Ricorderò quella telefonata per sempre, così corta e così dolorosa.
Dopo aver risposto ho sentito solo "addio" e poi capì che avevano attaccato. Solo una parola, ma capì subito di chi si trattasse.
Mi misi a ridere dopo, ma ero tutt'altro che felice, presi la mazza da baseball e cominciai a spaccare qualsiasi cosa mi capitasse davanti. In quel momento ero felice di vivere da sola, senza nessuno che mi dicesse di smetterla, ma è vero che avrei voluto che arrivasse lei e che mi dicesse che era stato tutto un bruttissimo incubo.
Per undici anni sono stata lì con lei, l'ascoltavo, la guardavo, l'amavo inconsapevolmente. Non potrò mai più provare quella sensazione di calore quando i suoi occhi color cielo si focalizzavano su di me o rivedere quel sorriso che riservava solo a me.
Non ho mai pensato che fosse amore quello che provavo ma dopo quella pomeriggio al parco, con lei che continuava a giocare sullo scivolo come una bambina e io con il suo ragazzo seduti sull'altalena a goderci quella sua stupenda risata,capì che in quel momento tutti e due eravamo innamorati di quella ragazza ma la differenza tra noi due è che lui lo sapeva e io no.
-Ti piace non è vero?- Disse.
Smisi di dondolare,tutto si fermò.
Mi alzai d'altalena e prima di andarmene gli dissi solamente -Portala sulla luna per me, ok?- e senza girarmi me ne andai.
Quella stessa sera la feci venire a casa mia e le confessai tutto, non potevo non dirglielo, c'eravamo promesse di non avere segreti tra di noi.
Sapevo già che sarebbe andata a finire così ma non pensavo che avrebbe fatto così tanto male.
Si fece notte, in casa non c'era più niente che non avessi spaccato e anche dentro di me non c'era più niente. Scesi in mezzo alla strada e semplicemente cominciai a correre, senza una metà, senza un perchè. Le lacrime scendevano ma non volevo fermarmi perchè' se lo avessi fatto non avrei sentito la stanchezza ma il vuoto che avevo nel petto.
Dopo undici anni quando verrà a piovere non potrò più dirle
-Ridi, c'è brutto tempo.-