Capitolo 1: Incubi

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L'oscurità avvolgeva ogni cosa sulle strade della piccola cittadina, nel cielo non si riusciva a vedere una stella, solo un infinita distesa di un blu tanto profondo da sembrare un abisso infinito.

Stavo dormendo avvolto da un mare di coperte sperando mi potessero proteggere da quello che stava inevitabilmente per succedere;

Avevo chiuso i miei occhi contornati da pesanti occhiaie e mi ero lasciato cadere tra le braccia di Morfeo, in poco tempo inizio a sentire un respiro vicino a me e un peso che mi schiaccia lo stomaco togliendomi il respiro, inizio immediatamente a tremare, la mia fronte si imperla di sudore freddo e provo a muovermi ma come per le altre infinite volte che è successo mi è impossibile, tengo gli occhi serrati, non volevo vedere, avrebbe peggiorato la situazione e reso più reali i miei incubi.

Dopo un tempo che mi è sembrato lunghissimo, giorni o settimane, lentamente la pesantezza lascia il mio corpo e mi sveglio di scatto con il respiro accelerato e la nausea, guardo la sveglia digitale sul mio comodino e mi accorgo che erano passati pochi minuti da quando mi ero addormentato, ogni volta mi sembrava assurdo come il tempo sembrasse dilatarsi durante i miei attacchi;

Paralisi Notturna, così la definivano i medici, causata principalmente dallo stress...

Ne soffro da sempre, non ricordo un periodo della mia vita in cui il mio sonno non venisse distrutto da questi incubi tremendi;

Riporto lo sguardo sulla sveglia digitale e mi arrendo al fatto che non sarei più riuscito a dormire, mi metto un paio di cuffiette e metto la mia Playlist preferita iniziando a canticchiare sottovoce e cercando di distrarre la mia mente, dopotutto il giorno seguente sarebbe stato un giorno estremamente stressante, il primo giorno di terza liceo ovvero un incubo in forma reale.

L'ombra che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora