Capitolo 9

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La terza fatica

La seconda fatica fu indigesta per un numero discreto di ragazzi. Forse Greta con il solo sguardo aveva voluto escludere quelli che aveva capito non esser li per lei? Non so. In ogni caso rimanemmo in 198.

Il "gobbo" ed il Re ci illustrarono la terza fatica.

Si trattava di un percorso fisico durissimo fatto di ostacoli, corde, strisciamenti che culminavano con una lotta grecoromana in un cerchio contro un altro ragazzo iscritto. Chi perdeva il combattimento era eliminato. Per perdere era sufficiente mettere un solo piede fuori dal cerchio.

Il percorso in se era molto duro ma tutti i ragazzi erano preparati fisicamente e nessuno dei pretendenti si arrese prima del combattimento

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Il percorso in se era molto duro ma tutti i ragazzi erano preparati fisicamente e nessuno dei pretendenti si arrese prima del combattimento. Dopo questa sfida saremmo rimasti in 99. La tensione era altissima.

A me toccò un ragazzone alto e grosso, un certo "Romolo", figlio di un rinomato pescatore della zona. Era forte ma troppo lento. Nel cerchio durò pochissimo. Aveva gli occhi pieni di rabbia. Mi caricò subito convinto di abbattermi, con una doppia finta lo disorientai e lui mise entrambi i piedi fuori dal cerchio. Eliminato! Furibondo però mi raggiunse, mi prese per la maglia e mi sollevò scaraventandomi per terra. Intervenirono subito due guardie del Re e lo rispedirono con "le cattive" verso casa.

Ero contento di aver passato il turno, indolenzito dalla botta della caduta e determinato a proseguire questa sfida. Il pensiero di stare con Greta mi elettrizzava.

Vidi 99 ragazzi delusi andarsene a casa con il proprio sogno infranto.

Le dodici fatiche di ArturoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora