Prima parte

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"Paradisi terrestri:la spiaggia Ursula

Una minuscola lingua di sabbia che pochi conoscono. Una spiaggia dorata nascosta da scogliere altissime dove spumeggiano le onde che, sbattendo con ferocia tra i massi rocciosi, ricordano tuttora il rumore di quel tuffo di un Edoardo disperato per la perdita della dolce amata. La spiaggia Ursula è ancora avvolta nel mistero. Racconta dell'amore disperato del guerriero Edoardo per la sua sirena. S'erano amati in mare quando lui l'aveva tratta in salvo durante una spaventosa tempesta. Lui, Edoardo, un giovane condottiero spagnolo; lei, Ursula,una sirena che una volta toccata l'imbarcazione perse la sua coda e divenne umana. Ma come vuole la tradizione, una sirena con sembianze umane non può vivere a lungo. La nave attraccò proprio su quel lembo di terra selvaggia e nel profondo sonno di Edoardo, la dannata amante si rituffò in acqua senza ritornare mai più a galla. Uno dei marinai giurò d'averne vista la coda laggiù in quella piccola grotta che s'intravede appena e che riflette un verde intenso a ricordar i suoi occhi di giada. E dopo la consapevolezza di quella morte assurda, Edoardo salì su quel promontorio che ancor oggi veglia sulla baia per cercar conforto dal vento. Ma con lo sguardo verso la grotta che ricordava gli occhi di Ursula, chiuse i suoi e si lanciò nel vuoto per raggiungerla. Un grido, lo stesso che ode l'ascoltatore attento all'alba e un tonfo rumoroso come l'onda che si frantuma negli scogli aguzzi e taglienti.

Guardo la baia dall'alto, scorgo la coda agitata di Ursula che tuttora nuota alla ricerca del suo Edoardo.

E quaggiù è ancora magia. Come vuol la fiaba più bella, a tutt'oggi la spiaggia Ursula rimane deserta,  avvolta in un sacrale lutto che nessuno vuole profanare.

Se passate da queste parti, non dimenticate d'immergervi dentro l'emozione di questo amore lontano e rispettate questo paradiso, fatelo per Ursula e Edoardo! Vi ringrazieranno con la loro benedizione".


«Sei troppo sdolcinata!Non piacerà a nessuno!» mi disse Cristina mentre leggevo a voce alta il prossimo testo da pubblicare.

«L'amore è la forza del mondo! E poi alla gente piacciono le leggende!» le dissi io convinta, almeno così mi sembrava di essere: «Devo pur cominciare dai posti che abbiamo qui, no?»

«Non se lo fila nessuno il tuo sito! Come puoi pensare di riuscire a realizzare il tuo progetto senza un centesimo?» mi ricordò la bionda seduta accanto a me con le gambe accavallate e le braccia conserte quasi a volermi ricordare la mancanza d'attenzione da parte di un pubblico pressocché inesistente. Non c'è niente di peggio per la tua autostima quando qualcuno ti ricorda un mancato risultato.

Era vero. Nonostante avessi condiviso l'idea con amici e parenti, nessuno aveva mai visualizzato le mie pubblicazioni, figuriamoci se qualcuno aveva letto i testi! Eppure parlavo di viaggi, di luoghi che avevo visitato e che m'avevano emozionato e alla gente piace viaggiare, no?

«Non è facile trasmettere l'emozione con la scrittura!» mi aveva ricordato la mamma, quasi a scoraggiare quell'impresa che mi entusiasmava quanto un bambino in procinto di salire sulla sua giostra preferita.

Cristina era forse l'unica che entrava regolarmente nel sito per vedere i miei progressi. Ero alle prime armi, non potevo certo competere con i blogger che avevano cominciato anni prima di me, ma non riuscivo a capire come mai qualcuno riuscisse a farsi strada facilmente mentre i miei post si perdevano appena dopo qualche condivisione. Curavo le foto, sceglievo luoghi conosciuti da pochissimi, ma non bastava.

«Ma cercarti un lavoro serio, Jessica?» mi sentivo ripetere da mio padre, postino da vent'anni con la mentalità del posto fisso da generazioni. E io facevo spallucce, sbuffavo e me ne andavo sconfitta.

Viaggio in Cina (anche se non ci sono mai stata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora