Capitolo 7

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Dopo aver iniziato ufficialmente il piano, che però non aveva ancora un nome preciso, decisero prima di pranzo di dedicarsi ad alcune schede del video che avrebbero registrato nel pomeriggio.

Il video in questione era un 'One shot' quindi, fortunatamente per Dario, mentre cucinava, Nic sarebbe stato costretto a star lì per riprenderlo mentre realizzava quei piatti osceni che solo a Nelson Venceslai sarebbero potuti piacere.

Tra un piatto e l'altro cercava di iniziare una conversazione, ma tutti i suoi tentativi si concludevano con Nicolas che rispondeva in maniera fredda terminando il discorso in maniera affrettata.

Non tirava fuori argomenti profondi, e nemmeno interessanti. Gli chiese del tempo, di cosa si era portato da casa per pranzare, e così via. Gli risultava quasi impossibile aprirsi con lui. Non si apriva con quasi nessuno in realtà. Scriveva ciò avrebbe voluto dire, ma davanti ad altre persone non gli era così semplice esternare i suoi pensieri più profondi.

Perse le speranze e si promise di provare a parlarci durante la pausa pranzo. Non gli restava altro da fare se non guardarlo.

Nic era palesemente nervoso e a Dario questo non sfuggì per molti particolari: controllava le registrazioni almeno 10 volte pur di non alzare lo sguardo e incrociare il suo, le sue dita sbattevano ripetutamente sul piano da cucina, si sistemava i capelli ogni 5 minuti e infine, stava zitto. Nic di rado perdeva l'uso della parola. A volte era quasi snervante stare lì a sentirlo parlare per ore.

Stranamente però, adesso a Dario, sentirlo parlare gli mancava terribilmente. Il silenzio è la cosa più crudele da riservare ad una persona. In alcune situazione anche con gli estranei ci si ritrova a parlare. In ascensore ad esempio si chiede che tempo ci sia fuori, oppure sui mezzi pubblici si chiede se il posto è occupato. 

Il silenzio tra due persone che si conoscono, invece, è la forma di disinteresse più evidente. Nic non provava nemmeno ad inventare frasi di circostanza per Dario, e questo lo faceva sentire quasi invisibile.

Finirono di registrare le schede e iniziarono la pausa pranzo. Frank, Nels, Cesi e Tonno come al solito non si erano portati nulla da mangiare, dunque uscirono a pranzo. Gli unici due della valle che invece si portavano sempre il mangiare da casa erano proprio Dario e Nic.

Altre volte erano rimasti soli in studio, ma oggi l'aria era più pesante del solito.

Nic aveva delle penne rigate con pomodorini e olive, mentre invece Dario aveva una semplice insalata. Aveva comprato del vino rosso e per tentare di ammorbidire Nic, gliene offrì qualche bicchiere. Erano visibilmente allegri, non ubriachi, solamente più rilassati.

Parlarono del più e del meno, ma senza quella freddezza che aveva caratterizzato la mattina appena passata. Nic rideva tanto, probabilmente per il vino, e l'altro vedendolo non più imbronciato, si lasciò scappare qualche sorriso.

Approfittò della situazione e gli chiese nuovamente scusa. La risposta di Nic arrivò e fu molto più morbida di quella data la mattina.

"Tranquillo, davvero. Non importa, non ci si può arrabbiare perchè la gente non è come vorremmo. Mi dispiace di aver preteso da te un trattamento diverso, ora capisco perché non hai mai voluto parlare di quella sera. Era davvero un errore, e io non avrei dovuto pensare diversamente da così."

E invece Dario avrebbe voluto parlare di quella sera. Voleva dirgli che forse non era stato un errore, ma fondamentalmente, non era certo di nulla. Giurò a se stesso di parlarne prima o poi, ma non era ancora pronto.

"Sono contento che tu non sia più arrabbiato con me. Non mi ha fatto per nulla piacere vederti giù e sapere di esserne la causa." si limitò a dire.

"Dario, non credo tu sia mai stato la causa. Tu sei stato il triste mezzo, mai la causa. Non dipendeva da te, sei capitato nella situazione sbagliata e io ho frainteso. Ma davvero adesso non parliamone più." rispose Nic.

Il pranzo continuò tra risate, bicchieri di vino e scuse che mai avevano avuto il coraggio di fare.

I ragazzi ritardarono dal loro pranzo in quanto dovettero andare a comprare vari cavi per i microfoni e le videocamere. Li avevano aggiunti in lista desideri su Amazon, ma ancora non erano arrivati, e loro ne avevano estremamente bisogno.

Forse per il troppo vino oppure per le forti emozioni passate durante la mattinata, Nic crollò sul divano in attesa di ricominciare a registrare.

Dario lo fissò a lungo. Il suo viso mentre dormiva era ancora più sereno di quando era sveglio. Russava leggermente, non dava fastidio, anzi, faceva quasi tenerezza. 

Decise di prendere il suo portatile e controllare le email seduto a fianco a lui. Una strana sensazione però, lo attraversò. La stessa sensazione e gli stessi brividi di quella sera. E senza accorgersene era lì che gli accarezzava il viso e i capelli, sperando non si svegliasse.

Non avrebbe avuto molte scuse stavolta, e le conseguenze di questo suo slancio d'affetto non sarebbe stato in grado di affrontarle, purtroppo.

Lasciarsi prendere la mano (Space Valley)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora