Quella notte a New York

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Si svegliò e si mise a sedere. Gli occhi che fissavano il suo riflesso nello specchio. Il suo viso illuminato dalla luce del sole. Il ricordo della notte passata le attraversò la mente.
Le sue labbra morbide che sfioravano quelle tinte di rosso della ragazza. Le dita che giocavano con le punte dei capelli castani, per poi farsi strada verso il basso.
Poi le loro mani intrecciate. La corsa fuori dal club, verso l'hotel più vicino. Gli sguardi curiosi dei passanti. Quasi invidiosi. L'odore di vaniglia della stanza al decimo piano. Il materasso del letto che si ammorbidiva sotto il peso dei loro corpi. La zip del vestito di seta nero, o forse era blu. Non aveva molta importanza perché presto fu sul pavimento. La sua bocca che lasciava dei baci gentili e poi fogaci mentre attraversava il suo corpo. Le labbra che sfregavano contro il bordo di pizzo della biancheria intima, che trovò posto accanto al vestito. Uno sguardo complice le fece capire che bramava qualcosa di più di semplici e innocenti baci. Lei la lasciò fare.

L'adrenalina. Il desiderio.

La sua testa che premeva sul cuscino. Di nuovo le loro mani intrecciate.

Il piacere.

Avrebbe voluto che non finisse mai. Alzò gli occhi per scrutare la ragazza. Quel corpo di cui solo poche ore fa aveva voluto conoscere tutti i segreti e che ora si mostrava a lei nudo. Altri baci. Le mani che si muovevano leggere ed esperte.
La passione cominciò ad appagarsi, fino a sfumare in dolci carezze. I loro corpi intrecciati. Rimasero lì distese a guardarsi.

Inebriate. Affascinate. Innamorate.

Ma mentre il sonno prendeva il sopravvento, il profumo di vaniglia svanì e con esso anche i vestiti dal pavimento.

Ciò che le rimaneva era solo il ricordo di quella notte a New York.

Quella notte a New York-One shotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora