Capitolo 26

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Lauren non le aveva detto piú nulla, l'aveva lasciata andare e Camila aveva continuato ad ignorarla per il resto della settimana. Era arrivato il venerdí pomeriggio finalmente, la settimana scolastica era finita, ed una volta arrivata a casa la cubana decise che sarebbe andata ad allenarsi un poco prima di cena. Quella sera il gruppo aveva deciso di uscire piú tardi rispetto alle altre volte, in quanto essendo già nel periodo pre-natalizio ognuno aveva da fare qualcosa che riguardasse la preparazione delle feste. Si erano comunque dati tutti appuntamento alle dieci e mezza nei pressi di Venice per stare un pó assieme.

Camila mise un leggins, un top sportivo ed allacció le sue scarpe da ginnastica prima di uscire di casa, aveva avvisato Ariana della sua uscita fuori programma e per questo non si preoccupava. Una volta lasciata la villa, la cubana si recò verso una delle molteplici stradine sterrate che si trovavano lì vicino, aveva voglia di raggiungere la scritta Hollywood cosí da godersi il panorama della cittá di Los Angeles al calar del sole. Con il cellulare attivó il gps cosí da non perdersi tra la vegetazione delle colline hollywoodiane e poi fece partire la sua playlist preferita.

Camila non era mai stata tipo da fare sport eppure quel pomeriggio sentiva l'adrenalina bruciarle nelle vene ed aveva voglia di muoversi. Dal giorno in cui ebbe quella sorta di discussione con Lauren sulle scale, le due ragazze non avevano più parlato, quando si vedevano entrambe si limitavano ad occhiate fugaci accompagnate di rado da un cenno di capo a mò di saluto.

A Lauren la cubana mancava, le mancava vederla ridere, ma sopratutto farla ridere, eppure non aveva avuto il coraggio di andare lí a chiederle scusa, oramai aveva capito cosa avesse ferito Camila quel giorno anche se non capiva ancora perché l'avesse ferita cosí tanto, peró avvicinarsi e chiederle 'scusa' la terrorizzava, era spaventata dalla possibile reazione della bruna.

A Camila pure mancava Lauren, ma non lo avrebbe mai ammesso. Le mancava stare in compagnia della corvina, le mancavano i pomeriggi passati a ripetere formule di matematica, le mancava vedere Lauren giocare con le sue mani, le mancava avere la ragazza che ogni mattina la accompagnava in classe e le lasciava un bacio sulla fronte. Le mancavano quei piccoli gesti ma non lo avrebbe mai ammesso né agli altri nè a se stessa eppure le mancava.

Lauren le aveva fatto male ma Camila non riusciva ad avercela con lei, fingeva, il suo ignorarla, il suo evitarla era una modo per dirle 'ehy vienimi a prendere'. La cubana non riusciva a dare una spiegazione per ciò ma non riusciva ad avercela con Lauren, fingeva per dimostrare a se stessa che lei era piú forte di uno stupido sentimento, che quel sentimento non le stava abbassando le difese, e soprattutto volava dimostrare a quel sentimento che Camila Cabello era piú forte di lui, Camila Cabello non permettava agli altri di farsi mettere i piedi in faccia solo perché c'era di mezzo lui, Lauren le aveva fatto male e Lauren avrebbe dovuto ricevere quello che si meritava ovvero essere ignorata ed evitata, il sentimento doveva andare a farsi fottere.

Alla fine peró lui aveva fottuto lei, la partita si era conclusa '1 a 0' per il sentimento. Camila Cabello aveva perso, ma non perchè era debole ma perché era cotta, solo che lei questo ancora non lo sapeva.

La cubana corse per qualche kilometro accompagnata delle strofe delle sue canzoni preferite, il fiato, essendo poco allenata, non era suo alleato e di conseguenza dopo un pó fu costretta a fermarsi, si piegó. apppggiando le mani sulle ginocchia e cominció a respirare per riprendere fiato. D'un tratto la musica si era arrestata, cosi Camila sfiló il suo cellulare dalla tasca credendo che quello stop fosse dovuto ad una chiamata che stava per arrivare, ma quando si accorse che in realta la batteria del telefono l'aveva abbandonata imprecò. '

-" Cazzo dinuovo ! "- disse ad alta voce
-" dai merda accenditi "- Camila continuò a provare a riaccedere il suo cellulare ma niente, questo era morto.
Sbuffó sonoramente portandosi le mani sui fianchi, si guardó un po intorno provando a ritrovare la stradina che l'aveva portata sin li, ma c'enerano talmente tante che se ne avesse presa una al novantanove percento sarebbe stata quella sbagliata.

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