Prologue: Everything I didn't say

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1 gennaio 2018
Ciao, Kookie.
Questo è tutto ciò che non ti ho mai detto.
Sai, ho sempre pensato che il paradiso si trovasse sulla Terra. Non ti dirò dove, però. È uno dei pochi segreti che terrò per me, anche se spero che un giorno lo capirai da solo.
Ho pensato tanto al motivo per cui ti sei allontanato da me. Ho pensato che forse l'hai fatto perché non sono abbastanza. Forse ti sei scocciato di me, e, semplicemente, hai trovato qualcun altro. Per quanto possa sembrare strano, comunque, l'ho accettato. Ho sempre saputo di non essere abbastanza interessante, abbastanza divertente, o di non avere una vita interessante. È sempre stata molto monotona, la mia vita, e da quando te ne sei andato lo è ancora di più. Ma se tu sei felice, allora cosa posso farci io? Ti ho lasciato scivolare via dalle mie dita, perché pensavo che senza di me saresti stato meglio. E credo che sia vero, perché sembri felice anche senza di me. O meglio, lo sembravi. Perché ti sei trasferito senza neanche farmelo sapere e non ti vedo da un po'. Forse se avessi fatto di più per te non mi avresti allontanato. Ma il fatto è che più di tutto ciò che ho fatto, non potevo fare. Ho asciugato le tue lacrime, ho pianto con te, sono rimasto con te quando tutti gli altri se ne andavano, eppure te ne sei andato comunque. Forse avrei dovuto dimostrarti in altri modi quanto tenessi a te, ma avevo paura di essere allontanato se avessi fatto qualcosa di sbagliato. Non so perché, ma questa paura ce l'ho da sempre. Non so se tu te ne sia mai accorto.
Credo di non averti mai detto che la mia cosa preferita erano i tuoi abbracci. Se mi sforzo, ancora adesso, dopo sei mesi, riesco a sentirne il calore. Esatto, sono passati sei mesi da quando mi sono reso conto che tu non sei più al mio fianco, e sono sei mesi che cerco di odiarti. Ed evidentemente, se sono qui a scriverti questa lettera, vuol dire che non ci sono ancora riuscito. Forse non ci riuscirò mai, anche se lo vorrei davvero. Ho passato troppi anni a darti affetto per odiarti adesso. Sento che iniziare ad odiarti sarebbe una contraddizione, e sebbene a me non siano mai piaciute le contraddizioni, questa volta farei davvero un'eccezione. L'incoerenza, quella l'ho sempre odiata. Forse pensare a te come un incoerente potrebbe aiutarmi ad odiarti. In effetti, riflettendoci, lo sei. Prima mi dici che mi vuoi bene e poi ti allontani da me. Perché mi hai fatto questo? Perché ci hai fatto questo? Perché te ne sei andato?
Sto cercando di portare via con il mio respiro tutti gli errori che ho commesso. Ogni errore, disperso nella nuvoletta creata da ogni mio respiro, in questo parco vuoto, il primo di gennaio. Il nostro parco. Te lo ricordi? Ci giocavamo sempre da bambini. Spero che tu ricordi almeno quello. Ti prego, anche se hai dimenticato tutti i ricordi felici, spero che almeno quel luogo, il nostro luogo, tu non l'abbia dimenticato.
Forse sono proprio io a doverti dimenticare. Ci proverò, ma non garantisco niente.

1 giugno 2018
Sono passati altri sei mesi, e non sei ancora qui. Mi chiedo se un giorno tornerai da me. Ho pensato varie volte di bussare alla tua porta per riprendermi ciò che, una volta, era mio. Ma non so dove vivi e dalle tue foto sui social, ti vedo felice con i tuoi nuovi amici, e questo mi basta. Insomma, se hai deciso di allontanarti da me, è perché stai meglio senza, no? Per quanto mi faccia piacere sapere che sei felice, ci sto male comunque. Ci sto male perché speravo che almeno tu saresti rimasto. Ti ricordi quando, alle scuole medie, eravamo compagni di banco? Sono tornato in quell'aula, ma tu non c'eri. Non so neanche perché te lo sto scrivendo, a dirla tutta. Solo che oggi mi sento nostalgico, e mi sto nutrendo delle nostre vecchie vecchie foto e dei nostri ricordi. È strano, però, perché mi sto distruggendo ma allo stesso tempo mi fanno stare leggermente meglio. Credo che la mia mente non la capirò mai. Vorrei che mi svegliassi e che tu mi dicessi che è stato tutto un brutto sogno. Ma sarebbe impossibile. Dicono che puoi renderti conto se stai sognando contando le dita delle mani. Le ho appena contate e sono sempre cinque: non è un sogno, sono sveglio. Fin troppo, in realtà, dato che sono le tre del mattino e una brezza estiva entra dalla finestra, muovendo leggermente le tende della mia camera, e io non ho neppure un briciolo di sonno. Forse dovrei dormire, però. Il tuo aspetto era sempre così impeccabile che quasi ti invidio. Ho costantemente queste occhiaie fastidiose, mentre tu hai una pelle così perfetta da fare invidia ad un neonato. Ti ricordo così dall'ultima volta che ti ho visto di persona, il giorno prima che partissi. Sì, credo proprio che dovrei prendermi più cura di me stesso. Ci proverò. Magari riuscirò ad apprezzarmi anche se non ci sei tu. Questa è un'altra delle tante cose che non ti ho mai detto: mi sentivo bene con me stesso solo quando ero con te. Come se avessi una specie di potere speciale che mi permetteva di non pensare a tutti i miei difetti. Pensandoci adesso, non me li hai mai fatti pesare. Il problema è che sembrano pesare il doppio da quando non ci sei, perché ho la sensazione che sia colpa loro se hai deciso di allontanarti. Scusa se sono sbagliato per te. Comunque, ho pensato che vorrei ferirti, anche se leggermente, quindi ti dirò che in questi mesi ho legato molto con Jimin, un ragazzo della classe accanto alla mia. Vorrei tanto che prendesse il tuo posto, quello che tu non hai voluto tenere. Sono felice quando sono con lui. Vorrei che queste parole ti facessero soffrire almeno un quarto di quanto ho sofferto io, ma non so se ti interesserebbe saperlo. Cioè, non so se tieni ancora abbastanza a me da esserne geloso. Credo che adesso andrò a letto, ma credo anche che non ti interessi saperlo.

close as strangers || kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora