viii. Obi-Wan

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Quando arriva su Mustafar, una parte di lui sa, con una certezza straziante, che non lascerà il pianeta vivo. Lo sa, come sa che affronterà Anakin.

Darth Vader deve ripetere a se stesso.

 Ma è cosciente che questa distinzione forzata non sussiste davvero. Sa che affronterà Anakin: lo squadrerà dritto in faccia e pretenderà le ragioni che lo hanno spinto ad agire così.

 Urla quell'interrogativo e, quando Anakin si gira verso di lui, freddo e disperato e molto, molto in collera, Obi-Wan si accorge di conoscere quella persona. «Che ti è successo?» domanda, la delicatezza nel timbro che è estranea persino a lui.

 Non esprime ad alta voce gli altri dilemmi che lo assillano. Perché non me lo hai rivelato, non ne hai discusso con me? Ti avrei aiutato, Anakin. Avrei fatto di tutto per soccorrerti, se me lo avessi permesso. Non eri costretto a farlo. La situazione avrebbe potuto svolgersi diversamente.

 Anakin gli dice che i Jedi si sbagliano e Obi-Wan rammenta che, anni fa, Qui-Gon gli disse la stessa cosa. Anakin gli spiega che lo sta facendo per Padmé e Obi-Wan quasi simpatizza con le sue motivazioni. Ma non ha scordato le facce dei Jedi massacrati al Tempio: è come se adesso lo osservassero e lo stessero pregando di fare loro giustizia. Il Sith deve essere fermato. Obi-Wan ne è consapevole.

  È consapevole di ciò in cui Anakin si è trasformato, lo può vedere nei suoi occhi. Ma in essi scorge qualcos'altro, paura e indecisione, e non vorrebbe sperare ma lo fa, spera invano che Anakin possa essere salvato, convinto ad abbandonare la propria battaglia.

 Nel momento in cui le loro spade laser si scontrano l'una contro l'altra, fatali e scintillanti, sa di aver fallito.

 Tu puoi scegliere, ha detto Obi-Wan ad Anakin. È solo che non ha mai pensato che la sua anima gemella, il suo miglior amico, il suo Anakin, potesse scegliere di intraprendere un cammino che avrebbe portato alla distruzione di entrambi.

 La loro lotta è un crudele riverbero dei loro anni trascorsi insieme, i loro allenamenti, le loro meditazioni, le loro discussioni, la presenza con cui hanno costantemente attorniato l'altro come se fosse la cosa più naturale al mondo. Nessuno conosce Obi-Wan meglio di Anakin. E lui avrebbe voluto che anche l'opposto fosse vero, ma, mentre devia a stento l'ennesimo colpo, riflette che si è sbagliato e che anche l'universo era in errore. È così che dovevano andare le cose? Non ha mai amato nessuno nemmeno la metà di quanto ha amato Anakin.

 Gli sembra che sia passata una vita da quando l'uomo di fronte a sé gli ha promesso di proteggerlo da Darth Vader.

 Anakin lo attacca e Obi-Wan perde terreno, para, schiva, blocca, salta, rotea a lato e rimanda l'inevitabile: mantiene il suo avversario a distanza, non ha il coraggio di usare la spada laser per nient'altro se non la difesa.

 Ma ne è forzato, alla fine, e, mentre la lama trafigge Anakin, si chiede come sia possibile che il nome sul suo polso destro non sia scomparso, tanto è il disgusto che prova verso se stesso per ciò che ha appena fatto.

 È a questo, allora, che lui era destinato a compiere per tutta la vita, e l'amore che nutre per Anakin non conta.

 «Ti odio!» grida lo sconfitto, adirato e sofferente e tradito, e Obi-Wan vorrebbe cadere sulle sue ginocchia, cullare Anakin tra le braccia e piangere, piangere e scusarsi per non essere stato in grado di impedire che succedesse tutto questo.

 «Ti amavo» replica, puro e semplice, così com'è sempre stato. Non c'è collera in quella frase, nessuna colpa, solo il rimpianto, mentre fronteggia l'odio di Anakin e non è capace di ribattere con null'altro se non con l'amore. «Ti amavo, ma non ti ho salvato».

 Anakin lo scruta, agguantando il nulla con disperazione, cercando di non finire nella lava, senza cambiare espressione.

 «Perdonami» sussurra Obi-Wan voltandosi. Non ha il fegato di assistere a ciò che avverrà.

 Lui è forte, ma non ce la fa.

 La voce di Yoda gli eccheggia nella testa. Fermato il Sith deve essere.

Io non ucciderò Anakin.

 Gli vengono in mente i tempi in cui interrogava continuamente la Forza su cosa gli riservasse il futuro. Una tristezza infinita, gli rispondeva essa con delicatezza. Lui non aveva mai capito genuinamente il significato di quelle parole.

 Adesso sì.

[🇮🇹] you sing it out loud, "who made us this way?"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora