia subito a muovere le braccia per scaldarle e ridare mobilità essendo, finalmente, in uno spazio che gli consente di stendere appieno i suoi arti superiori ed inferiori. È davvero mastodontico, gigantesco e lo gnomo sembra una formica in confronto a lui. Per quanto Faust mi sia simpatico, non credo abbia molto chances di sopravvivenza.

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Finalmente ho avuto anche il tempo di disegnare personalmente la cover del capitolo in questione. Abbiate pietà di me! È solo per divertimento 😉

The Bounty Hunter - Hunted (Vol. 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora