Capitolo 9: 𝕌𝕟𝕒 𝕟𝕠𝕥𝕥𝕖 𝕕𝕚 𝕥𝕖𝕞𝕡𝕖𝕤𝕥𝕒 - Parte 1

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Avrebbe dovuto semplicemente entrare

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Avrebbe dovuto semplicemente entrare.

Non era poi tanto difficile, eppure lei rimase immobile davanti a quella porta a spinta che la divideva di pochi centimetri da quello che lei reputava l'inferno sceso in terra.

«Orchidea», disse una voce estremamente familiare. Si voltò e quasi affogò nel vedere quel blu lago di quel posto che temeva di visitare a causa di Nicole Miser negli occhi di Cristoph Coser.

Infatti nelle due settimane passate, la ragazza dai lunghi capelli bianchi non era mai uscita di casa se non forzatamente per andare a scuola o da Katrin. Aveva sempre il timore di incrociare la figlia del sindaco e, così, non ebbe molte chiacchierate. Quella con Cristoph fu la prima da tanto ad essere spontanea. «Ti unisci a noi?»

«Noi?» balbettò il fiorellino bianco non vedendo nessun altro dietro di lui.

«Sì, gli altri stanno arrivando. Elisea ci aspetta al tavolo», rispose il ragazzo aprendo la porta e invitandola ad entrare con lui. Sorrideva e quel scintillio che sbrilluccicava da quei denti perfetti le ricordò il riflesso del sole sul letto del lago di Dobbiaco. D'un tratto, però, smise di brillare: il viso di Cristoph si fece rigido e la giovane diciassettenne lo vide stringere i pugni. Seguì il suo sguardo e capì. Al tavolo del gruppo di amici sedeva Elisea, che come aveva detto lui stava attendendo gli altri, ma non era sola. Al suo fianco, occupando un posto con un'eleganza sofisticata e un taglio di capelli perfetto giaceva, con un'espressione provocatoria, la persona che aveva cercato di ignorare, Nicole Miser.

Completamente in preda all'ira, il ragazzo con i capelli ribelli color carbone si diresse verso di loro a grandi passi, che Orchidea fece fatica a stargli dietro.

«Nicole!» esclamò il giovane.

«Cristoph», squittì gioiosa la figlia del sindaco, mettendosi in piedi.

«Che cosa ci fai qui?» domandò lui con voce profonda.

«Stai bene?» Al fianco di Elisea apparve Elenì, la sorella, che con un modo di fare preoccupato le accarezzava la schiena, mentre alle sue spalle, in piedi, con la fronte corrucciata e gli occhi colore oliva fissi su Nicole, c'era Florian.

«Stavo solo parlando con la piccola Maser. Ci mancava a scuola. Vero, barilotto?» ridacchiò la figlia del sindaco.

«Basta, Nicole», borbottò Cristoph incrociando le braccia al petto.

«Ma come? Che c'è? Dico solo la verità...» mormorò la ragazza con i capelli biondo platino e un atteggiamento da principessina. «Come fate a starle accanto? Ma che dico... siete tutti dei pezzenti...»

«Ti diverti così tanto?» sibilò Elenì, assottigliando gli occhi color pistacchio.

«Non immagini quanto e Florian... hai messo su un corpo da favola... È un peccato che...» dichiarò Nicole.

La Ragazza che Pretendeva TroppoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora