Passata una settimana da tutto quel casino, Nao era già attivissimo.
Riceveva telefonate continuamente, ovviamente non per Nao ma per Rock.
Di telefonate per Nao non ne arrivò neanche una, era come se fossi l'unica a sapere chi fosse.
A sapere della sua esistenza in quanto essere umano.
All'inizio rifiutava gli incarichi ma dopo una settimana decise di accettarne uno.
A detta sua era facile .
Un lavoro veloce e pulito.
Sì come no, anche quello alla discarica doveva essere una cosa veloce.
Stavo iniziando ad odiare i suoi incarichi.
Stando insieme, feriti e stanchi, avevamo imparato a supportarci a vicenda.
A capire di cosa aveva bisogno l'altro senza il bisogno di parlare.
Era stata una settimana piacevole e non volevo che finisse.
Con il tempo stavo iniziando a capirlo, a conoscerlo.
Ad apprezzare i suoi modi di fare.
Sembrava rude ma in realtà spesso si rivelava premuroso e gentile.
Affidabile.
Un giorno mentre stava leggendo sul divano mi aveva vista vagabondare in cucina alla ricerca disperata di caffè, e da allora ogni mattina trovo sempre una macchinetta già pronta.
Erano i suoi piccoli gesti a farmi capire che la mia presenza lì non era sgradita.
Certo spesso era difficile avere un rapporto anche solo lontanamente civile, ma il più delle volte riuscivamo a non urlarci contro.
A volte rideva perfino, e il suono della sua risata era così dolce e cristallino da non sembrare reale.
Dopo una settimana passata insieme sapevo solo il suo nome e poco altro, si era fatto sfuggire che era nato in una campagna verdeggiante, tranquilla e con dei paesaggi mozzafiato, quando me ne parlò il suo sguardo era rivolto in quelle terre lontane, aveva un aria nostalgica e malinconica ma anche tormentata e in un certo senso disperata.
Giorno dopo giorno scoprivo nuovi lati del suo carattere.
E non volevo che tutto questo finisse.
Era stupido, da parte mia sperare che non tornasse a lavorare, eppure un po' ci speravo.
Avrei voluto restare con lui tutto il giorno di tutti i giorni.
Per conoscerlo a fondo.
Che pensiero stupido."Come mai hai accettato?"
Ero curiosa.
In realtà ero intimorita, avevo paura che avesse accettato per fuggire da casa sua nonostante non fosse ancora completamente guarito.
Per starmi lontano, almeno per un po'.
Il solo pensiero mi fece stringere lo stomaco.
"Non sono affari tuoi."
Mi rispose acido.
C'erano dei momenti in cui era veramente molto dolce, a volte rideva con gusto, altre volte invece volevo solo fargli fare testa e muro finché non mi fossi sentita soddisfatta.
"Stronzo.
Posso venire con te ? "
Lui mi guardò con il suo solito sguardo odioso e irato, evidentemente oggi si era alzato dalla parte sbagliata del letto.
Non mi rispose, prese le sue cose e uscì sbattendo la porta.
Maleducato.
Stronzo.
Ed io che mi preoccupavo per lui.
"Faccia pure quello che gli pare"
Borbottai fra me e me, ma era inutile che mentissi a me stessa, perché più il tempo passava e più l'attesa del suo ritorno era snervante,ogni minuto che passava Nao correva il rischio di essere ucciso.
Lo aspettavo non sapendo se sarebbe tornato...
Immaginai di non poter più sentire il suono melodico della sua voce, della sua rara ed inestimabile risata.
Di quei suoi occhi luccicanti ogni volta che vedeva dei biscotti al cioccolato.
Mi si formò un groppo alla gola.
In una settimana eravamo diventati amici, almeno io la pensavo così e non volevo perderlo.
Il solo pensiero mi straziò il cuore.
Iniziai a piangere.
L'attesa mi stava uccidendo,
non riuscivo proprio ad attendere un minuto di più!
Per dio erano passate ben otto ore !
Decisi di uscire e andare a cercarlo.
Prima avevo sentito il nome di un locale che conoscevo.
Sarei partita da lì.Ero appena uscita di casa, il sole stava tramontando e tutto sembrava maledettamente calmo, iniziai a correre verso la strada principale incapace di camminare normalmente.
Incapace di aspettare ancora.
Ero quasi arrivata alla fine del vicolo quando sentii una grande esplosione alle mie spalle.
Mi girai e vidi la casa di Nao andare in fiamme. La nostra casa.
Mi fermai di botto.
Rasi intontita per un attimo e poi corsi subito a casa per vedere cosa fosse successo; forse avevo lasciato il gas acceso o qualche panno sul termosifone aveva preso fuoco,in un certo senso ero molto positiva al riguardo.
Mi sentivo malissimo, il cuore batteva ad una velocità inaudita .
Se Nao avesse perso la sua casa per colpa mia non me lo sarei mai perdonata.
Ma quando arrivai lì capii che le cose non erano di certo andate come pensavo.
E allora collegai, ma era troppo tardi.
Mi ricordai che Nao qualche tempo prima mi raccontò che aveva accettato un incarico pericoloso che era riuscito a completare solo a metà e che c'era il rischio che il soggetto dell'incarico (un certo Yakumazu, uno dei più grandi esportatori della droga "Angel or Devil") potesse fare irruzione in casa e far danni per mandargli un messaggio ben preciso.
Anche se quando me lo disse non ci feci molto caso.
Non pensavo che una cosa del genere potesse accadere.
Ero ingenua.
Maledettamente, stupidamente, ingenua.
Ora però, con quella distesa rovente davanti a me mi sembrava tutto molto reale.
Quindi quello era probabilmente Yakumazu che lasciava il suo 'messaggio'.
Per accertarmi che fosse lui (Nao mi aveva mostrato una sua foto così che se mi fosse capitato di vederlo sarei dovuta scappare subito) mi avvicinai alla casa in fiamme .
Perché, ovviamente, se ti dicono " se lo vedi scappa!" tu ci vai incontro per controllare meglio.
Ottima mossa.
Davvero.
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Innamorata del mio assassino
Avventura#15 in azione 19/12/2017 La strada isolata, l'aria pungente...ho bisogno di aiuto. C'è una persona...o forse due..? Attirare la loro attenzione fu il mio più grande sbaglio. Forse però, fu anche il più bello.